sabato 17 aprile 2021

#Musica: Il principe azzurro

Come ormai ben sapete, noi di 4Muses amiamo analizzare i testi delle canzoni andando oltre, scovando il significato più profondo nascosto dietro le parole. Ne abbiamo già analizzate molte, se anche voi amate l’argomento, potete recuperare gli articoli precedenti nella sessione musica.

Oggi parliamo di una canzone di Marco Masini: “Il principe azzurro” (Giuseppe Dati, Marco Masini). È contenuta nell’album “Niente d’importante” (2011), come traccia numero cinque. Non è la prima volta che abbiamo analizzato il testo del cantante fiorentino, se vi va potete andare a leggere l’analisi dell’amore inconscio dietro a Ci vorrebbe il mare.

Prima di iniziare vorremmo farvi due piccoli appunti: il primo è quello di non prendere per assoluta verità ciò che andremo a scrivere. Fatevi quante più domande possibili, perché è l’unico modo che avete per ottenere le risposte. Il secondo è quello di precisarvi che non abbiamo alcuna certezza del fatto che la canzone abbia sul serio il significato che vi stiamo mostrando. Ma se siete appassionati come noi di occultismo, questa canzone potrebbe piacervi sul serio. Ora possiamo iniziare.
 

Ti darò la mia spada/e il coraggio/per affrontare il drago/che un giorno incontrerai

Questi primi versi sono pieni di immagini dal significato estremamente fiabesco o archetipale. Iniziamo dalla prima: la spada. È presente ovunque: nelle fiabe, nei miti, nelle leggende, addirittura nei testi sacri. Nella Bibbia, Pietro ferisce un soldato romano proprio con la spada (da qui la risposta di Gesù: “Chi di spada ferisce, di spada perisce”) e l’arcangelo Michele è rappresentato con una spada. Non possiamo di certo dimenticare le celeberrime Excalibur o Brimir, la spada di Odino. Insomma, la spada è sempre stata simbolo di nobiltà, forza, virtù ma soprattutto dell’anima. E proprio dal primo verso: “Ti darò la mia spada” riusciamo a capire che a parlare, per tutto il testo, è proprio la nostra anima.

Il drago, “che un giorno incontrerai”, è l’ultimo imponente guardiano del tesoro più prezioso che abbiamo: l’anima, appunto. Ricorderete che Malefica si trasforma in un drago quando Filippo è alla fine del cammino verso Aurora. Ed è in quel momento che il principe, ficcando la spada nel corpo del drago, la uccide. Ora, non c’è nulla di sessista in questa visione, visto che vi abbiamo già detto nell'articolo sulla Bella Addormentata, che noi siamo sia Aurora (l’anima) che Filippo (il Sé) e Malefica (l’Ego). Prima o poi tutti noi incontreremo il drago alla fine del cammino, è inevitabile. Lo affronteremo con il coraggio (dall’etimologia latina “avere cuore”, “agire con il cuore”) senza alcuna paura. A differenza di quanto si pensi, infatti, non c’è nessun dolore.  

Il mio caldo mantello/è un segreto rifugio/in qualche altro luogo fuori dal presente

Il mantello è un simbolo di difesa, un luogo di rifugio e conforto. È estremamente importante come immagine, tanto che è un indumento indossato da ogni principe delle favole non di certo solo per moda. Il mantello è infatti un velo (attenzione a quest'altra immagine, perché la rivedremo) che può essere tolto e donato a chiunque ne abbia sul serio bisogno. È uno stato di riparo temporaneo. Dai versi dopo “è un segreto rifugio/in qualche altro luogo fuori dal presente”, possiamo dedurre che si tratti del momento meditativo, quando ci ritroviamo in un momento di pausa dal mondo esterno. Fuori il presente scorre, ma noi siamo nel dentro, dove tutto è eterno. 

Ti darò il mio cavallo/per salvarti e sfuggire alla morte/e un anello che annunci l’arrivo di un bacio

Non riusciamo a elencarvi tutte le leggende del Nord Europa riguardanti i cavalli, vi invitiamo però a ricercare quella di Sigfrido, perché rispecchia tutto ciò che vi stiamo raccontando ora. Il cavallo simboleggia certo la forza, l’energia maschile e vitale, la fedeltà e la fierezza, ma è anche l’animale che riesce ad attraversare i vari mondi, pensate per esempio a Pegaso.

