giovedì 30 gennaio 2025

#Intervista: Bianca Fiore

Dal 29 novembre 2024 è in rotazione radiofonicaPortami dove”, il nuovo singolo di Bianca Fiore disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 22 novembre.


“Portami dove” è un brano che parla delle emozioni e del senso di inadeguatezza e smarrimento che l’artista spesso prova quando non è in mezzo al mare su una barca a vela, dove tutto ha un senso. Il pezzo è stato scritto dopo un viaggio di due settimane in barca, durante navigazioni notturne ed esperienze indimenticabili con persone altrettanto indimenticabili.

Il videoclip di “Portami dove" rispecchia le emozioni che si raccontano nella canzone. La protagonista è chiusa in casa, come se non potesse uscire, bloccata, ma è altrove con la mente e con il cuore: sogna di andare via, sogna il mare e la barca. La nostalgia e malinconia sono parti fondamentali del testo e del videoclip, ma dietro a questo si nasconde anche volontà d’animo e forza.

Capisco molte cose ma me ne sto in silenzio, preferisco non parlare e lascio scorrere il vento.

(Bianca Fiore)

Bianca nasce a Padova il 12 maggio 1999.
Dopo il liceo si trasferisce a Londra per studiare recitazione nel corso biennale all’International School of Screen Acting, ricevendo il suo diploma nell’estate del 2021.


Dopo 3 anni, torna in Italia e gira il suo primo cortometraggio indipendenteCapitolo” e, insieme a questo, pubblica la canzone “Non ti muovere” come colonna sonora.

A oggi Bianca ha preso parte al tv show ingleseThe Secret World of Children” su Channel 5, ha recitato nello spot “Con l’acqua, per l’acqua, nell’acqua” diretto dal regista Sebastiano Facco e girato a Padova e ha recitato nel ruolo di protagonista in un cortometraggio diretto dal regista Antonio Bigini e girato a Verona, ora in post-produzione.
Nel 2023 ha fatto uscire il suo primo singolo musicale “Dov’è la luna”.

Ciao Bianca! Grazie mille per la tua disponibilità. Inizio sempre col chiedere come hai cominciato con la musica e come hai capito che questa sarebbe stata la tua strada...

Ciao! Grazie a voi. Con la musica ho iniziato, un po’ inconsciamente, a metà liceo quando ho iniziato a scrivere su carta testi di canzoni. Al tempo erano, per me, semplici pensieri e sfoghi che buttavo giù, poi piano piano ho iniziato a canticchiare le melodie, suonando chitarra e pianoforte e mi resi conto che potevano nascere molte canzoni. Ho sempre ascoltato molta musica, ho avuto idoli musicali e tuttora penso che la musica salvi e che ci capisca a fondo senza giudicare. Non riuscirei a immaginare un mondo senza musica, non avrebbe senso… Per me è un bisogno, un modo per salvarmi e per capirmi e per esprimermi, soprattutto. Poi il resto è tutto un di più.

Dal testo di “Portami dove” è chiaro e lampante: l’acqua è il tuo elemento. Le immagini rimandano al mare, alla pioggia, e allo scorrere, “perché quando io sto ferma posso solo annullarmi” all’essere sempre in movimento e quindi si può pensare anche al fiume, soprattutto nella sua foce. In quale di queste tre immagini ti rispecchi maggiormente?

Descrizione meravigliosa ed azzeccatissima. L’acqua ha un potere enorme, fa entrare il nostro corpo e la nostra mente in uno stato meditativo in cui cadiamo quando ci siamo vicini. Da qui lo stress si riduce, la felicità aumenta così come aumentano il senso di calma e la creatività. Tutto questo si chiama Effetto Blue Mind, è scientificamente provato. Poi dipende da persona a persona, ovvio, ma per me è, come hai detto, fondamentale. Fra le tre immagini quella in cui mi ritrovo di più è, senza dubbio, il mare. Guardando il videoclip il quadro è più completo: il brano parla di libertà, viaggiare, andare… dove non è importante, l’importante è che ci sia il mare.

Nel videoclip, però, sei chiusa in casa, in una vasca da bagno, in camera, ma sempre con le barche e il mare. Così da dare l’idea che c’è qualcosa a bloccarti. Cosa fai per uscire fuori da questi blocchi, quando si presentano?

Esatto, non è il dove, ma il come. Non è importante la meta, ma il viaggio in sé. L’idea dell’essere chiusa in casa parte dal mio senso di smarrimento che ho costantemente… ma non è qualcosa che mi blocca, anzi, mi dà la forza di continuare a muovermi, a viaggiare per trovare non so cosa, ma non mi interessa nemmeno saperlo. L’importante è fare ogni giorno ciò che si ama e seguire il proprio cuore e i propri sogni e, soprattutto fare di testa propria. Qualcuno ti dice di non partire? Parti. Ti dicono che sei pazza? Dimostragli che hanno ragione. Penso che una delle forme di libertà sia proprio questa. Comunque, quando i blocchi si presentano, perché si presentano spesso, io di solito o scrivo, o faccio sport o parto.

L’arte per te passa anche dalla recitazione, quanto ti aiutano, entrambe, a guardarti dentro?

Beh, sono essenziali. È grazie a loro che riesco a guardarmi dentro ed a capirmi. Molto semplicemente, anche se forse scontato, l’arte è la mia salvezza.

Hai studiato alla School of Screen Acting, a Londra. Trovi differenze di realtà tra il Regno Unito e l’Italia, quando si parla di arte, in generale e nello specifico per quanto ti riguarda?


Studiare alla International School of Screen Acting è un’esperienza che non cambierei mai se dovessi tornare indietro, per quello che mi ha dato, come me l’ha dato, per quello che ho imparato… Certo, tra Regno Unito e Italia, sono due realtà molto diverse, ma alla fine, quando si fa arte, ci si ritrova un po’ tutti sulla stessa barca, credo.

Visto il tuo lavoro, come ultima domanda vorrei chiederti quali sono i tuoi tre musical preferiti e perché?

Bella domanda! Ho un debole per i musical… A Star is Born e the Greatest Showman non possono mancare alla lista (che sarebbe lunga!) e al terzo posto metto Newsies e La La Land insieme!

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