giovedì 13 febbraio 2025

#Intervista: Luca Di Stefano - L'album d'esordio "19" che esplora temi come l'amicizia, la delusione e la crescita personale

Dal 24 gennaio 2025 è disponibile sulle piattaforme digitali di streaming19”, l
album desordio di Luca Di Stefano per Musca Lavica Records realizzato con il contributo di NUOVOIMAIE dal quale è  estratto il singolo in rotazione radiofonica “How Stupid I am”.

Il brano affronta il tema della delusione nelle relazioni sociali,
concentrandosi sulle dinamiche tossiche e sull’incapacità di riconoscere i veri limiti dell’amicizia. Il testo non parla di un ex partner, ma del dolore causato da amici che, invece di supportare il protagonista, ignorano il suo malessere e preferiscono schierarsi superficialmente con l’ex.
Il bridge usa l’ironia per criticare chi si fa passare per vittima, manipolando la verità e influenzando il giudizio degli altri. Il ritornello, invece, è una riflessione amara rivolta a sé stessi: il protagonista ammette di essere “stupido” per dare troppa importanza a persone che non ricambiano la sua lealtà. Questa consapevolezza emerge con forza nella terza strofa, dove comprende di aver dato troppo potere alle opinioni altrui, ritrovandosi smarrito.
Il messaggio centrale del brano invita a riflettere sul valore dell’amicizia, sull’empatia e sulla necessità di stabilire confini emotivi per proteggersi da relazioni superficiali. Con toni ironici e malinconici, la canzone racconta un percorso di consapevolezza, trasformando una delusione in un momento di crescita personale.

Il videoclip di “How stupid I am” esplora il tema dellisolamento e della lotta interiore attraverso luso simbolico della luce e dellombra. Lartista è inizialmente isolato in un forte contrasto fatto da luce e buio che rappresenta la solitudine e la tensione. Man mano che lombra avanza, cresce la sensazione di lotta, con la luce che diventa sempre più debole, a indicare il conflitto interno dellartista nel cercare di emergere dalloscurità. Il movimento della camera e i cambi di luce intensificano lemotività e la dinamicità del racconto visivo.
Samir Kharrat, con la sua regia raffinata, riesce a creare unatmosfera suggestiva, coinvolgente e ricca di emozioni e colori, invitando ancora una volta a riflettere sulla complessità dellanimo umano, anche collegata alla bellezza dei rapporti, seppur imperfetti, e sulla forza della passione.

Lalbum “19” è unesortazione alla libertà e autenticità personale. Un invito a trovare dentro di sé la fiducia e il coraggio per affrontare le sfide che quotidianamente caratterizzano la nostra esistenza, senza paura del giudizio altrui, senza dover rispondere alle aspettative che gli altri hanno sulla nostra persona e che non corrispondono ai nostri desideri, un invito a essere se stessi, in un mondo che propone modelli omologati, standard estetici ed economici irraggiungibili per la maggioranza della collettività e che per tal via genera spesso frustrazione e depressione, specie nei più giovani che, sovente, rispondono a questa sensazione di inadeguatezza anche con atti di autolesionismo.     
È una tematica che sta molto a cuore all
artista, attento osservatore del mondo giovanile e di cui si parla troppo poco. “19” lo fa, in modo sottile e indiretto, e propone uninversione di tendenza, un cambio di rotta che spesso grazie anche allironia porta alla scoperta della bellezza che risiede nellunicità di ciascuno, nella luce del proprio valore personale.

