«Allora? Mi rispondi?» Flavia schiocca le sue dita minute davanti gli occhi verdi di Laura, che torna così alla realtà. Ruota leggermente la testa, fa una smorfia e balbetta qualche sì, palesemente a caso. «Non mi stavi ascoltando, vero?» L’amica, o lo scoglio a cui si appoggia, si siede accanto a lei. È in reggiseno viola, i jeans sbottonati, pronti a essere tolti per far entrare il vestito da strega nuovo di zecca. Vuole anche il giudizio di Laura, come se a Flavia importasse veramente. «Senti, lo so che non ti va di venire, che ci sono tutti i miei compagni di classe e tu non conosci nessuno. Per me non è una festa importante, ti prometto che possiamo andarcene quando ci va, torniamo da me e ci vediamo Nightmare before Christmas, o qualche puntata di Supernatural. Okay?» Flavia le stringe la mano.
Laura annuisce. Eccola là, di nuovo: amicizia o scoglio?
Flavia si sta divertendo, ama mettersi in mostra e da quando hanno acceso quell’odioso karaoke, tutti non fanno altro che stonare canzoni famose e fare storie per Instagram. È chiaro che con o senza di lei, la festa andrebbe avanti lo stesso. Come è anche chiaro che si trova in un quartiere lontano da casa sua e che la madre di Flavia si è offerta di andarle a prendere. Aspettare un autobus la notte di Halloween, poi, è pura follia.
Sale le scale che portano alla terrazza superiore, il padrone di casa è stato molto chiaro: “Potete salire, ma chiudete bene la porta del corridoio. Fuori fa freddo, questa è solo una casa delle feste, non c’è riscaldamento”.
Laura spera solo non ci siano coppie appartate nel bel mezzo di un amplesso, quello le farebbe abbastanza schifo. “Bugiarda”, si dice. “Saresti solo invidiosa”. Oh beh, ecco il lato positivo/negativo di essere figlia di una psicologa: ti analizzi ininterrottamente. Proprio come Otis di Sex education. Quanto lo capisce quel personaggio...
Apre la porta con una lentezza che non le appartiene, sul serio ha così paura di vedere persone che fanno sesso? Lo sguardo vaga velocemente su tutti i punti della terrazza, aspettando si abituino al buio. Lì accanto c’è l’interruttore per la luce, ma può accenderla? Non sarebbe imbarazzante se… “Oh, al diavolo!”. Lo preme e la terrazza si illumina. È un bel posticino, e la vista sui tetti dell’Ostiense non è male. Si avvicina al bordo che le arriva al petto, nessuna vertigine. Ama l’aria autunnale, e fortunatamente a Roma non è così fredda come sostiene il padrone di quella casa.
Chiude gli occhi e quando li apre nota una figura accanto a sé, si volta spaventata, sicura di non averla vista prima. È un ragazzo, vestito in abiti normali. Gli sorride, mordendosi il labbro.
«Non sei un grande fan di Halloween, come vedo.» Laura diventa subito rossa, non è da lei aprire un discorso.
Il ragazzo si volta, il volto pallido che contrasta con il nero dei suoi capelli e del suo abbigliamento, sembra quasi la luna piena quando è in cielo. Alza gli occhi verso il firmamento per cercare il satellite della Terra, non lo vede.
«È nuvoloso, oggi. E alla luna è rimasto un misero spicchio.» Le risponde lo sconosciuto.
Lei annuisce, non sa cosa dire, così sfodera l’arma che le ha insegnato sua madre fin da piccola: partire dal nome. «Come ti chiami?»
Ma il ragazzo sembra essere sparito dal nulla.
«Ti stai divertendo?»
«Non quanto te.»
«Dove sei sparita? A un certo punto non ti abbiamo più vista»
«In terrazza, avevo voglia di aria fresca.»
Laura e Flavia stanno parlando al bagno di Luca, così si chiama il padrone di quella casa che la famiglia utilizza solo ed esclusivamente per le feste. Flavia tira lo sciacquone e Laura si sposta per far lavare le mani all’amica.
«Potevi dirmi che il travestimento non era necessario.»
Laura la guarda dallo specchio. «È Halloween, il travestimento è obbligatorio.»
Escono dal bagno continuando a parlare, la musica dalla sala le obbliga ad alzare la voce. «C’è un ragazzo vestito normalmente, anche se tutto di nero. Stava su con me.» Flavia non riesce a trattenere uno sguardo malizioso. «Non fare la scema. Non so neanche come si chiama, è come sparito nel nulla.»
«Oh, beh. Delle persone che conosco sono tutti vestiti. Aspetta, chiediamo a Luca.»
«Vi assicuro che non c’è nessun ragazzo senza travestimento, ci tengo a queste cose.» Laura sente lo sguardo pesante di Luca addosso, mettere in dubbio la riuscita di una festa per lui deve essere uno smacco imperdonabile.
«Eppure ci ho parlato poco fa.» Lo sfida. Almeno ora si sta divertendo.
«Forse è un imbucato, può succedere quando la festa è uno schianto.» Flavia, in qualità di amica di entrambi, cerca di non creare tensione.
«Beh, non voglio imbucati alla mia festa.» Luca alza la voce di qualche tono, ma i suoi occhi tradiscono orgoglio. È felice di avere così tanta considerazione.
Considerazione che in un attimo svanisce, quando la musica e le luci spariscono nel nulla.
«Accidenti!» Laura non lo vede, ma potrebbe giurare che Luca abbia fatto l’espressione tipica di un bambino capriccioso.
«Okay, manteniamo la calma» fa Luca, più a se stesso. «Ora fatemi luce con le torce del telefono e vediamo il problema. Qualcuno ha acceso qualcos’altro? Messo in carica i telefoni?»
«Forse è lo spirito di Halloween!» urla qualcuno da lontano. Le risate e i mugolii degli altri vogliono dargli ragione.
Laura scuote la testa, che assurdità. Per lei tutto ha una spiegazione scientifica, anche i fenomeni più inspiegabili. Non crede agli spiriti, pensa sia la suggestione di chi ha perso qualcuno a mantenere in vita chi è morto. Anche se non hanno fatto nulla in particolare, l’elettricità li ricatapulta al 2021 e tutti esultano come l'ultima parata di Donnarumma contro l'Inghilterra agli Europei. Si accendono tutte le luci, anche quelle tenute spente per mantenere l’atmosfera spettrale; la musica ci mette qualche secondo prima di ripartire.
In una foto incorniciata al muro, Laura vede il ragazzo della terrazza. In bianco e nero, filtro che adora, dà sempre un'aria molto elengate. Blocca Luca, che la fulmina, palesemente scocciato.
«Eccolo. Il ragazzo della terrazza…»
Lei indica la foto, Luca la guarda come se fosse pazza. «Lui? Tesoro, è il fratello di mia nonna, morto nel 1953, mi pare avesse vent’anni. Forse è meglio se non bevi più, ok?» Le mette una mano sulla spalla, per nascondere l’insulto dietro un consiglio.
Laura sente sudare freddo mentre osserva la foto del ragazzo sulla terrazza.
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