In un mondo di animali antropomorfi, erbivori e carnivori convivono in una società all’apparenza civile, ma i rancori tra le due categorie sono solo celati dietro la falsità di uno sguardo.
Ci troviamo in un liceo, l’Istituto Cherryton e facciamo da subito la conoscenza del protagonista: è un giovane lupo grigio alto e possente, ma dai modi di fare timidi e impacciati, Legoshi. A lui si contrappone un cervo rosso, il ragazzo più popolare della scuola, Louis, bello, affascinante e sicuro di sé. Tutti pendono dalle sue labbra. Entrambi fanno parte del club di teatro, ma se uno lavora all’ombra delle luci, l’altro brilla sul palco come star di ogni spettacolo. La vita tranquilla della scuola sembra procedere senza intoppi, fino a quando un amico di Legoshi, Tem (un alpaca) non viene trovato morto. Di lui, si sa solo che a ucciderlo è stato un carnivoro.
Mentre la vecchia faida tra carnivori ed erbivori prende forma, Louis deve cercare un sostituto per il ruolo che aveva la vittima nello spettacolo, così organizza un casting notturno nel teatro della scuola. Legoshi, addetto alle luci e tuttofare, viene convinto a fare da palo, ma nel silenzio della sera un odore cattura le sue narici: è quello della preda, per la precisione di un coniglietto nano. Seguendo il suo istinto, il lupo si lancia sulla sua vittima, ma mentre un dilemma interiore lo dilania, l’animaletto riesce a scappare. Legoshi vive di sensi di colpa per aver provato a mangiare il coniglietto, di cui piano piano scopre il nome, ovvero Haru. Malgrado lei sia la ragazza di Louis, Legoshi ne diventa dipendente, completando così il triangolo. Quella che all’apparenza sembra una semplice storia romantica, anche se il pubblico di riferimento è maschile, non manca di momenti thriller, horror, introspettivi ed etici.
Ogni
personaggio ha un lato oscuro, un passato che fatica ad affrontare. Legoshi è
un lupo grigio, ma che passa la sua esistenza a vestire i panni dell’agnello. Non
è a suo agio con il proprio corpo, con la propria natura di carnivoro, ha paura
della sua forza e del proprio istinto. Le sue pulsioni peggiori prendono la
forma di un’ombra che lo tenta, un po’ come un novello serpente, a mordere,
dilaniare, a lasciare il pieno controllo all’istinto. Non ha senso combattere
la propria natura, anche se il fragile equlibrio sembra ormai spezzato. Legoshi
fa uno sforzo sovrumano per lasciare andare Haru, cercando di nascondere il suo
lato famelico, quello che più lo terrorizza. L’amore che prova per lei basterà
a calmare le sue pulsioni più profonde?
Haru, appena citata, è una coniglietta nana, piccola e fragile, con un caratterino
combattivo. Tutti l’hanno sempre compatita, perché è sempre l’esserino
più indifeso il primo a morire in natura. Ultima di tre fratelli, è sempre
stata quella più a rischio e per non avere costantemente lo sguardo della
compassione altrui addosso, ha optato per la risposta pronta e un pizzico d’arroganza,
perché preferisce essere odiata da tutti e stare da sola che essere guardata
come un vaso di cristallo. Considerata una ragazza facile per essere
andata a letto con quasi tutti i ragazzi della scuola, lei usa il suo stesso
corpo per sentirsi se stessa, per essere “vista”, per essere considerata
qualcosa di diverso dal tenero coniglietto.
Louis, invece, è un personaggio complesso. Ha vissuto i primi anni di vita
chiuso in gabbia, con un numero seriale sotto la zampa, pronto in ogni istante
a essere venduto al mercato nero come merce di qualità, come carne da macello.
Dal carattere combattivo, viene notato da un uomo d’affari che lo adotta come
un figlio, prendendolo sotto la propria ala, ma con la promessa che dovrà
trasformare tutta la sua frustrazione in forza, infatti è sempre lui che sembra
avere le carte in regola per diventare il prossimo Beastar, il prossimo in
comando. Cerca di nascondere il suo passato di “carne da macello” con cura,
tanto che è facilmente ricattabile da chi ne ha in mano gli incartamenti. Abile
nella recitazione, riesce a celare molto bene le sue debolezze a tutti tranne
che ad Haru e a Legoshi.
Senza troppi giri di parole, il nostro lupo grigio sembra schiacciato dal costante peso della sua esistenza, del suo essere un carnivoro. Quando però chi gli sta a cuore sarà in pericolo, la sua natura e la sua forza, combinata all’istinto, gli saranno essenziali per sopravvivere, anche se cerca con tutto se stesso di non uccidere, anche se l’odore del sangue ogni tanto gli annebbia la vista.
L’ambientazione è molto simile alla nostra, con l’individuo stretto tra l’essere conforme a come lo vuole la società e come agisce il suo istinto. I problemi degli “umani” vengono trattati sotto il punto di vista degli animali: ritroviamo infatti i problemi della droga, che prende la forma del sangue delle prede, della solitudine, della repressione del proprio essere, il tutto condito dai pregiudizi perché, dopo l’omicidio, gli erbivori si sentono minacciati dalla presenza dei carnivori. Il socialismo si traduce nella ricerca di un capo carismatico, nel Beastar, nell’essere che può guidare tutti perché mosso sia dai nobili ideali, ma anche in grado di mettere d’accordo con un sguardo preda e predatore.
Per dirla in parole povere, è un po’ come uno Zootropolis ma per un pubblico più maturo. L’unica “pecca” dell’opera è l’animazione. Costituita completamente grazie alla CGI, all’animazione compiuterizzata, di primo impatto fa risultare i movimenti a volte legnosi, troppo forzati, ma andando avanti con le puntate, si finisce per farci l’abitudine, anzi, a smettere quasi di notarla.
“La società e il mio istinto non mi schiacceranno.” Basterà la forza di volontà per cambiare il corso della propria natura? Non vi resta che scoprirlo guardando le dodici puntate della prima stagione su Netflix.
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