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martedì 25 luglio 2023

#Libri: Ascolta la canzone del vento

I primi due racconti di Haruki Murakami sono stati (ri)pubblicati insieme nel 2016, assieme a un prologo davvero emozionante, dove l’autore descrive il momento esatto in cui ha deciso di diventare scrittore.


Per molti può sembrare un qualcosa di insensato, ma vi garantiamo che la chiamata alla scrittura non viene di certo dopo anni e anni di ponderazione, è invece improvvisa. Nel caso di Murakami, stava sostenendo la sua squadra di baseball, gli Yakult Swallows, al Meiji Jingū Stadium, quando durante un’azione del gioco, la mazza colpì la pallina e l’eco di quel tocco fece nascere in lui la voglia di mettersi a scrivere.
A fine partita passò in cartoleria per comprare il necessario e passò le successive notti a scrivere il suo primo romanzo breve, “Ascolta la canzone del vento”, per poi dedicarsi alla scrittura come vero e proprio lavoro alla fine del continuo, “Flipper, 1973”. Questi primi due racconti sono la base per “Nel segno della pecora” riconosciuto come suo primo e vero romanzo.

In questa breve intro, Murakami ci spiega anche qual era il suo modus operandi per lo scrivere: non sapendo da dove iniziare, decise di andare dritto al punto, pur mantenendo le emozioni e per poterlo fare decise di scrivere prima in inglese, lingua di cui conosceva pochi vocaboli essenziali, per poi ricopiare tutto in giapponese. È così che si concretizza il suo stile narrativo.
Scoprirà poi che anche l’ungherese Ágota Kristóff adottava questo metodo per i suoi primi romanzi, scritti in origine lingua francese.

giovedì 12 agosto 2021

#MustToRead: La fine del mondo e il paese delle meraviglie

È la seconda volta che facciamo la recensione di un romanzo di Murakami, se vi siete persi la prima potete recuperarla nell’articolo L’uccello che girava le viti del mondo. Così come vi abbiamo detto in precedenza, non è stato facile neanche questa volta leggere il romanzo. Non perché sia complicato o di difficile lettura, ma perché ha così tanta introspezione e verità occulte che capitolo dopo capitolo abbiamo avuto bisogno di riflettere parecchio.

Il romanzo è stato pubblicato nel 1985, vincendo il Premio Tanizaki (uno tra i più grandi riconoscimenti letterali del Giappone) dello stesso anno. Quasi sicuramente un romanzo distopico, ma non ci piace definirlo così. Se avete letto gli articoli precedenti o ci avete ascoltato su ApolloStation, a RadioSapienza, sapete quanto sia importante per noi l’inconscio e la “creazione” della nostra realtà.

Murakami anche questa volta parla di ciò, il tutto velato sotto la fantasia del suo romanzo. 

giovedì 8 aprile 2021

#MustToRead: L'uccello che girava le viti del mondo

Ammettiamo che il romanzo “L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami, non è di semplice lettura. Noi stesse abbiamo dovuto interromperlo più volte per prenderci dei momenti di lunga riflessione e introspezione.

Il romanzo è del 1995, ma ambientato del passato, nel decennio precedente. Non mancano, però, vari flashback, fino ad arrivare alla guerra sino-giapponese. (1937-1945)

“Quando non si ha niente da fare, i pensieri vagano sempre più lontano. E quando si sono allontanati troppo, poi non si riesce più a seguirli.”

Toru Okada ne è il protagonista principale, tanto che i fatti sono raccontati dal suo personale punto di vista. A interrompere ogni tanto i suoi ricordi abbiamo le vicende della moglie Kumiko, di May Kasahara, sua vicina di casa, del Tenente Mamiya, di Malta e Creta Kano e di Nutmeg Akasaka, che raccontano a Toru il loro passato, o lo fanno entrare nei loro pensieri attraverso lettere o sogni.

martedì 1 agosto 2023

#Libri: Flipper, 1973

Come accennato nell’articolo recensione su “Ascolta la canzone del vento”, Flipper, 1973 è il secondo romanzo breve di Haruki Murakami, e seguito del primo.     

È stato pubblicato nel 1980 ed è stata proprio questa pubblicazione a dare il via alla carriera dello scrittore giapponese, che mollerà la sua vita precedente per dedicarsi alla letteratura.

mercoledì 14 febbraio 2024

#Intervista: Mattia Rame

ph. Gioele Vettraino
Per il podcast Apollo Station su Twitch e Youtube abbiamo voluto intervistare Mattia Rame, ma un problema tecnico causato da un qualcosa di ancora sconosciuto a noi, ha fatto in modo che alcune parti dell’intervista fossero praticamente mutate.


Per non perdere la nostra chiacchierata che ha trattato di temi molto importanti, però, abbiamo deciso di trascriverla e pubblicarla online sul nostro sito.

