sabato 10 luglio 2021

#Libri: Il corridore

Ci ritroviamo per la seconda volta a recensire un thriller di Maurizio Foddai. Dopo "Il gioco dei silenzi", è la volta de “Il corridore”. Proprio come il precedente, anche questo è così ben fatto che ci sembrava di stare dentro al caso e di vivere tra il Belgio e Torino. Se non è un problema ammetterlo, possiamo anche dire che rientra tra i libri preferiti della prima metà del 2021.

Come al solito, essendo un thriller, cerchiamo di non farvi troppi spoiler, per non rovinarvi il finale o il momento lettura. Ci scusiamo in anticipo se potrebbe sembrare una recensione troppo corta o incompleta.

Gabriele è un uomo del tutto comune, quasi anonimo, che nel giro di poco tempo ha perso figlio e moglie. Il bambino è stato rapito e poi trovato ucciso, la moglie non ha retto al dolore e si è tolta la vita. Nessuno ha mai consegnato alla giustizia i mandanti del rapimento e dell’omicidio e lui decide di continuare con la vita solo ed esclusivamente per assicurarsi la propria giustizia personale.

Sara Merz scappa da un marito violento e si rifugia a Torino, dove diventa procuratore. In un gioco di destini incrociati, Sara è la nuova vicina di Gabriele, e Gabriele, durante una corsa al parco, scopre il corpo senza vita di una ragazza. Sara si occupa del caso, con l’aiuto del suo vicino che improvvisamente e senza capire davvero come, diventa anche il suo più caro confidente.

La scrittura di Foddai è così scorrevole e lineare che abbiamo letto per due ore consecutive senza accorgerci del tempo che passava, con buona pace della nostra vista. Ciò che capiamo fin da subito è che in questo thriller si mettono in luce le ombre umane.

Siamo esseri più che fallibili e anche se la maggior parte di noi non lo ammetterà mai ad alta voce, siamo tutti potenziali assassini o complici. Avete presente quando al telegiornale i vicini di un omicida dicono: “Era una così brava persona…”? Ecco, intendiamo questo.

Foddai ci mette di fronte questa verità. Che sia per sopravvivenza, per vendetta, per follia o addirittura per piacere, in noi vive un assassino e questa parte è pronta a scattare improvvisamente.

O almeno, improvvisamente dal punto di vista conscio, perché inconsciamente ogni nostra azione può portarci al raptus di follia o alla strategia studiata in ogni minimo dettaglio. Così come “goccia dopo goccia anche la pioggia buca la roccia”, noi esseri umani possiamo far scattare un qualcosa in noi e agire come una molla impazzita.

Se siete appassionati di fisica, conoscete la legge di Hooke, chiamata così in onore del suo scopritore: Robert Hooke. Proveremo a spiegarvela, perdonate la nostra leggerezza nel farlo. Nel thriller Foddai la esponde molto meglio. Nel 1676 questo fisico inglese scopre che la forza esercitata su una molla è proporzionale alla sua estensione.

Ut tensio, sic vis” (Come l’estensione, così la forza

Quindi, sempre secondo Hooke, la forza applicata da una molla, se sottoposta a compressione o trazione, è direttamente proporzionale allo spostamento subìto. La formula è:

F=kx

Ma non è finita qui. Questo comportamento non è lineale all’infinito, arrivati a un certo punto la molla impazzisce, supera il così detto limite di snervamento e poi si rompe.

Lo stesso meccanismo accade all’interno della nostra psiche. Noi di 4Muses lo sappiamo molto bene, e se ci seguite ad Apollo Station, su RadioSapienza, (oltre agli ormai amati appelli a Gigi D’Alessio) vi parliamo di come noi esseri umani siamo potenzialmente tutto. Vittime e carnefici, traditori e traditi, amanti e odiatori, pacifici e guerrieri… tutto allo stesso identico momento.

È questa accettazione a mantenere l’equilibrio. Quando vogliamo nascondere sotto il tappeto le nostre zone ombra, esse diventano più forte, fino a farci perdere la lucidità.

Un bambino rapito, un serial killer mai consegnato alla giustizia, l’omicidio di una giovane musicista talentuosa, cosa hanno in comune? Provengono tutti dalla stessa mente? Sono davvero da condannare tutti allo stesso modo? Può chi indaga stare dalla parte dell'assassino? 

Questo thriller spiega anche come siamo tutti legati, come spesso la “fortuna” aiuti gli audaci, o semplicemente chi vuole completare una propria opera personale. Buono e cattivo, giusto e sbagliato, verità e apparenza, sono tutti concetti che Foddai mette in dubbio. Vi assicuriamo che arrivate alla fine del thriller abbiamo come perso degli amici, per i personaggi così ben definiti.

Ve lo consigliamo come lettura estiva, ma fate attenzione se lo leggete sdraiati sotto il sole: sarete così presi da rischiare una bella scottatura!

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