venerdì 10 luglio 2020

#Libri: Fai bei sogni

Non mi stancherò mai di dirlo, "Fai bei sogni" è uno di quei libri che, se gliene dai l'occasione, ti salva la vita.
Ti entra dentro e scava nei traumi del tuo passato. Ti fa capire che non si scappa da quelli che sono i mostri che tutti abbiamo dentro e ti dice chiaramente che per vivere, ma vivere veramente, non puoi permetterti di scappare dal dolore. Mai. Non si guarisce scappando dal dolore, ma guardandolo in faccia, convivendoci per il tempo necessario e lasciandolo andare.
"Molto più importante di quello che sappiamo o non sappiamo è quello che non vogliamo sapere."
- Eric Hoffer

Autobiografia dello stesso scrittore pubblicata nel 2012, il libro parla, con toni a tratti ironici, di com'è vivere non sapendo (o non volendo sapere) la verità delle cose.
Paura: paura di vivere, di amare, di fare quello che si ama davvero e di dire chi si è veramente.

"Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi."

Luglio 2013, Novembre 2014, Maggio 2016, Maggio 2018, Dicembre 2018, Agosto 2019, Aprile 2020, Luglio 2020: sono tutte le volte che ho letto "Fai bei sogni" perché sì, oltre ad essere uno di quei libri che ti salva la vita, è anche uno di quei libri che va letto decisamente più di una volta, possibilmente in momenti diversi della vita.
Luglio 2013: Avevo tredici anni e per la prima volta ho preso in mano questo libro.
Poco più di un mese dopo dalla morte di mia madre, mentre cercavo di capire perché Brutto Male, come lo chiama lo stesso Massimo, avesse deciso di prendersi proprio la mia di madre.
Luglio 2020: Ora ho vent'anni, e il libro lo sto ascoltando su Audible mentre scrivo questa recensione. Mi fa strano, non mi hanno mai letto niente, di solito o faccio tutto da sola, o al massimo sono io che leggo agli altri.
Ormai ho capito perché Brutto Male si è preso mia madre e non fatico più a capire perché sempre lo stesso Brutto Male si sia portato via meno di un mese fa la compagna di mio padre e seconda figura materna della mia vita.
Sto iniziando a capire che cosa voglio fare veramente nella mia vita (e sto imparando a non scappare da questo) e, dopo la prima vera rottura della mia vita, mi sto facendo entrare a forza in testa l'idea che non posso né aiutare, né tanto meno salvare qualcuno che non vuole essere veramente aiutato o salvato. A maggior ragione se la persona in questione non ha imparato a perdonare la storia della sua vita e le persone che ne hanno fatto parte.

Continuerò a leggere periodicamente "Fai bei sogni" finché mi sarà possibile farlo. In qualche modo che non mi è ancora ben chiaro, pur essendo circondata di persone fantastiche nella mia vita, mi rendo conto di come l'unico momento in cui mi sento veramente compresa è durante la lettura di questo libro. Anche se sentirmi veramente compresa è già meraviglioso di per sé, alla fine quello che questo libro mi da sono la speranza e la consapevolezza.
Speranza di poter vivere libera da quello che Massimo chiama Belfagor, la vocina maligna che ho nel cervello (e di cui ho già parlato qui) e consapevolezza nel pensare che se sai di voler veramente qualcosa, le persone che ti ripetono costantemente che non farai mai niente nella vita, che quello che vuoi fare è solo un'illusione e che non è possibile alla fine diventano solo fastidiosi ronzii di sottofondo.
Ma insomma! Lo so che sono portata per fare l'OSS e so di essere brava, semplicemente accontentarmi non fa parte di me. Ho avuto troppi esempi di persone frustrate che odiano quello che fanno e so come ti logora dentro, l'ho visto con i miei occhi e anche se so di avere centinaia di porte aperte davanti a me, so che non voglio arrivare a guardarmi indietro e pensare "vedi però, almeno ci potevo provare...".
La mia risposta quindi, come sempre, è: grazie ma no grazie.
 

"Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l'assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione."

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