martedì 27 ottobre 2020

#StorieRomane: Statue Parlanti e Pasquino

Passeggiando per Roma, non è insolito imbattersi in alcune statue dall’aspetto quasi divertente, pezzi di marmo danneggiati che fanno bella mostra di sè. Alcune, addirittura, sembrano essere proprio in posa per farsi fotografare, indolenti alle prese in giro dei passanti nonostante il loro discutibile aspetto. Pasquino, Madama Lucrezia, Marforio, il Babbuino, il Facchino e Abate Luigi, per un totale di sei, costituiscono la serie delle “Statue parlanti”.

Le Statue Parlanti sono un complesso artistico i cui pezzi sono sparsi per tutta la città. I Romani erano soliti  affiggerci sopra messaggi satirici, anonimi, spesso contro i governanti, esprimendo così malumore popolare nei confronti del potere, della corruzione ed dell'arroganza dei suoi rappresentanti. Questi bigliettini, appunto, prendevano il nome di “pasquinate” e la statua più nota di questo gruppo si chiama “Pasquino”.

Frammentato, senza arti, Pasquino è una scultura del III secolo a.C. e si è parecchio incerti su ciò che rappresenta: sembra un guerriero o addirittura due che alcuni identificano come Aiace e Achille, Menelao e Patroclo oppure Ettore contro i centauri. 

Secondo le prime ricostruzioni, Pasquino doveva essere un ornamento dello Stadio di Domiziano (oggi una piazza). Considerato di poco valore, venne posto in un angolo e quando venne occupata dall'influente cardinale Oliviero Carafa. Ne finanziò comunque il restauro, aggiungendo il suo stemma e una targhetta celebrativa. 

Presto si diffuse l’usanza di mettere intorno al collo della statua messaggi scomodi, delle satire in versi contro il papato. Papa Giovanni VI tentò di sbarazzarsene, così come Sisto V e Clemente VIII, ma sempre senza successo. Addirittura Benedetto XIII fece montare la guardia intorno alla statua, condannando alla forca chiunque si fosse “macchiato” delle pasquinate. Un poeta, Niccolò Franco, venne giustiziato come colpevole, ma i bigliettini satirici non si fermarono. 
Per qualche anno, però, Pasquino parve dormiente, tra la Breccia di Porta Pia e altri artefatti che cambiarono la città. Si ridestò nel 1938, quando Roma si preparava in pompa magna per la visita di Hitler:


Povera Roma mia de travertino
te sei vestita tutta de cartone
pe' fatte rimira' da 'n imbianchino
venuto da padrone!”

 

Ad oggi non è più possibile attaccare le pasquinate sulla statua, recentemente restaurata, ed è stato messa accanto una bacheca per lo scopo.

Restate sintonizzati per saperne di più sulle altre Statue Parlanti!

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