lunedì 8 agosto 2022

#Personaggi: Robbie Williams

Tutti noi, forse, abbiamo quell’artista di cui siamo così tanto fan da non menzionare quasi mai, come se fosse un segreto o un qualcosa di solo nostro. Non c’è ossessione, forse non lo seguiamo neanche sui social, perché vogliamo che rimanga per noi solo l’artista.
Chi sta scrivendo l’articolo prova ciò per Robbie Williams: non conta se ne è innamoratissima da quando era bambina o se ha due tatuaggi con frasi delle sue canzoni, a volte persino lei si dimentica di quanto sia fan di Robbie. Ecco perché è giunto il momento di dedicare un articolo al cantante britannico. 

Robbie Peter Williams nasce il 13 febbraio 1974, a Stoke-on-Trent, nello Staffordshire. Sua madre, di origini irlandesi, è Theresa Janet Farrell, mentre suo padre è Peter Williams. I genitori gestiscono insieme un pub, il Red Lion, a Burslem e sono i licenziatari del Port Vale FC Social Club, una squadra inglese di quarta divisione di cui Robbie è ancora un grandissimo tifoso.
Theresa e Peter, però, divorziano quando Robbie ha solo tre anni, mettendo fine anche alla gestione del pub. Theresa diventa una fiorista, mentre il padre intraprende la carriera artistica divenendo un attore di teatro e comico con il nome di Pete Conway.
Robbie rimane con la madre e quando ha le vacanze estive, segue il padre in tournée. La passione per il mondo dell’arte nasce proprio da queste tappe e a soli dieci anni Robbie è deciso a diventare artista.
La vita di Robbie è così divisa tra la scuola: la St. Margaret Ward Catholic School in Tunstall e la scuola di ballo UKDDF, dove prende parte a molti spettacoli, tra cui il musical Oliver! – dal romanzo Oliver Twist – dove interpreta Artful Dodger.

Nel 1990 sua madre legge l’annuncio pubblicitario in cui si stanno cercando dei ragazzi che sappiano cantare e stare sul palco per formare una nuova boy band. Robbie ha solo sedici anni, ma accetta la sfida e per il suo modo di porsi e comunicare, conquista da subito il manager e produttore discografico Nigel Martin Smith. In breve tempo si uniscono anche Gary Barlow, Mark Owen, Howard Donald e Jason Orange, dando così il via alla carriera dei Take That.
Per il primo anno il gruppo si esibisce in piccoli club, scuole e in eventi modesti del Paese, ma quando pubblicano la cover dei Tavares, “It Only Takes a Minute” (1975), il successo arriva immediatamente. Nel giugno del 1992 raggiungono la settima posizione della Official Singles Chart, stesso posto che conquistano anche quattro mesi dopo, con “A Milion Love Songs”.
Nel gennaio 1993 hanno ancora un’impennata, perché la cover di Barry ManilowCould It Be Magic” (1973) raggiunge la terza posizione. A ottobre esce il loro album: “Everything Changes”, che raggiunge da subito la prima posizione della Official Albums Chart, con quattro singoli che rimangono a lungo nella prima posizione delle classifiche del Regno Unito: “Pray”, “Relight My Fire”, “Babe” e “Everything Changes”.

Molto del materiale è stato scritto dal frontman Gary Barlow, ma Robbie diventa quasi da subito la voce principale del gruppo. Non è tutto oro quello che luccica, però. Robbie non è pronto per una vita del genere: è vero, può avere tutto, è ricco, famoso, piace alle ragazze – e non solo – ma il successo ha bisogno di disciplina e Robbie non va molto d’accordo con le regole. Nigel è un manager esigente, vede il potenziale che hanno i Take That, tanto che diventano il primo gruppo inglese, dopo i Beatles, a creare una vera e propria isteria nelle masse. Per questa tensione sulle spalle, Robbie comincia ad abusare di alcol e cocaina, tanto che nel 1994, prima della loro esibizione agli MTV Europe Music Awards tenuti a Berlino, rischia quasi un'overdose.

Il successo, comunque, continua a essere inarrestabile. Il 1995 è ricco di eventi: l’album “Nobody Else” esordisce già al primo posto sia nel Regno Unito, che in tutta Europa. I singoli “Sure” e “Never Forget” schizzano subito alla prima posizione della Official Singles Chart, “Back For Good” rimane primo in classifica nel Regno Unito e in altre trenta nazioni di tutto il mondo per un mese, entrando anche nella settima posizione della Billboard Hot 100. I Take That conquistano così gli Stati Uniti.

