Al numero 27 di Via Veneto sorge la Chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini, o Nostra Signora della Concezione dei Cappuccini. Fu voluta da Papa Urbano VIII, in onore di Antonio Barberini, suo fratello che faceva parte dell’ordine dei cappuccini e la cui tomba è conservata all’interno della Chiesa, di fronte all’altare maggiore.
Venne costruita tra il 1626 e il 1631 e all’interno si possono ammirare le pitture meravigliose, quali: l’arcangelo Michele che caccia Lucifero di Guido Reni, la Natività di Giovanni Lanfranco, il San Francesco di Domenichino, la Trasfigurazione di Mario Balassi...
Prima dell’unità d’Italia la chiesa si trovava in una zona di campagna ed era provvista anche di campanile e di un grande convento. Furono entrambi abbattuti, il primo nell’Ottocento, il secondo negli anni venti del Novecento, per poi essere ricostruito qualche anno dopo.
Ma la vera attrazione della Chiesa è la cripta-ossario che conta circa 4000 ossa di frati cappuccini, raccolte tra il 1528 e il 1870. La cripta è divisa in cinque piccole cappelle, dove si possono trovare anche i corpi di frati mummificati.
All’ingresso si può leggere una scritta: “Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete”. Frase divenuta popolare grazie nonno Libero.
Sicuramente l’atmosfera potrebbe risultare macabra, ma entrando nelle cripte, si rimane senza fiato, completamente affascinati dall’energia del posto.
Il corpo umano è stato oggetto di arte per molti pittori, fotografi, poeti e scrittori… e continua a emozionare anche nella morte ricordandoci che qui siamo solo di passaggio e che il corpo è solo un corpo, l’anima è altrove.
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