Era il lontano 2002 quando Planet Manga portò in Italia un manga, uno shonjo (ovvero rivolto principalmente a un pubblico femminile), dal nome “Nana”, scritto e disegnato da Ai Yazama.
Essendo una storia davvero molto intensa e capace di catturare i cuori di tanti, non potevamo non parlarvene. Nel 2002 vinse anche il Premio Shōgakukan per i manga, uno dei premi più importanti in Giappone per quanto riguarda i manga, appunto.
Iniziamo proprio dal principio. Nana è la storia di due ragazze che decidono di cambiare vita. Si incontrano in un gelido pomeriggio d’inverno su di un treno che sta per portarle a Tokyo. Le due ragazze non si conoscono, ma il caso vuole che si ritrovino a sedere l’una accanto all’altra in un viaggio che sembra infinito. Di carattere e dai modi di fare diametralmente opposti, le due scoprono di avere in comune una cosa: il nome. Esatto, entrambe le ragazze di chiamano Nana.
La storia è narrata come se fosse una lunga lettera di Nana Komatsu, una ragazza sempre solare e casinista, che cerca di vestire sempre alla moda, tanto da risultare spesso superficiale e da avere la straordinaria capacità di innamorarsi all’istante. È dolce, pimpante, anche se spesso viene rimproverata di egoismo. È diretta a Tokyo per iniziare a vivere una vita indipendente – anche se parte principalmente per il fidanzato – e per crescere finalmente lontano dal paesino in cui è nata. L’altra Nana, che di cognome fa Osaki, è in viaggio per provare a sfondare come artista insieme alla sua band. Diversa dall’altra per un carattere più burbero che usa per mascherare una grande fragilità che mostra a pochissimi, porta i capelli corti e un trucco molto pesante, in uno stile che oggi potremmo definire come dark. Le due entrano subito in sintonia e per un qualche strano scherzo del destino, si ritrovano ad affittare la stessa casa, diventando coinquiline. Da qui ha inizio la loro storia, un’amicizia forte, indissolubile, che farà da cornice alla vita da rockstar che farà la Nana musicista, insieme alla sua band. Quest’ultima ha un passato oscuro, un passato difficile, che inizierà a riaffiorare mano a mano che la storia andrà avanti, per sfociare completamente quando si ritroverà davanti l’uomo che ha sempre amato, Ren Honjo. La loro grande storia d’amore finì nel momento in cui Nana scelse di non rilegarsi al ruolo di moglie, di donna che supporta un uomo famoso, ma di diventare anche lei una musicista di successo, senza che il suo amore per Ren potesse in qualche modo tarparle le ali. Nana Osaki è forte e indipendente, crede fermamente nelle sue capacità e sa che potrà eguagliare e superare Ren e la sua band.
“Nana, ti ricordi la prima volta che si siamo incontrate? Dato che io sono un tipo che crede fermamente nel destino, penso che sia stato proprio il fato. Ridi pure se vuoi.”
Come dicevamo all’inizio, tutta la storia sembra una lunga lettera che Nana Komatsu, chiamata da tutti in maniera affettuosa Hachi, scrive a una assente Nana Osaki. Ma perché è assente? Quello che sembra il motivo principale ci viene detto nel manga, non nell’anime e qui c’è il grande spartiacque che separa le due narrazioni. Ovviamente non vi diremo perché Hachi a ogni inizio puntata sembra scrivere un messaggio, un rendiconto all’amica assente, come se stesse scrivendo un diario per farle sapere costantemente cosa si perde o comunque le affida costantemente i suoi pensieri, per questo vi consigliamo di iniziare a leggere il manga. L’anime scelse una direzione più semplificativa, che non ha mai soddisfatto le aspettative del fandom, ma serviva concludere la storia, dato che l’autrice non ha potuto finirla.
Anime e manga prendono due direzioni diverse per una ragione: l’autrice Ai Yazama dal 2009 ha dovuto affrontare una grave malattia che non le ha permesso di portare avanti la storia. Nonostante sia stata dimessa nel 2010 dall’ospedale presso cui era in cura, non ha mai rivelato quale fosse la malattia che l’aveva colpita, confortando i fan sul fatto che la sua malattia non fosse incurabile, escludendo cancro e leucemia. Quello che ha avuto, però, non le ha permesso di star seduta a una scrivania e a riprendere in mano la storia delle due Nana. Negli ultimi anni, però, Yazama sembra aver ripreso la matita in mano, tanto che nel 2016 aveva disegnato un capitolo del suo manga “La stanza di Junko” (Junko è un personaggio di “Nana”, un’amica della Komatsu) e nello stesso anno aveva realizzato anche le illustrazioni per il calendario di Nana.
In diverse dichiarazioni, l’autrice ha affermato di voler dare una conclusione alla storia delle due ragazze, anche se a oggi non c’è una data certa. I fan sono molto attenti a ogni singola dichiarazione perché l’ultima uscita del manga ha dentro di sé un colpo di scena così devastante che ha lasciato i lettori attoniti.
Nana è un prodotto garantito, tanto che negli anni è stato realizzato anche un film. Non è tutto: sembra infatti che nel 2021 ci sarà una versione live action della storia e a confermarlo sembrerebbero esserci queste due foto che rappresentano entrambe le Nana: il microfono di Nana Osaki con la rosa (Rose è anche il titolo della sigla dell'anime) ricevuta al primo live con la sua band, i Blast (diminutivo di Black Stones) e il tavolo su cui le due ragazze erano solite sedersi nella loro casa lungo il fiume. Speriamo che il 2021 ci porterà sia questa versione che il capitolo conclusivo della storia.
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