Come in una sorta di legge del contrappasso, più aumenta il successo, più i problemi interni alla band si fanno pesanti. Gli altri componenti pregano Robbie di risolvere i suoi problemi con le droghe, mentre lui chiede semplicemente di avere più spazio. Vede Barlow come un arrogante che vuole imporsi come leader, non capendo che non possono dare un tale compito a lui, che non riesce a rimanere costante. Per questi problemi di comunicazione – e probabilmente di orgoglio – nel luglio del 1995, Robbie lascia il gruppo.
Nonostante questo, i Take That continuano il loro tour mondiale, anche se l’assenza di Robbie si fa presto sentire. Proprio il 13 febbraio 1996, annunciano ufficialmente la loro separazione. A marzo, però, i loro ultimi due lavori: la “Compilation Greatest Hits” e il singolo cover dei Bee GeesHow Deep Is Your Love” (1977), ottengono lo stesso il primo posto delle classifiche.

Per ben cinque anni i Take That hanno fatto sognare il Regno Unito, dando una ventata di freschezza e facendo risalire ricordi di un’impresa che prima di allora era toccata solo ai Beatles.
Lo scioglimento del gruppo non basta a Robbie per ritrovare la pace, anzi. Nel 1995 partecipa al Festival di Glastonbury, dove si partecipa al concerto degli Oasis, ma è totalmente sotto il controllo delle droghe, tanto da riuscire a compromettere la sua amicizia con Noel e Liam Gallagher.
Per altri due anni Robbie sembra andare sull’orlo del precipizio, ed è nel 1997, grazie a Elton John, che Robbie accetta di andare in riabilitazione e ricominciare seriamente con la sua carriera.

Già l’anno prima lancia come solista la cover di George MichealFreedom” (1990), raggiungendo la seconda posizione della Official Singles Chart.
Così si chiude negli studi di Londra, conosce Guy Chambers (compositore e produttore) con cui lega da subito e che diventa il suo co-autore.
Il suo primo album, “Old Before I Die” raggiunge la seconda posizioone, “Life Thru a Lens” l’undicesima; i singoli “Lazy Days” e “South Of The Border” non ottengono un buon successo, ma il tutto cambia quando Robbie fa uscire il singolo “Angels”. Per dodici settimane il brano è nella Top 10, fermandosi però alla quarta posizione. L’album è al primo posto della Official Albums Chart, sia nel Regno Unito che in altri venti paesi del mondo. Angels, però, non riesce ad arrivare al primo posto, nonostante sia ancora adesso il brano di maggior successo di Robbie.
Alla sua uscita vende 1,5 milioni di copie solo nel Regno Unito, nel 1999 vince un Ivor Novello e un BRIT Award come canzone dell’anno.
Nel 2004 è stata votata come il miglior singolo che avrebbe dovuto essere al numero uno, l’anno seguente ha vinto un altro Ivor Novello Award come brano del decennio, e un secondo BRIT Award come miglior singolo degli ultimi venticinque anni.
Anche “Let Me Entertain You”, altro singolo estratto, raggiunge la terza posizione.
Life Thru A Lens ha così il successo che merita: rimane nella Top 10 per quaranta settimane consecutive, e ancora oggi è uno dei 60 album più venduti di sempre nel Regno Unito, dove ha superato i 2,5 milioni di copie vendute.
Grazie a questo successo, Robbie inizia il suo tour come solista in giro per l’Europa.

Nell’ottobre del 1998 esce “I’ve Been Expecting You”, album che esordisce al primo posto della Official Albums Chart, battendo di nuovo il suo record: a oggi ha venduto oltre cinque milioni di copie in tutto il mondo. Nel Regno Unito è il suo best seller, e uno dei 60 più venduti di sempre. Con questo album Robbie vince i BRI e MTV Europe Music Award come miglior artista maschile.
Millennium” si aggiudica il primo posto e vince il BRIT Award 1999 come video dell’anno. “No Regrets”, brano che parla della sua avventura con i Take That, e “Strong”, che ha vinto un Ivor Novello Award per il miglior testo, raggiungono la Top 5, mentre la sua cover di “She’s The One” raggiunge di nuovo il primo posto, vincendo i BRIT Awards 2000 come canzone e video dell’anno. ha avuto così tanto successo che tutti l’associano come brano di Robbie Williams, invece dei World Party. “It’s Only Us” viene scelta come tema per FIFA 2000, il famosissimo videogioco.

