lunedì 12 ottobre 2020

#Libri: Chianchieri

Ci sono quei libri che ti segnano, quelli che ti attraggono a prima vista, che ti tengono incollata dalla prima all’ultima pagina e oggi parleremo proprio di uno di questi. Durante il Festival del libro di Roma, “Insieme-lettori, autori, editori”, noi di 4Muses abbiamo avuto il piacere di incontrare Giankarim De Caro e di fare la conoscenza del suo ultimo lavoro, “Chianchieri”, pubblicato dalla Navarra Editore.

È un romanzo storico potente, disarmante, a tratti crudo, scritto con un linguaggio ricercato, ma che tiene conto del dialetto siciliano. “Chianchieri” è l’antico nome dei macellai, i protagonisti stessi di questo libro. Siamo nella Sicilia di metà Ottocento, con protagonisti due fratelli, Cola e Totò, figli di un macellaio che, per un delitto d’onore, viene incarcerato per anni. I due ragazzi, quindi, vivono il dramma di un padre assente e di una madre che cade vittima di depressione. Sfruttati sin dalla tenera età da uomini senza scrupoli, si fa strada in loro il sogno di un cambiamento.

Il desiderio di rivalsa e gli ideali di libertà si concretizzano quando sbarcano in Sicilia i Mille, guidati da Garibaldi e la loro aspirazione di essere i fautori della nuova storia del paese e di liberare i prigionieri ingiustamente detenuti, li porta ad unirsi alle giubbe rosse. Ben presto, però, i loro sogni finiscono in frantumi: coloro che pensavano che Garibaldi avrebbe distribuito le terre al popolo, pagano a caro prezzo lo sbaglio, diventando quindi rivoltosi verso il nuovo potere. L’uomo per cui si erano battuti diviene a sua volta un carceriere spietato. Ovunque insorgono le rivolte, sedate con fucilazioni, nuove prigionie e per poi essere rispediti a lavorare nei campi. Garibaldi, l’eroe dei due mondi, rappresentava per i siciliani sì la libertà, ma senza una guida forte, il popolo piomba nel caos, rendendosi quindi non degno della libertà auspicata.

Divisi dall’amore per una donna vittima di abusi, Cola e Totò prendono due strade diverse: il primo al servizio del principe Spada, il secondo è costretto ad imbarcarsi per l’America per sfuggire alle repressioni di chi aveva provato a ribellarsi. Lo scenario descritto nel libro è devastante: una Sicilia vittima del colera, con cadaveri lasciati lungo la strada e trasportati via su di un carretto dai becchini, una morte che non fa differenza tra bambini o adulti, un popolo ridotto alla fame, con l’obbligo di leva che strappa quelle poche braccia all’agricoltura, i rivoltosi sedati con la fucilazione o costretti a scappare e donne vittime di continui stupri. Sembra la trama di un horror, ma non è altro che la cruda realtà della storia del nostro Paese.

Come acerbi partigiani, i due fratelli sono emblemi dello spirito di rivalsa, dei giovani che lottano per il cambiamento, ma anche delle illusioni infrante. La speranza è qualcosa che viene continuamente tradita dagli orrori veri del mondo. Il sogno di libertà si infrange nei cuori di quei ragazzi, neanche adolescenti, che volevano ridare le terre al popolo, ridotto alla fame. Ma gli eroi si dimostrano dittatori spietati e ciò che era sempre stato un sogno diviene ben presto un incubo.

“Io scappo abbandonando la mia famiglia, la mia terra per essere libero e tu mi offri una schiavitù peggiore, perché ne sarei la causa.”
“Se domani non torni puntuale, comincia a dormire preoccupato e ricordati che da oggi per te vivere la tua vita è una mia concessione.”*

Un romanzo forte, in cui gli uomini si perdono nel naufragar delle loro idee, accecati da cupidigia e dal desiderio di rivalsa che, però, si concretizza con una scia di cadaveri senza fine. “Chianchieri” era il nome degli antichi macellai, ma questa parola riassume il senso del libro: un popolo massacrato, ucciso come carne da macello, ridotto alla fame per il benessere di altri. I ragazzi vengono usati come pedine, macchiando di sangue innocente le loro mani pure e distruggendo le loro speranze inneggiando al cambiamento.

De Caro inserisce nel suo romanzo storico un tema molto attuale: quello dell’immigrazione. La speranza di un mondo migliore, di un futuro anima il viaggio di Totò, una fuga dalle violenze e dalla fame, dalle ingiustizie sociali e dalla morte sempre in agguato, Non è forse ciò che leggiamo tutti i giorni sui quotidiani? Uomini, donne e bambini che fuggono dalle guerre, torturati e abusati durante un viaggio definito “della speranza” ma che finisce per distrugge anche quella.

Se interessati, vi lascio il link per acquistare il libro: Chianchieri

*La citazione riportata è stata pubblicata con il permesso dell'editore.

 

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