Il libro di Valérie
Perrin è un inno alle interminabili possibilità che la vita ci offre. Non ho
mai creduto alla frase: “Il treno passa solo una volta. Se non ci sali, lo hai
perso per sempre”.
I treni passano infinite volte, e saliamo su quello giusto quando ci sentiamo pronti. Nel frattempo possiamo anche rimanere in attesa sulla banchina a guardarci attorno, a incappare nelle vite degli altri.
I treni passano infinite volte, e saliamo su quello giusto quando ci sentiamo pronti. Nel frattempo possiamo anche rimanere in attesa sulla banchina a guardarci attorno, a incappare nelle vite degli altri.
Violette è una donna che dalla vita ha
ricevuto molte cose, ma non l’amore. È stata abbandonata alla nascita, ha passato
gli anni della sua infanzia spostandosi da una famiglia affidataria all’altra,
con la speranza di un’adozione mai ottenuta. Ha avuto solo la musica e si è
immaginata i suoi cantanti preferiti come parenti: genitori e zii lontani che
le dedicavano parole in versi.
La vita sembra cambiare
quando si innamora di Philippe, ma dura poco: si rivela presto un uomo egoista
e traditore. Eppure Violette si accontenta delle briciole d’amore che lui le dà
ogni tanto, fino a quando l’amore, quello vero, si presenta a lei risiedendo in
sua figlia Léonine.
“L’essere è eterno, l’esistenza
un passaggio, la memoria eterna ne sarà il messaggio.”
Ma la vita insegna la
lezione più terribile a Violette: l’amore non è per sempre, neanche se lo
proviamo per i nostri figli. Nel momento più oscuro, quando ha la
consapevolezza che sua figlia non diventerà mai donna, Violette non si lascia
andare, non cambia il suo essere. Rimane buona, generosa, con un’attenzione
particolarmente rivolta a ogni essere vivente: umano, animale o vegetale.
Accetta il lavoro come
guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna e la sua vita è divisa
tra vicini molto silenziosi, e visitatori curiosi o che hanno semplicemente
voglia di raccontarle la propria storia. Li aiuta, tacendo sul suo dolore più
grande: quello della perdita della figlia.
Ogni protagonista, vivo
o morto, ha la sua storia ben raccontata. Nessuno è totalmente buono o cattivo.
L’egoismo, la timidezza, la crudeltà… ogni comportamento tenuto in vita ha un
suo perché, che può essere spiegato e capito solo con gli occhi della morte.
“Quand’ero giovane ho
voluto fare come tutti, mi sono sposato. È una bella cretinata fare come tutti,
un’idea stupida. Le buone maniere, le apparenze, i preconcetti sono roba che
uccide.”
La vita cambia in
continuazione, ci può dare una possibilità dopo l’altra. L’afferriamo quando
siamo sicuri di noi stessi, e se non è il momento, non fa nulla. Può succedere
che il grande amore si possa vivere in tarda età, che un sogno si
avveri quando non lo si aspetta più, e che si possa far pace con il proprio
passato quando esso è sepolto. La morte aiuta la vita, c’è rinascita. Le
energie non cessano mai di vibrare del tutto, molte rimangono fino al compimento
di qualcosa lasciato in sospeso.
“Non giudicare i giorni
dalla raccolta che fai, ma dai semi che semini.”
Il parallelismo tra
vita e natura è affascinante: piantiamo un seme, lo curiamo, lo proteggiamo,
rendiamo la terra fertile per lui, e dopo mesi d’attesa siamo pronti a
raccogliere i frutti. Così è per le nostre relazioni, per i nostri progetti e
per ciò che siamo. Non dobbiamo giudicare la nostra vita in base a ciò che
abbiamo, ma dobbiamo giudicarla in base a ciò che diamo. A Violette è
stato vietato l'amore, strappato nel modo più crudele, eppure lei non ha mai smesso di
donarlo agli altri.
“Il passato è il veleno
del presente.”
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