Anche se con il successo partecipa al Tonight Show di Jay Leno e al Late Show di David Letterman, Robbie negli Stati Uniti rimane pressoché sconosciuto. Ma tanto meglio per noi europei, dopotutto.
Nell’agosto 2000 viene pubblicato l’album totalmente pop-rockSing When You’re Winning”, che esordisce al primo posto nel Regno Unito, Irlanda, Germania e Nuova Zelanda, raggiungendo la Top 10 in altri nove paesi. Supera di nuovo il suo record, entrando anch’esso nei 60 album più venduti di sempre nel Regno Unito. Robbie vince ancora i BRIT Award e l’MTV Europe Music Award come miglior artista maschile nel 2001.

Rock DJ” diventa il suo singolo di maggior successo dopo Angels. Arriva, infatti, al primo posto anche in tredici paesi europei, in Messico, Argentina e Australia.
Il video, in cui Robbie per attirare l’attenzione di una DJ si strappa i vestiti e non riuscendoci continua con muscoli e organi interni, all’epoca in cui viene pubblicato suscita scandalo, tanto da venire censurato. Comunque nel 2001 vince i BRIT Award come canzone e video dell’anno, l’MTV Video Music Award per i migliori effetti speciali, l’MTV Europe Music Award come miglior canzone.
Anche altri brani dell’album, come: “Kids” – in duetto con Kyle Minogue - , “Supreme” e “Let Love Be Your Energy” entrano nella Top 10 della Official Singles Chart, mentre “Eternity/The Road To Mandalay” nel Regno Unito ottiene il primo posto, conquista la Top 10 in altre dieci nazioni. Per il terzo anno consecutivo, Robbie Williams è l’artista più trasmesso nelle radio inglesi.
Per la prima volta il tour estivo di Robbie conquista gli stadi d’Europa, con il sold-out già a poche settimane dall’uscita dei biglietti.

Ora, prendete un respiro profondo e ripetete con me: “Non devo essere un fanatico dei Queen”. Bene, procediamo. Nello stesso periodo a Robbie viene proposto di registrare una sua versione di “We Are The Champions”, dei Queen, per la colonna sonora del film “A Knight’s Tale”. Gli stessi Brian May e Roger Taylor, sentendo la registrazione, gli propongono di diventare il nuovo frontman dei Queen, gruppo ancora fermo dalla morte di Freddie Mercury. Robbie rifiuta, non sentendosi all’altezza del ruolo.
Se abbia fatto bene o male, non sta a noi giudicarlo.
Comunque continua a lavorare, registrando “Have You Met Miss Jones?” per il film “Il diario di Bridget Jones”.

È il momento per Robbie di prendersi una pausa, che nel campo artistico equivale semplicemente a sperimentare nuove sonorità. Robbie decide di dedicarsi alla passione condivisa col padre per Frank Sinatra, per lo swing e il jazz, così si mette a lavoro su “Swing When You’re Winning”, che esordisce alla prima posizione nel Regno Unito. Inutile dirvi che rimane nelle classifiche di tutta Europa, anche per otto settimane consecutive, basta solo pensare che l’album vende 7,5 milioni di copie in tutto il mondo, 2,6 solo in patria. Nell’album sono presenti i duetti con Nicole Kidman, (“Something Stupid”), Rupert Everett (“They Can’t Take That Away From Me”), Jane Horrocks (“Things”) e Jonathan Wilkes (“Me And My Shadow”), suo amico d’infanzia. In “It Was A Very Good Year”, Robbie Williams canta le prime due strofe, mentre le ultime due sono le originali di Frank Sinatra, morto qualche anno prima, nel 1998.
Con “Something Stupid”, Robbie Williams arriva al primo posto delle classifiche di album e singoli contemporaneamente, per la prima volta nella sua carriera.
La promozione dell’album è stata un concerto d’orchestra alla Royal Albert Hall di Londra, tenuto il 10 ottobre 2001. Lo spettacolo è andato in diretta BBC, per poi essere pubblicato in un DVD. Nel 2003 ottiene una nomination ai Grammy Award come Miglior Video Long Form.

Se avete pensato: “Wow, che carriera straordinaria”, vi assicuriamo che ancora non è nulla, perché il bello sta arrivando ora.