Questo mio primo album non è soltanto una raccolta di brani, ma soprattutto un viaggio tra emozioni, occasioni mancate e una profonda rivalsa personale. Ho voluto dare voce a quelle sensazioni che per troppo tempo ho tenuto nascoste, traducendole finalmente in musica. Un filo conduttore lega tutte le canzoni: l’Amore, inteso nel suo senso più ampio e complesso. Per me, l’Amore è rabbia, rancore, tristezza, gioia e molto altro. Questa varietà di emozioni si riflette anche nelle scelte musicali presenti all’interno del disco: mood diversi tra loro, ma uniti da un’identità sonora che abbiamo costruito con anni di ricerca, prove e sperimentazione insieme al mio produttore, Denis Marino. Il numero 19 ha per me un significato speciale: è un simbolo che mi accompagna, una sorta di guida. Lo incontro ovunque, nei momenti di decisione e nelle situazioni più importanti. È il numero che ha segnato la mia nascita, sia terrena che artistica, e segna un legame profondo tra loro, quasi spirituale. 19 non è un semplice album. Non è qualcosa da ascoltare con leggerezza: è una raccolta di emozioni intime che ho scelto di condividere con il mondo. La mia speranza è che chi lo ascolta possa trovare, in queste canzoni, risposte alle proprie domande o almeno un conforto, un appiglio. Questo album non è solo mio: è anche il frutto del lavoro instancabile di chi ha condiviso con me giorni e notti davanti a uno schermo, a un pianoforte o a un semplice carta e penna, cercando il suono perfetto. È fatto di lacrime, fatica e incontri straordinari, di quegli incastri magici che solo la musica può creare. 19 è anche un dono rivolto al cielo, un omaggio a chi continua a sostenermi da lontano, nonostante la distanza terrena.” 
 
- Luca Di Stefano

Luca Di Stefano, giovanissimo cantante catanese dalla voce calda e profonda, conquista tantissimi fan in
tutta Italia grazie alla propria partecipazione alla prima edizione italiana di All Together Now, talent canoro condotto da Michelle Hunziker e J-Ax, andato in onda su Canale 5. Luca, classificandosi al terzo posto in questa competizione, ha letteralmente fatto impazzire sia i giudici che il pubblico, riuscendo addirittura a far commuovere J-AX che ha voluto un suo intervento musicale all’interno del brano Supercalifragili - prodotto da Takagi & Ketra e con ospite anche Annalisa - inserito nella playlist del prossimo disco dello stesso J-Ax.

Collabora con il giovane pianista Davide Locatelli su una cover di Bad Guy.
Da sempre innamorato della musica blues e soul in particolare, Luca studia sassofono e canto.

Poco prima del periodo di lockdown Luca viene contattato dalla produzione di America’s Got Talent per partecipare alle Auditions della stagione 15 del talent show più famoso e più seguito al mondo: canta “Let’s get it on” di Marvin Gaye e manda in estasi tutti, giudici (Howie Mandel, Simon Cowell, Heidi Klum, Sofia Vergara), pubblico presente in teatro e, dopo la messa in onda ad aprile 2020, anche tantissima gente da ogni parte del mondo, raggiungendo milioni di visualizzazioni su YouTube in pochissimo tempo.

Studia
canto Pop presso il conservatorio Tchaikovsky di Nocera Terinese (CZ) e canto Jazz presso il conservatorio G. Verdi di Milano. Continua durante il proprio percorso a esibirsi in importanti teatri, festival e in trasmissioni televisive su emittenti nazionali.

A dicembre 2024 esce il singolo “Undone”. 

Ciao Luca grazie mille per la tua disponibilità! Ti vorrei chiedere come hai iniziato con la musica e come hai capito che questa sarebbe stata la tua strada…

Un piacere poter rispondere alle vostre domande! Il mio rapporto con la musica comincia all’età di 6 anni quando chiedo ai miei genitori di poter frequentare delle lezioni di danza classica. Come sempre i miei genitori hanno appoggiato qualsiasi tipo di mia idea che potesse arricchirmi. Per alcune vicissitudini personali ho deciso a malincuore di lasciare la danza solo dopo due anni perché per alcuni compagni di classe questa disciplina non era troppo “maschia”. Andando avanti con gli anni ho studiato con mia zia, laureata in pianoforte, ma ero ancora troppo piccolo per capire quanto la musica mi stesse attirando a sé. Suono in banda del paese, inizio a studiare anche il sassofono in un
accademia del paese, canto nel coro della chiesa e mi unisco a un coro gospel dell’accademia citata prima. Da lì la mia insegnate mi ha preso sotto la sua “protezione” e mi ha fatto crescere. Solo grazie al primo talent ho potuto dimostrare a me stesso quanto questa strada fosse quella giusta per me, quella che mi era stata riservata dal destino.