Ringraziamo ancora Mattia Rame per la sua disponibilità e per l
’incredibile anima e artista che è

sabato 24 settembre 2022

#Libri: Le bugie del mare

Ci sono alcuni titoli che vengono “spammati” (pubblicizzati in maniera eccessiva) praticamente ovunque, che anche quando esci di casa trovi qualcuno che tiene il libro sotto il braccio o sul treno trovi qualcuno che lo legge con evidente interesse. Incuriositi, ci siamo anche noi approcciati a “Le bugie del mare”, di Kaho Nashiki. Come sapete, noi siamo davvero affascinati dalla letteratura del Sol Levante con autori come la Yoshimoto, Murakami, Arikawa e Shimazaki, e avevamo già letto “Un’estate con la strega dell’Ovest” della Nashiki, quindi con un romanzo così tanto pubblicizzato ci sembrava una buona idea provare nuovamente. Beh, non è andata come speravamo.

giovedì 13 ottobre 2022

#Libri: Appartamento 401

Avete presente quella strana sensazione di chiudere un libro e non capire se vi è piaciuto o meno il finale? Che è risultato talmente imprevedibile e talmente “strano” da rimanere con la confusione più totale in testa mentre ancora lo tieni stretto tra le mani? È quello che è successo a chi sta scrivendo l’articolo dopo aver letto “Appartamento 401” di Yoshida Shuichi. Si tratta di un romanzo noir, anche se fino alle ultime pagine, tutto sembra tranne che qualcosa che si avvicina a un thriller. Uscito per la prima volta nel 2002, quando all’autore valse il premio Yamamoto hu¯goro¯, in Italia è arrivato solo nel 2019 e inserito nella collana dell’Universale Economica Feltrinelli. Ma vediamo di parlare della storia, cercando di non fare spoiler.

La storia è ambientata a Tokyo, nel quartiere di Setagaya. Nell’appartamento 401 vivono illegalmente quattro ragazzi: Sugimoto Ryosuke (i 21 anni, iscritto alla facoltà di Economia dell’Università H.), Okouchi Kotomi (di 23 anni, chiamata affettuosamente da tutti Koto-chan), Soma Mirai (pittrice di 24 anni) e Ihara Naoki (28 anni, che lavora in una casa di distribuzione cinematografica). Questi quattro, insieme, hanno formato una sola grande famiglia, dovendo affrontare dei problemi comuni del quotidiano. A mettere una nota di mistero nella narrazione, c’è l’appartamento di fronte, il 402, dove sembrano nascondersi segreti loschi o strani giri di prostituzione. Mentre cercano di svelare lo strano mistero, improvvisamente i quattro ragazzi si trovano sul divano un ragazzo bizzarro, Satoru, che dormicchia. Di chi è amico? Nessuno sembra conoscerlo o ricordarsi di lui, nessuno sembra averlo invitato. Nel frattempo, nel quartiere si susseguono strane aggressioni nei confronti delle donne. Che il nuovo arrivato c’entri qualcosa?

mercoledì 6 luglio 2022

#Libri: L'abito di piume

Come avrete potuto intuire, noi di 4Muses siamo molto affascinate dalla letteratura orientale. Non esitiamo a conoscere autori “nuovi”, infatti abbiamo parlato dei libri di Kaho Nashiki (“Un’estate conla strega dell’Ovest”), Aki Shimazaki (“Il peso dei segreti) e Yu Hua (“Il settimo giorno”), anche se spesso non facciamo che tornare a scrittori di cui abbiamo già saggiato le abilità, come è successo per Murakami (“La fine del mondo e il paese delle meraviglie” e “L’uccello che girava le viti del mondo”) e per Banana Yoshimoto: abbiamo scritto le recensioni infatti di  “Kitchen”, “Sonno Profondo” e “Su un letto difiori”. Recentemente di suo ci è capitato tra le mani il romanzo “L’abito di piume”, pubblicato per la prima volta nel 2005.

La trama è abbastanza lineare, seppur dal forte impatto emotivo che la Yoshimoto riesce a imprimere nei suo testi. Siamo a Tokyo, la giovane Hotaru riceve una chiamata che le sconvolge completamente la sua idea di mondo: il fidanzato (di cui lei era l’amante) la lascia con una telefonata, adducendo come scusa che la relazione non può andare avanti, perché deve prendersi cura della moglie malata, che recentemente è venuta a conoscenza della relazione clandestina del marito. Non c’è il minimo turbamento: Hotaru viene mollata con poche e asettiche parole. La giovane fa quindi ritorno al suo paese natale, un piccolo borgo per cui passa un placido fiume. Lì la protagonista cerca di rimettere insieme i pezzi, ricucendo vecchi rapporti e creandone di nuovi: fa così la conoscenza di Mitsuru, un ragazzo che ha tutta l’aria di appartenere a un vecchio ricordo.

venerdì 17 dicembre 2021

#Libri: Su un letto di fiori

[Larticolo contiene spoiler]
  
Leggere di uno scrittore giapponese è quasi sempre una forte esperienza interiore, per questo per molti questi libri possono non piacere. A volte mettersi a nudo, riconoscersi in alcune pagine non è per nulla semplice e per questo spesso meritano un’attenzione maggiore rispetto a qualsiasi altro romanzo. Lo abbiamo visto con i due libri di Murakami (“L'uccello che girava le viti del mondo” e “La fine del mondo e il Paese delle Meraviglie”) e con “Kitchen” di Banana Yoshimoto. Oggi vogliamo parlarvi di un altro libro di quest’ultima autrice, “Su un letto di fiori”, uscito nella collana “I narratori” della Feltrinelli nel settembre di quest’anno.

Il libro, di sole centoventotto pagine, segue la storia di Miki, che da neonata è stata trovata avvolta dalle alghe in riva al mare. Da quel momento la sua vita prende una strada fatta di amore incondizionato, dato da una famiglia allargata che, dopo averla trovata, le permette unesistenza spensierata, malgrado alcuni soggetti siano un po’ sopra le righe. Il nonno, infatti, era in grado di esercitare il potere dell’attrazione e di avere una gioia nella vita che riesce a trasmettere anche a sua nipote. Miki e la sua famiglia gestiscono un piccolo bed & breakfast, alle cui spalle sorge un casolare cupo e “stregato”.