Di tutte le statue parlanti di Roma, ce n’è una che tutti conoscono e che, passeggiando per l’omonima via, hanno visto e indicato: stiamo parlando del Babuino, una fontana che non brilla per la sua estetica.
I romani sono soliti chiamarlo “ er babbuino” per il suo corpo deforme e il viso animalesco – da scimmia appunto. Si tratta, in realtà, della raffigurazione di un Sileno giacente, di una divinità distesa sul fianco dedita al vino prima che cambiasse il nome in Bacco o Dioniso. Secondo altri la denominazione di “babbuino” verrebbe dal termine “babbione”, ovvero cialtrone, svitato. Il sorriso è tronfio, la posa comoda, come un ubriaco che, stesosi su di una panchina, osserva i passanti mettendosi anche in mostra in tutta la sua bruttezza.
I romani sono soliti chiamarlo “ er babbuino” per il suo corpo deforme e il viso animalesco – da scimmia appunto. Si tratta, in realtà, della raffigurazione di un Sileno giacente, di una divinità distesa sul fianco dedita al vino prima che cambiasse il nome in Bacco o Dioniso. Secondo altri la denominazione di “babbuino” verrebbe dal termine “babbione”, ovvero cialtrone, svitato. Il sorriso è tronfio, la posa comoda, come un ubriaco che, stesosi su di una panchina, osserva i passanti mettendosi anche in mostra in tutta la sua bruttezza.