Sul finire del 2002 viene pubblicato “Escapology”, album, inutile a dirsi, che esordisce al primo posto delle classifiche e rimane per dieci settimane consecutive. In poco tempo diviene già l’album più venduto dell’anno nel Regno Unito. L’album, comunque, raggiunge il primo posto in ben cinquanta nazioni di tutto il mondo. Tra il 2002 e il 2003, solo per questo album, vince i BRIT Awards e gli MTV Asia Award come miglior artista maschile; vince anche il World Music Award come artista maschile più venduto al mondo.
Effettivamente, ora che vi elenchiamo i brani di maggior successo lì contenuti, siamo sicuri li conosciate bene: “Feel” supera “Angels”, diventando il suo brano di maggior successo in tutto il mondo. “Something Beautiful”, “Sexed Up” e “Come Undone” raggiungono il successo in tutta Europa, ma l’ultimo brano crea tensioni tra lui e Guy Chambers – a causa del linguaggio troppo esplicito - e i due interrompono la loro collaborazione. In effetti sia il brano, che il video di “Come Undone” subiscono le censure da parte di radio e televisione.

Se gli Stati Uniti continuano a snobbarlo, l’Europa lo acclama: nell’estate del 2003 inizia il suo tour, il “Weekends of Mass Distraction Tour”, che incassa oltre cento milioni di dollari. Ma è a Knebworth Park di Stevenage che Robbie supera un record non da poco: dal 1° al 3 agosto, ogni serata conta più di 125.000 spettatori, arrivando a oltre 375.000 persone totali. È il più grande evento live della storia del Regno Unito.
Come se non bastasse, il concerto è stato ripreso e trasmesso poi live, attirando un audience Tv di 3,5 milioni di spettatori. Il Dvd dell’evento è il più venduto di sempre nel Regno Unito, e nel mondo ha superato i cinque milioni di copie.
Il 9 agosto dello stesso anno supera lo stesso record di spettatori anche in Irlanda, esibendosi al Phoenix Park di Dublino, con più di 135.000 spettatori.

Nel 2003 escono due film nelle sale: “Alla ricerca di Nemo” e “Johnny English”. Nel primo, durante i titoli di coda, è presente la cover fatta da Robbie Williams di Bobby DarinBeyond the Sea”, mentre nel secondo “A Man For All Season”, colonna sonora del film, è stata scritta proprio da Robbie, assieme al compositore Hans Zimmer.

Siamo nell’ottobre 2004, quando esce “Greatest Hits”, che raggiunge da subito la prima posizione. Strano, eh? Comunque l’album supera le 8,7 milioni di copie vendute in tutto il mondo. L’album, oltre ai suoi più grandi successi, contiene anche due inediti: “Radio” e “Misunderstood”, quest’ultimo scelto come colonna sonora di “Che pasticcio, Bridget Jones!”.
Un mese dopo entra nella UK Music Hall Of Fame come membro fondatore, a seguito dell’elezione ad artista simbolo degli anni novanta. Ha solo trent’anni, ed è il più giovane artista a essere stato inserito.

Nel 2005 esce “Intensive Care”, album che come da tradizione esordisce al primo posto, questa volta anche delle classifiche europee. Per questo album vince gli MTV Europe Music Awards come miglior artista maschile e gli MTV Latin Music Awards come miglior artista pop internazionale. Il singolo “Tripping” diventa il suo nuovo successo internazionale, “Advertising Space” raggiunge il successo, soprattutto per il video omaggio a Elvis Presley. “Sin Sin Sin” – uno dei brani preferiti da chi sta scrivendo – è il primo dopo anni a non entrare nella Top 10 in Gran Bretagna.

A ottobre dello stesso anno viene trasmesso dal canale ITV un documentario, “Take That: For the Record”. Tra video e interviste a fan e ex componenti, il documentario è molto nostalgico, soprattutto per l’incontro tra tutti loro dopo dieci anni. L’unico a mancare è stato proprio Robbie, che però è presente in un video dove per la prima volta si scusa pubblicamente per il suo comportamento passato.
Il documentario dà origine a un nuovo tour reunion dei Take That, dove Robbie è impossibilitato a unirsi ma presente come ologramma.

