giovedì 23 gennaio 2025

#Intervista: Lapolveriera

Sibilla” è il nuovo singolo de Lapolveriera feat. Meganoidi disponibile dal 15 novembre 2024 in tutte le piattaforme streaming e in rotazione radiofonica. Il brano ha anticipato il nuovo ep “Un posto in cui tornare”, uscito il 13 dicembre 2024.

“Sibilla” è un brano che esplora la complessità della salute mentale attraverso la prospettiva di una giovane ragazza che si sente emarginata. La narrazione mette in luce le esperienze di pregiudizio e solitudine che affronta, evidenziando come la sua condizione possa farla sentire isolata dalla società.

Tuttavia, la canzone rappresenta anche un atto di rivincita. Sibilla decide di abbandonare le maschere che indossa per adattarsi alle aspettative altrui. Questa scelta di autenticità è un potente gesto di resistenza contro un mondo che la disprezza ed esclude. Il messaggio centrale è quello dell’accettazione di sé, incoraggiando l’ascoltatore a riconoscere e valorizzare la propria individualità, senza piegarsi ai compromessi imposti dalla società. In questo modo, “Sibilla” diventa un inno alla forza interiore e alla libertà personale.

 

Nell’arrangiamento del brano abbiamo collaborato con i Meganoidi, storica band che non potremo mai ringraziare abbastanza. Il loro contributo alla registrazione del brano, con voce e flicorno, ha dato a questo singolo colore e gusto.

 

- Lapolveriera


Lapolveriera è una band indie rock italiana, nata a Verona nel 2019, formata da Giovanni Maragnoli (chitarra, tastiere, voce), Giovanni Magagna (chitarra solista, cori), Michele Fontana (basso) e Riccardo Masenelli (batteria).
Nel corso dei primi anni la band apre i concerti di alcuni artisti di riferimento della scena musicale italiana come Omar Pedrini, Paolo Benvegnù, Federico Poggipollini, Pierpaolo Capovilla (Il Teatro degli Orrori), Maestro Pellegrini (Zen Circus), Giorgio Ciccarelli (Afterhours), Clan Destino, Gigi Cavalli Cocchi, Modena City Ramblers, Gem Boy, Meganoidi, L’Associazione, Vince Pastano & The Noisebreakers, Dead Visions (Francesco Mandelli), Cyborg Zero (The Cyborgs), Tricarico, Cristiano Godano, Marlene Kuntz, Skabomber, ed anche ad alcuni artisti internazionali quali Jiro Okabe (CJ Ramone, Richie Ramone), Alex Kane (Enuff’Z’Nuff, Life, Sex & Death, Antiproduct) e Jamie Oliver (Ultrabomb, U.K. Subs).


Nel corso del 2022 vengono prodotti e pubblicati i primi tre singoli della band (Radici, Ego, Cemento Rosso), con la produzione artistica di Omar Pedrini.
Il 5 maggio 2023 è uscito il disco completo della band intitolato “Tempi Moderni”, composto da 9 brani originali ed edito da Baldoria/Maninalto!, disponibile anche in copia fisica. Oltre ai tre singoli prodotti da Omar Pedrini, la title track del disco “Tempi Moderni” vede un featuring con Federico Poggipollini alla chitarra elettrica e alla voce.

Il 5 luglio 2024 esce in versione bootleg il singolo “La guerra è finita”, nel cuore del tour estivo della band, in vista della release completa del nuovo lavoro.

Ciao Ragazzi! Innanzitutto grazie per la vostra disponibilità. Inizio sempre chiedendo come avete iniziato con la musica e quando avete capito che questa sarebbe stata la vostra strada…

Ciao e grazie a voi dell’ospitalità! Lapolveriera nasce ufficialmente a fine 2019, quando abbiamo mangiato una pizza e abbiamo deciso che avremmo provato a combinare qualcosina con la musica. Dal “divertimento” all’”urgenza di scrivere” (ed è stato quello il momento in cui abbiamo capito che avremmo voluto continuare su questa strada, quando abbiamo sentito dentro un’urgenza) il passo è stato breve. Veniamo tutti da background musicali diversi, e ci siamo conosciuti molti anni fa perché il Mara (Giovanni Maragnoli, quello che poi è diventato il cantante) era il capo scout degli altri tre. Pochi anni di differenza ma una gran voglia di suonare. E quando – qualche tempo dopo la fine dell’esperienza scout – ci siamo ritrovati, è stato facile partire da dove ci eravamo fermati. Lo raccontiamo sempre come un aneddoto che fa ridere (e di per sé fa molto ridere), ma pensiamo che se fosse andata diversamente non saremmo qui.
Per quanto riguarda il nome, volevamo un nome in italiano, perché scriviamo in italiano. Possibilmente un nome che richiamasse il concetto di esplosione. Il nome “Lapolveriera” nasce a scatola chiusa, sul presupposto di quello che avremmo voluto scrivere, ossia cose mai banali, mai scontate, anche se a volte scomode – esplosive – ci dicevamo sorridendo... E Lapolveriera, finora, è riuscita sempre a rendere concetti anche pesanti o complessi in musica, con un sound che ha dell’indie – rock mai troppo pesante. Il sound, tuttavia, è una cosa che geneticamente è portata a variare: una volta trovati i nostri “imprescindibili”, si tratta di sperimentare. In questo, come nel percorso musicale in generale, non ci riteniamo assolutamente “arrivati”, ma abbiamo ancora tantissimo da imparare e da condividere.

