giovedì 1 aprile 2021

#Cinema&SerieTv: Pasqua in American Gods

Il panorama delle serie televisive si amplifica giorno per giorno. Episodio dopo episodio le storie che si susseguono sono sempre molteplici, differenti e raccontano, in un modo o nell’altro, il mondo nel quale viviamo e siamo completamente immersi.
Qualche giorno fa si è conclusa la terza stagione di una serie, prodotta da Starz, che schiera in campo le “divinità americane”. Molti di voi, se non dovessero conoscere questa serie, si stanno domandano che cosa loro abbiano a che fare con la festività o i festeggiamenti di Pasqua. Ma dovreste saperlo, noi di 4Muses ci divertiamo a trovare paragoni e confronti nei luoghi più nascosti e oggi, in particolare, vi parleremo di una specifica puntata di questa serie, che porta in auge tutti i dissidi che si sono creati a livello votivo nel corso dei secoli.

La serie in questione si chiama, per l’appunto, American Gods (Recensione 3° stagione) e prende ispirazione dalla geniale penna di Neil Gaiman, un soggetto molto particolare che si diletta nel documentarsi e nello studiare ogni sorta di mitologia e di mito. Pensate che lui è l’autore di moltissime storie sia per la DC che per la Marvel, in particolare la storia più nota su Sandman - resa audio da Amazon - è stata stesa proprio da lui. Un genio, dunque, che affianca gli showrunner della serie e che ha contribuito a creare un mondo unico in grado di narrare il presente attraverso narrazioni e stereotipi che si sono sedimentati nel corso del tempo.
American Gods porta in scena la divinità che sono approdate nel nuovo mondo, quando era agli albori e, quando i conquistadores o i coloni erano appena arrivati pronti per poter strappare e conquistare quelle terre ancora vergini.

Il tutto si basa su una semplice domanda, che supera anche la fantasia o la storicità che viene messa in scena: nasce prima l’uomo o la divinità?

mercoledì 31 marzo 2021

#Pasqua: Impara ad aver fiducia

L’essere umano per comprendersi utilizza la proiezione. Capisce ciò che va o non va grazie ai comportamenti altrui. Ecco, pensiamo che le generazioni antiche siano state veramente molto sagge.


Non si affidavano troppo alle gesta dei loro vicini di casa, loro guardavano la natura. Stagione dopo stagione, scoprivano dei lati di loro stessi. Piante e animali erano gli insegnanti di una scuola senza confini. E apprendevano senza alcun limite all’immaginazione. 

martedì 30 marzo 2021

#Costume&Società: Il coniglio pasquale? Una lepre

Il periodo di Pasqua è il periodo della cioccolata in abbondanza, simboleggiata dall’uovo al latte, fondente o misto, con le nocciole, al pistacchio, insomma di vario genere. Si è soliti, però, regalare anche i conigli di cacao, ma perché in questo periodo di festa si utilizza l’immagine del coniglio?

Iniziamo intanto a dire che, più di un generico coniglio, parliamo di una lepre. Per gli antichi Britanni, questo animale era una divinità lunare e ucciderlo era un tabù. Per i Celti la lepre aveva poteri divinatori ed era portatrice di presagi a seconda di come si muoveva nell’erba alta. La lepre è presente nelle leggende di culture lontane tra loro, eppure in tutte ha qualità magiche. Secondo la tradizione buddhista, una lepre tendeva a lanciarsi ripetutamente sul fuoco perché Buddha se ne cibasse che, per sdebitarsi, impresse la sua immagine sulla Luna. In Cina, la lepre viene raffigurata con in mano un pestello mentre prepara l’elisir di lunga vita e per i Nativi Americani era l’eroina dell’alba, della trasformazione, la creatrice e la salvatrice. Per gli Egizi era simbolo di luce, infatti Osiride vinse la morte e venne simboleggiato con una lepre. Per la cultura norrena, la dea Freyja aveva delle lepri al suo servizio, mentre nel folklore europeo era legata al grano, perché vi si nascondeva nei periodi di mietitura. La stessa Afrodite per i Greci era considerata come una lepre, per la sua fecondità.

lunedì 29 marzo 2021

#Musica: La luce dell'Est

Vi ricordate quando a scuola dovevamo spiegare e interpretare le poesie? Ecco, non sapendo bene il perché, abbiamo perso l’abitudine di farlo anche con le canzoni. Pensiamo che un testo abbia solo il significato letterale, al massimo allegorico. Ma se non fosse solo ciò? 