Ovviamente l’impossibilità di unirsi è dovuta alla sua carriera da solista. Il 19 novembre vengono messi in vendita i biglietti per il suo nuovo tour europeo e in sole ventiquattro ore sono venduti oltre 1,6 milioni di biglietti: Robbie entra ufficialmente nel Guinness dei Primati per il maggior numero di biglietti venduti in un solo giorno.
In tutto ciò, rimane ancora uno sconosciuto negli Stati Uniti.

L’anno seguente, nel 2006, esce “Rudebox”, album che vede la collaborazione con: i Pete Shop Boys, Mark Ronson, William Orbit e Lily Allen. Anche quest’anno esordisce alla prima posizione nelle classifiche inglesi ed europee.
Nonostante questo, però, la critica è spietata, definendolo un album mediocre. “Kiss Me”, “Lovelight” e “She’s Madonna” si fermano alle posizioni più modeste. Per i pochi incassi la EMI è costretta a licenziare, soprattutto i dirigenti che hanno promosso l’album. Per questi motivi Robbie cade nella spirale della depressione, tornando alla dipendenza da cocaina e alcol.

Nel 2007 va in riabilitazione, questa volta in Arizona, decidendo di abbandonare la musica e di vivere nel modo più tranquillo possibile. Può farlo solamente negli Stati Uniti, dove decide di prendere casa a Los Angeles. In questo periodo comincia ad avere problemi alimentari, che sfociano nell’obesità. Sono poche le notizie che comunque giungono dall’Europa, a parte la frequentazione con l’attrice Ayda Field e la voglia di Robbie di cercare prove sull’esistenza degli extraterrestri, lavoro instancabile che conduce assieme al giornalista e amico Jon Ronson.

Nel 2008 Robbie torna a fare musica, dopo essersi riappacificato con Guy Chambers e con ogni ex componente dei Take That.
Il 20 ottobre Robbie torna live dopo tre anni di stop, alla Roundhouse di Londra. Il concerto è trasmesso in diretta in oltre 250 cinema di ventitré Paesi in tutto il mondo e ottiene un nuovo record al Guinness dei primati: la più grande proiezione cinematografica simultanea di un concerto dal vivo.
Nonostante ciò, per l’esperienza traumatica di Rudebox, Robbie rifiuta di intraprendere un nuovo tour, così come rifiuta l’offerta di prendere parte alla giuria di American Idol.
A novembre 2009 esce “Reality Killed The Video Star”, che esordisce al secondo posto delle classifiche inglesi e al primo di quelle europee.
Lo stesso destino è toccato al singolo “Bodies” che nel Regno Unito raggiunge la seconda posizione, mentre nel resto d’Europa è una vera e propria hit. Il video del singolo “You Know Me” è un chiaro riferimento ad “Alice nel Paese delle Meraviglie”, e “Morning Sun” è un brano tributo per Micheal Jackson, morto qualche mese prima.

Il 2010 è un anno importante: riceve l’Outstanding Contribution to Music Award ai BRIT Awards 2010, per il suo eccezionale contributo alla musica britannica. Registra e pubblica il singolo “Everybody Hurts”, con il quale raccoglie fondi per la popolazione di Haiti.
Per i vent’anni della sua carriera fa uscire “In and Out of Consciousness: The Greatest Hits 1990-2010” con i brani più famosi e due inediti: “Shame” e “Heart and I”. L’album lo fa tornare ai numeri del passato, tanto che a fine anno diventa ufficialmente l’artista più venduto del XXI secolo e dei primi anni 2000 nel Regno Unito. Ottiene un altro record nel Guinness dei Primati per la sua permanenza al primo posto per oltre ventitré settimane. In più è l’artista maschile più trasmesso dalle radio inglesi negli anni 2000-2010.
Il 7 agosto 2010, nella sua villa a Beverly Hills, sposa Ayda Field. Gran bell’anno per Robbie!

Sempre nel 2010 annuncia ufficialmente il suo ritorno nei Take That, con il loro nuovo singolo “The Flood” che arriva alla seconda posizione. L’album, “Progress”, alla prima.
Nel 2011 i Take That riprendono il tour, dove Robbie ha uno spazio totalmente da solista, anche per questa occasione vengono venduti oltre un milione di biglietti in sole ventiquattro ore. Le richieste sono così alte che i siti vanno in crash e le linee telefoniche bloccate. Sono ben ventinove le date sold-out, otto delle quali si tengono al City of Manchester Stadium e al Wembley Stadium.
Il tour supera il record di Micheal Jackson dell’88 e diventa il tour di maggior successo di tutti i tempi, sia in Gran Bretagna che in Irlanda. Il gruppo vince il “Top Boxscore” e ai Virgin Media Music Awards il Billboard Touring Awards come miglior artista live dell’anno.
Nello stesso periodo Robbie, assieme a Brad Paisley, registra “Collision of Worlds”, colonna sonora del film “Cars 2”.
A ottobre lascia di nuovo i Take That per riprendere la carriera solista. Questa volta i rapporti sono molto più tranquilli, tanto che a detta degli altri componenti del gruppo, Robbie può tornare quando vuole.