“19” è il tuo album d’esordio, per ogni artista gli album sono un po’ come figli, come ti senti nei confronti di quello che è il tuo primogenito?

Prima di fare questo grande passo sono passati anni di studio e di molte insicurezze. Ho aspettato molto tempo prima di poter far nascere questa creatura che, come ogni genitore guarda il proprio figlio, reputo bellissima. Sono molto protettivo nei confronti di questa creatura, perché comunque è un pezzo di me che ormai può girare nel mondo da solo, ma allo stesso tempo sono convinto che se la caverò anche da solo perché se finalmente è nato significa che ha raggiunto la giusta maturità per poter camminare con i suoi stessi piedi.

Proprio perché è stato il primo, ed è carico di brani con significati profondi, vorrei chiederti se è stato difficile scegliere quali inserire e quali no…

Direi proprio di sì, molto difficile ma oculato. Considera che il mio primo brano scritto, chitarra e voce al quale tengo molto, non è presente all’interno dell’album. Ma ovviamente la musica non è solo una fiaba che possiamo raccontare o scrivere è anche un lavoro, serio, che ha bisogno di essere studiato e compreso, ovviamente al di là dei gusti personali.

“How stupid I am” è un brano che parla di un amore finito, sì, ma nei confronti di quegli amici che si sono rivelati superficiali e in un certo senso traditori. Hai detto che il tutto è stato ispirato da un’esperienza personale, in questo caso quanto ti ha aiutato la musica a sciogliere il dolore?

La musica mi ha sempre aiutato sotto ogni punto di vista, in questo caso a superare queste situazioni. How Stupid I Am è nata anche e sopratutto per sfogo, anche se le parole sono nate solo dopo la musica. Ancora oggi la uso come un anti stress.

Nell’album sono molti i brani che parlano di amori finiti, del dolore, della frustrazione e dell’angoscia che arrivano alla rottura. Eppure c’è “Once Again”, che parla di quello che tu definisci “l’amore puro”, quello che hanno vissuto i tuoi nonni. Quanto del loro esempio c’è nella tua idea d’amore?


La mia idea di amore è nata nel corso degli anni, grazie alle mie esperienze all’esempio dato dai miei genitori e sopratutto dall’amore incondizionato dei miei nonni. Si amavano e si amano ancora oggi, un amore che è colmo di rispetto lontano da quelle dinamiche moderne di gelosie e non rispetto dell’altra persona. Mio nonno è sopravvissuto, nel 2000, a un tumore ai polmoni, il mesotelioma, con una speranza di soli 6 mesi di vita. Nel 2022 mia nonna si ammala e le viene diagnosticata la demenza senile che da lì a poco l’avrebbe portata a non essere più la donna che mio nonno aveva sposato e che amava di più. La malattia di sua moglie l’ha fatto ammalare e l’ha portato via nel gennaio 2023. Quindi questo brano è un pò come se fosse mia nonna, orma incapace di parlare, che cerca di comunicare con mio nonno chiedendogli se possono riincontrarsi per rivivere questo amore intenso che alla fine l’ha portato via.

A quale brano dell’album ti senti più vicino e se potessi cantarlo in duetto con un artista (del presente o del passato), chi sarebbe?

Come potete capire credo che il brano alla quale sono legato da un punto di vista è proprio Once Again e se devo scegliere un artista con il quale vorrei cantarlo direi su tutti Bruno Mars, da sempre il mio cantante preferito. Sarebbe un omaggio al Luca piccolo che lo vedeva come un idolo...

Nessun commento:

Posta un commento