Certo, non vogliamo dire che le nostre interpretazioni siano le uniche sole giuste; non crediamo neanche al giusto o sbagliato. Vogliamo però darvene una in più, così, tanto per riflettere da un altro punto di vista. 

Oggi siamo qui per analizzare un’altra canzone di Lucio Battisti, scritta da Mogol: La luce dell’est. E se non fosse solo una canzone che parla di un amore passato, frutto di una vacanza nell’Europa dell’Est? E se fosse anche una canzone di iniziazione alla metafisica?

Vi sentiamo, sappiamo che state pensando: “Vedete la metafisica ovunque.” No, la risposta è che vediamo la metafisica dove c’è.

sabato 27 marzo 2021

#Arte: Koson Ohara

L’arte asiatica, si sa, in Italia è quasi sconosciuta. Le ragioni sono abbastanza ovvie: noi siamo un popolo di artisti, eppure le arti sono le prime a essere bistrattate. Abbiamo visto chiudere i musei, cinema e teatri, per di più i giovani sono abituati a entrare in contatto con l’arte solo attraverso la scuola, ma di certo l’apprezzamento di un’opera vista su di un libro è ben diverso rispetto al partecipare a una mostra. 

L’arte è una scoperta continua e per caso noi di 4Muses abbiamo scoperto l’esistenza di questo artista, Koson Ohara, e siamo rimaste affascinate dalle sue opere inerenti alla natura e al mondo animale. Koson Ohara è lo pseudonimo di Ohara Matao ed era un disegnatore e pittore giapponese, vissuto a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Si fa conoscere come artista realizzando alcuni trittici silografici (un’opera divisa in tre e realizzata creando una matrice che viene prima inchiostrata e, con un torchio, riportata su carta o tela) in stile “ukiyo-e” (la stampa su carta appunto) che illustrano episodi della guerra russo-giapponese (1904-1905). Questo è solo l’inizio, perché la sua maggior produzione artistica è costituita da pitture e stampe kachō-e (la tecnica di stampa ukiyo-e con uccelli e fiori come soggetti).

venerdì 26 marzo 2021

#Cinema&SerieTv: Sherlock Holmes moderno

Nato dalla penna di sir. Arthur Conan Doyle, l’investigatore Sherlock Holmes è sempre stato un personaggio enigmatico e affascinante. Il primo romanzo, “Uno studio in rosso” del 1887, lo vede come protagonista con a fianco il suo amico fidato John Watson (e no, la frase “Elementare, Watson” non è assolutamente una citazione scritta da Conan Doyle). 

Nei romanzi, Sherlock è un personaggio del giallo deduttivo, del thriller psicologico che porta lo spettatore a vedere il protagonista a combattere battaglie mentali per risolvere i casi, fino al “combattimento” finale contro il suo acerrimo nemico, James Moriarty. Le storie di questo personaggio vengono sempre narrate in prima persona da John Watson, che si prende il compito di conservare le memorie dello straordinario investigatore, nonché migliore amico, con cui ha avuto il piacere di lavorare. 

A partire dal 2009 le indagini del più intelligente tra gli investigatori sono tornate a conquistare il pubblico. Ad aprire questa nuova corrente è stato il film “Sherlock Holmes” diretto da Guy Ritchie in cui i ruoli di Sherlock e Watson erano affidati a due attori straordinari: Robert Downey jr e Jude Law.

giovedì 25 marzo 2021

#Libri: Il Tao della fisica

Vi sarete sicuramente accorti che noi di 4Muses amiamo parlare di filosofia e spiritualità. Possiamo passare intere giornate a discutere di questi argomenti, tanto da trovare parallelismi tra la Disney e i testi sacri delle varie religioni o filosofie.
Ciò che ci manca è sicuramente una mente scientifica, ma questo può essere davvero un ostacolo?
Spesso ci siamo imbattute in persone che hanno ascoltato affascinate i nostri discorsi, liquidando il tutto in: «Molto interessante, peccato che di concreto non ci sia nulla». Anche se siamo rimaste sempre un po’ perplesse (insomma, che vuol dire “che in concreto non ci sia nulla”? La felicità, la rabbia, la paura, l’amore... sono forse tangibili? Eppure non ci pare qualcuno le metta in dubbio) siamo comunque molto curiose e ci siamo chieste: “cosa dice la scienza in riguardo?”.

Non credendo alla casualità delle cose (“caso” è solo una parola che diamo a ciò che ancora non conosciamo) ci siamo imbattute in un libro: “Il Tao della fisica”, di Fritjof Capra. Inutile dire che abbiamo deciso di acquistarlo e che lo abbiamo letto tutto d’un fiato.