Sfuggire alla morte” è anche questo un concetto molto diffuso nei miti e nelle leggende. Gesù muore e dopo tre giorni risorge. Soffermiamoci un attimo sul concetto di morte. Dai vari studi di Jung, si è venuti a conoscenza che per l’inconscio la morte non esiste. Si può quindi sfuggire da qualcosa che non esiste? Ovviamente no. Da cosa la nostra anima vuole farci scappare, allora? Semplicemente dal concetto occidentale che abbiamo di morte. Pensiamo che sia la fine, ma se così non fosse? Se fosse semplicemente un passaggio? Non possiamo darvi una risposta certa, nessuno può, ancora. Allo stesso tempo non vogliamo darvi una nostra personale risposta, perché ognuno ha la sua visione e tutte sono corrette.

A rafforzare il concerto di morte trascendentale, arriva il verso dopo. L’anello è infatti simbolo di eternità. Il bacio è come se fosse la “sigillatura” di questo concetto. Pensate anche al rituale del matrimonio: prima avviene lo scambio degli anelli, poi il bacio. Come se fosse la firma dell’anima.

Chiudi gli occhi e ti amo/ma se leggerai le stelle/c’è un messaggio nascosto da un velo

Chiudi gli occhi e ti amo”. È una delle frasi che più amiamo nel panorama musicale. Avvertite la meravigliosa immagine che suscita? Quando chiudiamo gli occhi stiamo facendo sparire tutto il resto. E se la canzone è scritta dal punto di vista dell’anima, è lei stessa che ci sta dicendo “ti amo”. Poi arriva il “ma”.

Ma se leggerai le stelle c’è un messaggio nascosto da un velo” perché noi esseri umani, siamo pur sempre umani. Non ci accontentiamo del nostro interno, siamo spinti da una forza a cercare l’esterno, ecco perché proiettiamo. Quindi andiamo verso le stelle, da sempre simbolo di guida, (stella cometa, la stella del mattino) di desiderio (dall’etimologia de sidera: mancanza delle stelle), di speranza (le stelle cadenti che ci spingono a desiderare, speranzosi di un qualsiasi miglioramento). E quanti di noi colgono i messaggi nascosti dietro le stelle? Che siano messaggi dettati da un quadro astrale o dalle intuizioni, poco conta. Siamo polvere di stelle, ma non tutti lo ricordano, ecco perché il tutto è nascosto da un velo. 

Perché io sono quello che non esiste/le stesse risposte di mille anni fa/la musica nella tua testa

Se avete letto un po’ dei nostri articoli passati sulla metafisica, o se siete in cammino, forse qui non avete bisogno di spiegazioni. Altrimenti fermatevi un attimo a riflettere su cosa non è reale, e su quali risposte siano già state date mille (o più) anni fa.

La musica nella tua testa”. Attenzione: non dice pensieri, parole, immagini… ma musica. Perché proprio musica? Perché la musica è arte, armonia, insieme di suoni. E non è forse stato provato scientificamente che tutto ha un suono? L’intero universo ha la sua vibrazione e vari scienziati sono riusciti anche a captare il suono di ogni pianeta. Così come si può cogliere il suono delle piante, o delle rocce. E allora noi esseri umani siamo davvero così lontani da tutto ciò che è creato? Certo che no, anche noi abbiamo la nostra musica personale. E dato che è la nostra mente a comandare il tutto, dove può risiedere se non nella testa? 

