mercoledì 7 agosto 2024

#TheBeatles: I'm So Tired

Oggi parliamo di “I’m So Tired”, canzone che penso sia linea guida di qualsiasi persona nata sotto il segno dei Pesci (come me) o del Cancro (dove ho la Luna, quindi è decisamente il mio mood).


Il brano viene rilasciato nell’album del 1968, il famoso “White Album”. Anche se, come sempre, è accreditata a Lennon/McCarntey, in realtà il testo è totalmente di John, che la compose assieme a Paul durante il ritiro di meditazione trascendentale in India.

I’m so tired, I haven’t slept a wink
(Sono stanchissimo, non ho dormito un attimo)
I’m so tired, my mind is on the blink
(Sono stanchissimo, la mia mente non connette)
I wonder, should I get up
(Mi domando se dovrei alzarmi)
And fix myself a drink?
(Per prepararmi da bere?)
No, no, no

I’m so tired, I don’t know what to do
(Sono stanchissimo, non so cosa fare)
I’m so tired, my mind is set on you
(Sono stanchissimo, la mia mente è fissa su di te)
I wonder, should I call you?
(Mi domando, dovrei chiamarti?)
But I know what you would do
(Ma so cosa mi diresti)

You’d say I’m putting you on
(Mi diresti che tis to prendendo in giro)
But it’s no joke, it’s doing me harm
(Ma non è uno scherzo, sto malissimo)
You know I can’t sleep, I can’t stop my brain
(Sai che non riesco a dormire, che non riesco a fermare la mia mente)
You know it’s three weeks, I’m going insane
(Sai che sono passate tre settimane, sto diventando matto)
You know I’d give you everything I’ve got
(Sai che ti darei tutto ciò che ho)
For a little peace of mind
(Per un po’ di pace)

I’m so tired, I’m feeling so upset
(Sono stanchissimo, mi sento molto agitato)
Although I’m so tired, I’ll have another cigarette
(Anche se sono stanchissimo, mi fumerò un’altra sigaretta)
And curse Sir Walter Releigh
(E maledico Sir Walter Releigh)
He was such a stupid git
(Era proprio un grandissimo bastardo)

Monsieur, monsieur, monsieur, how about another one?
(Signore, signore, signore, che ne dici di un’altra?)

La canzone è piuttosto chiara: John Lennon, proprio come George e Paul – Ringo andò via molto prima di loro dal ritiro – aveva passato le tre settimane in un regime di conferenze spirituali e meditazioni. Il tutto era così fitto ed estenuante che una volta tornato nel suo bungalow, stentava a riposare. Fu per questo che gli venne in mente il testo della canzone.

Nella prima strofa possiamo vederlo inerme, in uno stato di inezia a non sapere cosa fare. Si chiede se è il caso di prepararsi un drink, ma i no finali testimoniano la sua volontà di non ricadere nei vizi.

Nella seconda e nel ritornello, si chiede se sia il caso di chiamare qualcuno, probabilmente il guru o uno dei suoi compagni, ma ha paura a farlo, perché riconosce in questi processi della mente la presa in giro dell’Ego, anche se rimanere a pensare gli provoca un grande dolore.

Così tutto quello che può fare è fumare una sigaretta, che per quanto voglia smetterla non riesce a fermarsi col vizio del fumo e maledire Sir. Walter Releigh (1552 o 1554 – 1618) che da navigatore ed esploratore inglese, scoprì per primo le coste della Virginia (fu lui a dare il nome, in onore della Regina Elisabetta I, la vergine) e colpevole di aver portato il tabacco in Europa, dando il via al suo commercio spropositato.

Il grande ritiro in India è stato sicuramente duro, ma è valso ai Beatles la realizzazione di uno degli album più belli, e l’inizio dei successivi che rimangono pietre miliari della musica anche a distanza di cinquant’anni.

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