Il 4 giugno 2012 è l’artista di apertura al concerto per il Giubileo di Diamante della Regina Elisabetta II. Canta “Let Me Entertain You” e “Mack The Knife”.
Il 18 settembre nasce la sua prima figlia: Theodora Rose.
A novembre esce “Take the Crown”, dove a ragione, Robbie si incorona come re del pop. L’album raggiunge la prima posizione in UK, sia nella classifica degli album, che in quella dei singoli. Il singolo “Candy” – scritto assieme a Gary Barlow – arriva al primo posto, ma è anche il singolo di un artista maschile con le vendite più veloci dell’anno. Altro record battuto: il brano è quello più passato alla radio, con quasi 2.600 passaggi in una sola settimana.

Nel novembre 2013 esce “Swings Both Ways”, con duetti assieme a Lily Allen, Micheal Bublé, Kelly Clarkson, Olly Murs e Rufus Wainwright. Arriva alla prima posizione nel Regno Unito, ed è il millesimo album della storia a farlo.
Go Gentle”, il singolo ufficiale dell’album, entra nella Top 100.

Il 13 febbraio 2014 Robbie compie quarant’anni e per l’occasione Stoke-on-Trent gli consegna le chiavi della città, rinominando alcune strade in suo onore.
Il 27 ottobre 2014 nasce il suo secondo figlio: Charlton Valentine.
Nel 2015 intraprende un tour, che però non ha alcuna tappa nel Regno Unito, preferendo zone dell’Europa e del Medio Oriente dove non è mai andato prima.

Nel 2016 esce “The Heavy Entertainment Show”, esordendo al primo posto nelle classifiche inglesi. Per questo motivo vince il BRITS Icon Award, il più alto riconoscimento, per il suo impatto duraturo sulla cultura britannica; prima di lui gli unici a vincerlo sono stati Elton John e David Bowie. Come se non bastasse, entra nuovamente nel Guinness dei primati come l’artista che ha vinto più BRIT Award in assoluto: ben diciotto.

Il 14 giugno 2018 si esibisce all’apertura dei Mondiali di Calcio 2018 allo Stadio Lužniki di Mosca. Un mese dopo diviene il nuovo giudice della quindicesima edizione di X-Factor UK, per la categoria gruppi.
Il 19 agosto 2018 nasce la sua terzogenita: Colette Josephine.

Dopo gli album “Under the Radar Vol. 1” e “Under the Radar Vol. 2”, nel febbraio 2019 esce “Under the Radar Vol. 3”. A marzo si dà il via al suo primo tour al Wynn Theater di Las Vegas, dove nonostante una carriera da semi-sconosciuto in America, le prime sei date vengono rese sold-out in meno di trenta minuti. Gli organizzatori sono costretti ad aggiungere altre dieci date, anch’esse sold-out in pochissimo tempo. Dato il successo, vengono già rese note le date del tour del 2020, divenute subito sold-out -poi però annullate per la pandemia COVID-19 - .
A novembre esce il suo primo album natalizio: “The Christmas Present”, anch’esso raggiunge la prima posizione. Nell’album sono presenti duetti con: Helen Fischer, Rod Stewart, Bryan Adams, Jamie Cullum e Tyson Fury.
Il 5 febbraio 2020 nasce il suo quartogenito: Beau Benedict Enthoven.
A luglio 2022 esce la sua ultima raccolta: “XXV”, un doppio CD con i suoi più grandi successi.

Scrivere questo articolo non è stato per niente facile, perché anche se abbiamo riassunto il più possibile della sua vita, ci abbiamo messo lo stesso più di quattro ore, e in effetti l’articolo è venuto abbastanza lungo. Di questo non ci scusiamo, perché se l’artista merita, è giusto che se ne parli il più possibile. E ovviamente Robbie Williams merita!

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