lunedì 13 luglio 2020

#Libri: Il gioco dei silenzi

Il gioco dei silenzi, di Maurizio Foddai, è un thriller così ben fatto che mentre lo leggevo mi sembrava di guardare un documentario sui casi irrisolti. Ho notato molti parallelismi con il mistero della sparizione di Manuela Orlandi, il che mi ha portata a pensare quanto l’essere umano riesca a nascondere dentro di sé senza destare sospetti.

“La mia vita appartiene a me, a me soltanto, e non devo permettere ad altri di decidere al mio posto.”

Barbara è una ragazza riservata che, come tutti i neodiplomati, è in lotta con ciò che vuole fare nella vita e ciò che la società, o gli adulti, si aspettano da lei. Non è la sola a scontrarsi contro queste due realtà: è infatti circondata dal gruppo dei suoi amici, ognuno dei quali lotta più o meno per la stessa causa.

“La realtà è soltanto un’immagine che la nostra mente costruisce attraverso i sensi.”
Siamo a Torino, all’inizio degli anni novanta, quando Barbara scompare misteriosamente. I suoi amici non riescono ad aiutare la polizia con le indagini: nessuno sa niente, non ci sono sospetti, la situazione economica della famiglia non fa pensare a un rapimento, e non sembra un caso di suicidio.

“La verità è spesso sotto i nostri occhi, a portata di mano. È la nostra mente che tende a cercare la complessità. Per questo le cose più semplici sono quelle più difficili da osservare.”

La compagnia comincia a porsi le prime domande, a nutrire i primi dubbi. I giornalisti calcano i sospetti su Guido, l’ultimo ad aver visto la ragazza, ma è effettivamente così? Condanniamo l’omertà, non pensando che a volte un testimone oculare può sentirsi enormemente spaventato, o confuso, per ciò che ha visto, o creduto di vedere.

“Il destino è un esattore implacabile.”

Il caso di Barbara rimane irrisolto, il suo corpo non viene ritrovato. Le domande da prima insistenti, scemano col passare degli anni, fino quasi a far dimenticare del tutto la vicenda.

“Il tempo passa. Così si dice. Sembra che non sappia fare nient’altro che passare. Ma forse non è così. Forse, siamo noi che passiamo. Forse, il tempo è immobile, come lo spazio.”

Il gruppo di amici si divide, prendono tutti strade diverse, ma si ritrovano anni dopo, quando sono tutti pienamente maturi. Giuliana, grande amica di Barbara e loro conoscente, scompare misteriosamente. È facile per loro tornare con la mente a quello che è successo decenni prima.
C’è molta psicologia tra le pagine di questo thriller: entriamo facilmente nella mente di ogni personaggio e ne capiamo i pensieri, i motivi che lo portano ad agire in un determinato modo.
Anche se viviamo più o meno nello stesso ambiente, e facciamo parte della stessa comitiva, restiamo tutti nella nostra unicità, prendiamo decisioni diverse e a volte basta un niente per cambiare drasticamente il nostro destino.

“Siamo due atomi della stessa molecola.” 
 
Fatemi poi sapere se esiste frase più romantica di questa.
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