Opera nata come simbolo patriottico, viene rappresentato in un ambiente medievale, un momento di intimità tra due amanti. Si tratta dell’androne di un castello, dove si possono notare tre gradini laterali e il punto di fuga sulla sinistra. Il viso di lui è coperto da un ampio cappello, così come il resto del corpo è celato dietro un lungo mantello rosso, che però lascia intravedere un pugnale sul suo fianco sinistro. La giovane, invece, si aggrappa al compagno che la stringe a sè, completamente persa nell’effusione del momento.
Hayez realizzò diverse versioni della stessa opera, commissionatagli dal conte Alfonso Maria Visconti di Saliceto. Ogni versione si allaccia a un evento storico differente. Nella prima versione, infatti, Hayez celebra l’alleanza con il popolo francese, come si evince dai colori (il mantello rosso di lui, il vestito bianco e blu di lei). Nel 1859, infatti, erano stati appena siglati gli accordi di Plombières tra Napoleone III e Camillo Benso Conte di Cavour, quindi quest’opera ne celebrava l’alleanza.
L’ultima, del 1867, il nostro stato si traduce nella scelta cromatica differente: mantello verde, panno bianco sulle scale, calzamaglia rossa.
Il messaggio patriottico, oltre che dato dalle sfumature, si avvale del simbolo allegorico della donna: tradotta come patria, si deve combattere per essa, tenerla saldamente tra le proprie braccia per evitare che cada vittima del nemico (all’epoca rappresentata dall’impero austroungarico), il corpo come nazione, il bacio come punto di unione. Come disse Hayez stesso, non vi è separazione tra donna e patria.
L’intera scena è pervasa da un dolore inevitabile, perché possiamo facilmente intuire cosa accadrà dopo: la ragazza attenderà con la tristezza nel cuore il ritorno del suo amato, con l’angosciante pensiero che non vi farà mai più ritorno. L’opera si configura quindi come un capolavoro del Romanticismo e, in generale, della pittura Ottocentesca italiana, tanto da diventare un simbolo dell’amore romantico e patriottico al contempo.
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