Erano gli ultimi giorni di luglio, l'estate si manifestava nel ridente calore che il sole donava al pomeriggio. C'era chi lo trovava torrido, ma quel calore mi ha dato sempre speranza e allegria.
Decisi di uscire, da solo, in cammino e senza un veicolo. Passeggiavo nel paese, pronto a cogliere le sfumature che aveva da offrirmi. Il mio vagare deciso e il mio sguardo alla ricerca di stimoli mi guidavano.
Un brusio spensierato proveniva dalla spiaggia, intorno a me l'aura era leggera e nessuno l'appesantiva con i suoi pensieri. I riflessi del sole si specchiavano sulle onde, creando giochi di luce che meritavano di essere catturati su tela. Per quanto quegli istanti gradevoli sollecitavano le mie emozioni, scoprì che erano semplicemente di preparazione.
Al tramonto, lungo la strada del ritorno, un nuovo gioco di luci in un luogo più inusuale mi incantò. In quanti attraversano a piedi un cavalcavia? Uno spazio di transizione senza significato, se non quello di collegare altri luoghi. Eppure, lungo quella salita, ai lati del guardrail, erano state disposte delle siepi di oleandro che sfoggiavano fiori di colore bianco e rosa.
Erano accanto a me in quel momento, quasi a ostacolare la mia strada mentre cercavo di tenermi lontano dalla portata delle automobili. Da vicino erano ancora più belli, in un luogo così ameno erano fioriti. Erano così graziosi, ma nessuno li osservava. Erano lì, sotto gli occhi di tutti, ma allo stesso tempo, ero l'unico in grado di vederli. Non pensai molto, di certo in quell'attimo non pensai tutto ciò; lo realizzai dopo. Mi sono avvicinato, e con la volontà di cogliere a pieno la bellezza di quel momento, annusai uno di quei fiori. Fu forse quell'odore gradevole che mi ha spinto a scrivere questo testo.
Lo strascico di quel profumo si annida ora nel ricordo, colorandolo di tonalità non percepibili dallo sguardo. Aveva qualcosa di meraviglioso, un fascino celato ma alla portata di chiunque. O meglio, alla portata di chi sa cercare e cogliere meraviglia nell'insolito e nel quotidiano. Lì, dove la gente andava di fretta, io mi fermavo e mi meravigliavo della vita.
L'aura del tramonto irradia l'asfalto,
colora l'invisibile e rende morbida la via.
Qui e ora, sovviene un profumo dall'alto,
dolce incanto dei fiori sul cavalcavia.
(Gianluca Boncaldo, "Fiori sul cavalcavia")
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