“Sibilla” è un brano che parla di emarginazione, voglia di riscatto e anche amore per se stessi, perché credo che quando si sceglie il proprio essere al compiacere gli altri, allora ci si ama davvero. Come mai avete voluto parlare proprio di questo argomento?

Siamo tutti e quattro molto sensibili alle tematiche sociali e, in particolare, il tema della salute mentale “non istituzionalizzata” (ovvero tutte quelle situazioni di disagio sordo, sommerso e solitario che possono riguardare ciascuno di noi nella vita): ci è capitata un’esperienza di amicizie comuni che avessero avuto a che fare con questo mostro, e questo ci ha dato la scintilla per iniziare a scrivere.

“Sibilla stasera si sente più bella anche senza maschera”, credo che durante l’adolescenza tutti noi abbiamo indossato delle maschere per sentirci accettati, anche se non le amavamo più di tanto. Quali sono state le maschere che crescendo vi siete tolti e come vi ha aiutato la musica in questo?

Domanda che meriterebbe un libro intero. Probabilmente ci siamo lasciati alle spalle il desiderio di apparire come non siamo e la troppa attenzione alle opinioni che gli altri hanno di noi. Possiamo dire in linea di massima che ci piace considerarci ancora come un work in progress, un costante tentativo di migliorarci singolarmente, prima come persone e poi come musicisti. Certamente dalla nostra adolescenza ci piace ricordare più quello che NON abbiamo perso, rispetto a quello che – col tempo – è cambiato!

Non posso fare finta di niente e non chiedervelo: com’è stato collaborare con Meganoidi, la band italiana che credo faccia da sottofondo musicale un po’ a tutti gli amanti del rock?

La collaborazione con i Meganoidi è nata proprio nel segno della musica, ovvero sui palchi: ci è capitato di aprire alcuni dei loro set, e ci siamo piaciuti immediatamente. Loro sono disponibili, gentili e alla mano, oltre che essere dei musicisti incredibili. Per questo, quando si è presentata la possibilità di una collaborazione su Sibilla per noi è stato un vero piacere: il flicorno e la tromba di Luca e la voce di Davide sono stati gli elementi che hanno caratterizzato i Meganoidi nel periodo del loro boom e sono tuttora le sonorità che fanno girare la testa alla gente e dire: “Ehi! Questi sono i Meganoidi!”. Per questo motivo abbiamo loro chiesto di arricchire Sibilla con le loro parti: è una pietra miliare del loro sound che si ripropone in chiave “Lapolveriera”.

Come progetto di band siete nati nel 2019, cosa avete imparato di nuovo in questi primi cinque anni?

In estrema sintesi, abbiamo imparato che dobbiamo spingere il più possibile per portare avanti la nostra musica, credendoci con forza e superare (insieme) tutte le piccole difficoltà e rallentamenti che possono acccadere lungo il percorso! E soprattutto, che lo facciamo perché ci piace!

Avete aperto tantissimi concerti di artisti importanti, come vi siete sentiti e quanto questo vi ha fatto crescere sia musicalmente che caratterialmente?

I sentimenti che ci hanno accompagnato in questi anni sono sempre stati travolgenti: ci siamo sentiti molto piccoli al cospetto di quei mostri sacri che hanno scritto la storia della musica. La crescita c’è, e forse piu che di crescita si può parlare di “arricchimento” personale e musicale: lavorare insieme a musicisti di quel calibro è certamente un’esperienza dalla quale portare a casa più cose possibili, cercare di imparare, cercare di carpire i suggerimenti e anche gli apprezzamenti di gente che – con la propria musica – è stata capace di “dire qualcosa”. E per noi è molto importante, siccome con la nostra musica vogliamo dire qualcosa! Abbiamo cercato sempre di fare tesoro di tutti i consigli di chi, prima di noi, ha dovuto procedere a tentativi per capire quale fosse la strada giusta. Forse “gratitudine” è il termine che riassume le emozioni che si provano… sono cose irripetibili, e sono anche belle cose da raccontare!

Nessun commento:

Posta un commento