Ho conosciuto la favola de: "la rana e lo scorpione", attribuita a Esopo, nel 1999, grazie alla musicassetta degli 883 “Grazie mille”. Da bambina mi piaceva tantissimo, tanto che il nastro era quasi rovinato nella parte in cui si narra la storia. Crescendo mi è rimasta sempre impressa la frase: “Perché sono uno scorpione, è la mia natura”. E ora che sono ormai donna, mi rendo conto di quanto le persone non cambino realmente. Possono limare i propri difetti, possono evitare certi comportamenti, ma finché agiscono a seconda della propria natura umana (l’Ego), non cambieranno mai del tutto.
"Lo scorpione doveva attraversare il fiume, così non sapendo nuotare, chiese aiuto alla rana. «Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda». La rana rispose: «Fossi matta! così appena siamo in acqua mi pungi e mi uccidi». «Per quale motivo dovrei farlo?», incalzò lo scorpione. «Se ti pungo, tu muori e io annego»."