martedì 13 ottobre 2020

#StorieRomane: Quartiere Coppedè

 

Come sempre noi di 4Muses vogliamo farvi scoprire cose nuove, posti particolari non citati nelle guide turistiche delle città. Amiamo molto l’architettura, così come amiamo vivere la città e crediamo che la vera energia di un posto si assapori nei suoi quartieri. Abitiamo tutte a Roma, ecco perché vi parliamo maggiormente di lei. Se avete aneddoti o curiosità delle vostre parti, non esitate a contattarci.

Oggi vi portiamo a Roma Nord, nel quartiere Trieste, dove si trovano edifici molto particolari in stile eclettico, liberty e Coppedè. Anche se sentirete i romani parlare del quartiere Coppedè, sappiate che esso non è un vero e proprio quartiere, bensì solo l’insieme di diciotto palazzi e ventisette palazzine che prendono il nome dal loro architetto, l’illustre Gino Coppedè.

Nel 1915 la Società Anonima Edilizia Moderna ideò una zona abitativa a Roma per dare casa ad ambasciatori e persone altolocate. Venne scelta l’area attorno a piazza Buenos Aires, ai confini con i Parioli e ai nuovi quartieri Salario e Trieste. Il progetto venne affidato a Gino Coppedè che lo lasciò incompleto nel 1927 a causa della sua morte. Passò poi in mano a Paolo Emilio Andrè.

Nel 1917 la commissione edilizia chiese a Coppedè di dare un’impronta più romana, così lui aggiunse il tema della Roma antica e imperiale. Gli archi riprendendo quelli di trionfo del Foro Romano. Anche gli interni delle abitazioni riprendono lo stile della Roma antica: con maiolica smaltata nelle cucine, parquet in legno nei soggiorni e mosaici in stile pompeiano nei bagni.

Roma non è l’unica città a essere omaggiata. Nei Villini delle Fate (in via Aterno 4, piazza Mincio 3 e via Brenta 7-11) viene esaltata Firenze, con la scritta “Fiorenza bella” e con delle decorazione che raffigurano Dante e Petrarca. Via Brenta è anche dedicata a Venezia, con un leone di San Marco e l’aquila di San Giovanni.

Il quartiere ha il suo ingresso principale sul lato di via Tagliamento, dove un grande arco collega due palazzi. È forse il palazzo simbolo del quartiere, assieme al grande lampadario in ferro battuto sotto l’arco stesso. Attraversato l’arco e arrivati a piazza Mincio, centro del quartiere, troviamo la Fontana delle Rane, costruita nel 1924.

Il quartiere deve molto al cinema, da cui prende spunto la sua architettura. L’arco al civico 2 di questa piazza, ad esempio, è una fedele riproduzione di una scenografia del film Cabiria (1914).

I palazzi, come abbiamo già accennato, erano pensati per divenire case di ambasciatori e persone altolocate. In via Tanaro è presente l’ambasciata del Sudafrica, mentre in via Brenta si trovano quella del Marocco e della Bolivia.

Il quartiere è stato per anni il centro della movida romana grazie alla celeberrima discoteca Piper, ancora adesso punto di ritrovo della Roma bene.

Così come la Garbatella, l’Ostiense e l’EUR, anche il quartiere Coppedè è un set a cielo aperto, grazie alla sua architettura. Dario Argento lo scelse per due suoi film: “Inferno” (1980) e “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970). Richard Donner ha girato qui le sequenze iniziali del film “Il presagio” (1976). Altri film girati per il quartiere sono: “Il profumo della signora in nero” (1974) di Francesco Barilli e “Il cielo in una stanza” (1999) di Carlo Vanzina.

Vi consigliamo caldamente di camminare per le sue vie, perché è un’architettura unica nel suo genere. Se prendete la linea B della metropolitana di Roma, potete scendere a Policlinico e farvi una passeggiata, passando anche a Villa Torlonia per ammirare la Casina delle civette, di cui vi abbiamo già parlato.

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