sabato 23 ottobre 2021

#Cinema&SerieTv: Dark Shadows

Come ogni anno, nel mese di ottobre, a Roma si celebra la Festa del Cinema e tra gli ospiti famosi di quest’anno c’è Tim Burton, il noto sceneggiatore, produttore, regista, disegnatore e tanto altro che nel corso degli anni abbiamo conosciuto per le sue produzioni “grottesche”, come “La sposa cadavere”, “Nightmare Before Christmas”, “Edward Mani di Forbice”, “Big Fish” e tanto altro ancora.

Dato che oggi Burton si trova a Roma, abbiamo deciso di parlare di una sua produzione particolare, risalente al 2012, ovvero “Dark Shadows”. La storia inizia nel 1760 quando la famiglia Collins parte da Liverpool alla volta del Maine, dove decide di mettere radici. Fondano Collinwood, il loro maniero, e danno vita a una azienda ittica. Barnabas (Johnny Depp), l’erede dei Collins, seduce e abbandona una strega, Angelique (Eva Green), e si innamora perdutamente Josette (Bella Heathcote). Logorata dalla gelosia, la strega fa suicidare l’amata di Barnabas e al ragazzo riserva un destino peggiore: lo trasforma in vampiro, così che il suo tormento sia eterno.

Successivamente gli rivolta l’intera cittadina contro e lo fa seppellire in una bara per oltre due secoli. Nel 1792 la tomba viene aperta da degli operai che incautamente lo liberano, diventando le prime vittime di un vampiro assetato. Barnabas è confuso del mondo in cui si trova e quindi fa ritorno nella sua vecchia dimora, Collinwood, dove ad attenderlo trova dei discendenti che non sono stati in grado di ridare splendore o comunque a mandare avanti l’azienda di famiglia. Tra gli abitanti del maniero, nel personale (che comprende anche una Helena Boham Carter nei panni della psicologa) Barnabas scorge quella che sembra la reincarnazione di Josette, ovvero Victoria, l’istitutrice di uno dei ragazzi Collins. Quando Angelique scopre che l’uomo di cui era innamorata era stato liberato, torna e cerca di conquistare il suo amore, invano. Nello stesso tempo, Barnabas cerca di tornare umano, così da vivere insieme a Victoria da mortale, ma con la strega nuovamente allontanata, la storia sta per ripetersi.

Sono passati ben nove anni, ma non vi scriveremo come va a finire la storia, preferiamo parlare della scelta compiuta dal regista, Tim Burton appunto.  La pellicola mescola il grottesco al demenziale, dove l’horror del vampiro, del sangue e di tutto ciò che fa parte del genere si unisce a una sorta di commedia degli equivoci del classico “viaggiatore del tempo” che trova a doversi immergere in una società nuova, dove tutto è cambiato. Nel film, infatti, il vampiro Barnabas scambia l’insegna luminosa del McDonald’s per il marchio di Mefistofene o i fari delle auto per gli occhi di Satana. Certe scene sono il frutto della fantasia più sfrenata di Burton stesso, ma lo spettatore può godersi pienamente il film con qualche risata che non guasta mai. L’opera, che inserisce anche la storia d’amore nel contesto horror, si caratterizza per essere un prodotto piacevole, ma che non eccelle rispetto ad altri dello stesso genere e dello stesso autore.

Ancora una volta troviamo l’accoppiata Johnny Depp e Helena Bonham Carter, quasi un must to delle opere di Tim Burton e ancora una volta la scelta di questi due attori non delude. Nuovamente l’autore sfrutta la storia d’amore e morte come indissolubilmente legati. Pensate anche all’amore di Barnabas per Josette/Victoria come a quello di Victor ed Emily in “La sposa cadavere”. Amore e morte finiscono inevitabilmente per intrecciarsi, lasciando l’amaro in bocca per un amore cupo e malinconico.

Una pecca nell’opera di Burton è sicuramente l’eccesso di “americanate”, ovvero deflagrazioni incredibili e personaggi soprannaturali che sembrano buttati un po’ al caso. Diversamente dal solito, non viene più di tanto approfondita la psicologia dei personaggi che sembrano muoversi sulla scena seguendo uno schema puntato puramente allo strappare una risata allo spettatore. Però Burton parla anche di amore malato, di quando questo sentimento diventa un’ossessione, passato da infatuazione a tossicità. Angelique, infatti, non è innamorata di Barnabas, anela soltanto a possederlo, come una bambina a cui è stato negato un giocattolo. Batte i piedi, diviene malvagia e cerca in tutti i modi di far terra bruciata intorno all’oggetto del suo desiderio. Un “mio o di nessun altro” che troppe volte abbiamo sentito ai telegiornali con il tragico epilogo.

 

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