Se non ne avete sentito parlare è perché in Italia (fortunatamente) è un fenomeno molto meno sentito che negli USA, anche se non inesistente.
Le vittime, prevalentemente personaggi pubblici più o meno noti, vengono letteralmente cancellati ed etichettati come nulli, inesistenti.
La cancel culture (letteralmente: cultura del cancellare), nasce con il nome con cui la conosciamo oggi nel 2010, ma affonda le sue radici già nel 1990.
Chi viene cancellato è vittima di una forma di boicottaggio di massa di dimensioni grandissime, talvolta globali.
Facciamo alcuni esempi:
Ellen DeGeneres, famosissima comica, produttrice e conduttrice del talk show "The Ellen DeGeneres show" ha sempre affermato di voler creare un ambiente felice e in cui la gentilezza regnava sovrana.
Attorno alla conduttrice sono sempre gravitate voci negative, che la dipingevano come non così tanto simpatica in pubblico ed è proprio negli ultimi giorni che alcuni ex membri del personale del noto show hanno portato alla luce la realtà dei fatti, confermando le voci di corridoio, parlando dell'ambiente di lavoro come un vero e proprio inferno e menzionando molestie e abusi di potere.
Sono molte le star di YouTube America che nel corso degli anni son state sotto i riflettori per fatti a dir poco spiacevoli: da Logan Paul che nel 2018 riprese un cadavere (e ci scherzò su) durante le sue una visita a Aokigahara, chiamata popolarmente "foresta dei suicidi" proprio per l'altissimo numero di suicidi commessi al suo interno, fino ad arrivare a Jeffree Star e i suoi commenti e comportamenti razzisti e Shane Dawson con le sue battute sulla pedofilia e le battute razziste.
Proprio in seguito a questi avvenimenti di cui Jeffree Star e Shane Dawson sono protagonisti e altri che nel Maggio del 2019 hanno coinvolto anche James Charles e Tati (altri due famosissimi youtubers americani), si è iniziato a parlare seriamente della cancel culture e degli effetti che questa ha sulla società e sulle persone che la colpiscono.
I casi sono tanti, e se ne potrebbe parlare per ore, giorni. Noi di 4Muses ne stiamo portando alla luce solo una parte infinitesimale e abbiamo parlato di poche persone, eppure la lista sarebbe lunghissima: Amber Heard, Johnny Depp, Demi Lovato, Lea Michele, Louis C.K, Woody Allen.
Sono sempre di più le persone che si oppongono e che cercano di combattere la cancel culture, ma sono molte le persone che ancora la mettono in atto.
D'altronde, se hai avuto un comportamento ne prendi le conseguenze, giusto?
Sì ecco, sarebbe tutto molto bello se ci si fermasse a questo. Sarebbe bello se le cose venissero portate alla luce e gestite in modo umano, ma nel world wide web quando mai le cose vengono gestite in modo umano?
Il problema della cancel culture è che non importa quando, dove, come e perché una persona abbia avuto determinati comportamenti, non importa se quarant'anni fa o la settimana scorsa.
Non viene minimamente presa in considerazione la persona in quanto tale, e la prerogativa della cancel culture sono l'umiliazione pubblica, la deumanizzazione e il cyberbullismo.
Non importa cosa sia stato fatto, nessuno si merita un trattamento del genere. Siamo tutti umani e questi son comportamenti che distruggono la psiche della persona in modi inimmaginabili.
Ovviamente noi di 4Muses condanniamo i comportamenti di discriminazione e violenza di ogni tipo, ma le persone possono cambiare e ci sono altri modi per far capire a qualcuno quali sono stati gli errori commessi.
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