E preparati in fretta si è fatto già tardi/vestiti di allegria/ raggiungi il mio castello con un passo arriverai/e non serve che porti bagagli e ricordi/solo quello che sei

Il castello è simbolo che richiama un luogo inaccessibile o comunque difficilmente raggiungibile. È certo una sorta di obiettivo (ricordiamo Cenerentola o Aladdin che guardano sognanti il castello, il palazzo) ma che racchiude il mistero. Forse nel 2021 non sono poi così tanto seducenti, sappiamo un po' di quello che accade lì dentro, ma questo solo perché le famiglie reali si sono aperte piano piano a favor di telecamera da metà Novecento in poi. Per il nostro inconscio, il castello è ancora un luogo misterioso, dove si può entrare solo su invito. Infatti la nostra anima è lì che ci aspetta. Non dobbiamo fare chissà quale lungo viaggio “con un passo arriverai”, né abbiamo bisogno di portare chissà cosa. Dobbiamo essere solo noi stessi. 

Sta iniziando il ballo ora che mi stai cercando/ti darò le mie braccia/la mia anima senza peccato/e una pioggia che bagni il deserto infinito di un uomo

Sì, lo sappiamo, abbiamo l’ennesimo significato esoterico: il ballo. Nel ballo si fondono insieme la nostra parte maschile con quella femminile (Aurora e Filippo cominciano a danzare appena si incontrano). Con il ballo la materia perde piano piano importanza, e diventa importante ciò che siamo: Cenerentola e il Principe perdono sia la cognizione del tempo, che quella dello spazio. Lei si dimentica dell’ora, ed entrambi di essere a un ballo aperto al pubblico. Per approfondire meglio l’argomento, vi consigliamo anche di leggere l'articolo Balla che ti passa!.

Quindi, una volta che siamo del tutto nel nostro Io interiore, siamo puri, senza alcuna macchia e cominciamo così a coltivare quello che è il nostro vero Paradiso: il nostro giardino interiore che prima era un deserto.

Chiudi gli occhi e ti amo/e se leggerai le stelle/c’è un messaggio nascosto da un velo/perché io sono una voce distante/un pensiero innocente che ti mancherà

La nostra anima ci parla in continuazione. All’inizio la sentiamo distante, come un’eco lontano a cui forse non prestiamo la dovuta attenzione. Altre volte la cogliamo, ne siamo felici, eppure poi le chiudiamo di nuovo le porte.

L’applauso all’inizio di ogni tua storia d’amore/la carezza di un padre/quell’amico che un po’ ti sapeva capire e che in te ancora crede/quella voglia di andare lontano, lontano, lontano da te 

In che modo ci parla la nostra anima? In ogni modo qualsiasi. Qui vi diremo semplicemente che lei ci parla quotidianamente, in ogni attimo. Bisogna solo cogliere i segnali. La nostra anima è nel passante che ci urta, nel bambino che gioca con noi, nell’animale che si avvicina per delle coccole… ovunque.

Te che sei libera e hai tenuto in prigione il tuo cuore/ma se lo vuoi/chiudi gli occhi/e ti amo

Ecco che comincia il Risveglio. Ai primi passi ogni iniziato comincia a percepire la prigione invisibile dell’ego, le sbarre a cui si aggrappa ogni volta che si identifica con qualcosa. Tutti noi siamo esseri innocenti rinchiusi in una gabbia. Ma ci siamo incarcerati noi, da soli. Noi abbiamo la chiave, è a nostra portata di mano in qualsiasi momento. Che aspettiamo a prenderla e ad liberarci?

Ma se leggerai le stelle quando il tempo avrà sciolto quel velo/saprai che sono/una favola/un sogno/un ingenuo bisogno di felicità/eppure la cosa più vera che è dentro di te 

E finalmente quel velo si scioglie, non ci dà più un effimero senso di riparo. Non abbiamo più bisogno di alcuna sicurezza, perché abbiamo vinto il drago della paura. E allora non importa in che modo la nostra anima si sia manifestata: se sottoforma di una favola, di un sogno, di ingenuo bisogno di felicità… (quest’ultima, un’immagine che andrebbe analizzata nel dettaglio, ma che proprio per questo non faremo: la prendiamo così com’è e lasciamo andare) Quando rispondiamo alla sua chiamata, sappiamo anche che nonostante la “realtà” che ci circonda, nonostante ogni cosa al nostro interno, sappiamo che l'anima è l’unica ad essere realmente vera.

Nessun commento:

Posta un commento