martedì 3 ottobre 2023

#Venezia80: Day of fight - Recensione

Uno dei film che abbiamo avuto modo di vedere, nella categoria Orizzonti Extra, (pellicole che possono esser votate dal pubblico in sala) è stato “Day of Fight”, una storia firmata Jack Huston che, sicuramente, godrà di una buona visibilità nel pubblico più vasto. Non presenta grandi novità dal punto di vista cinematografico, ma è in tutto e per tutto una fiaba che segue la giornata che precede il ritorno sul ring di un pugile.

Se si conoscono le basi di biologia e un minimo dei rischi del pugilato, è facilissimo intuire come questa storia potrà concludersi, ma non importa. In questa narrazione vi è un profondo senso di rinascita e di rivincita, un cuore pulsante fatto di intrinsechi legami col passato e nuove speranze col futuro. La giornata di cui siamo spettatori, come già detto, precede l’incontro sul ring del giovane Mikey (uno strabiliante Michael C. Pitt) che, col suo sguardo truce, si prepara alla ribalta dopo il periodo passato in carcere.

#StorieRomane: Vendetta romana

Dio perdona, Roma no”. Questa è una delle frasi che potreste sentire spesso pronunciare da chi sta scrivendo questo articolo. Romana de Roma, Frè nel corso della sua vita ha notato come la Capitale d’Italia tratti le persone che hanno osato profanarla in qualsiasi modo.

Parlare male di Roma, apostrofarla come spazzatura, sminuirla… l’Urbe ha sempre dato indietro il suo potentissimo karma, anche dopo decenni, persino dopo secoli. Sono tanti gli esempi che potrebbe fare, ma trattandosi del suo privato preferisce scrivere di uno tra tutti che, essendo rilegato alla Storia, funge anche da cronaca del passato.

In molti hanno sentito parlare del processo al Papa morto, ma quanti conoscono la sorte toccata ai giudici e testimoni? E allora addentriamoci in questa storia, ricordandoci che: “Dio perdona, Roma no”.

lunedì 2 ottobre 2023

#Cinema&SerieTv: The Creator - Recensione

Dal 28 settembre è arrivato, nelle sale italiane, “The Creator” un film diretto da Gareth Edwards il regista di “Rogue One”, pellicola spin-off della saga di Star Wars. Sottolineiamo il suo più recente lavoro perché non possiamo fare a meno di vedere alcune delle analogie su ciò che ha creato. Ma di cosa parla questa pellicola?

“The Creator” ci porta in un futuro non così tanto lontano: una distopia, per certi versi, che però non si discosta più di tanto da ciò che stiamo vivendo. Siamo a poco più di vent’anni da adesso e la tecnologia ha fatto diversi passi in avanti tanto che le Intelligenze Artificiali hanno un tale grado di avanzamento da essere, in tutto e per tutto, un valido sostegno per gli esseri umani. I robot hanno presto sostituito gli uomini nelle mansioni più comuni, vengono implicati nella sicurezza delle strade tanto quanto nel supporto umano. Vi è un vero e proprio trasferimento di coscienza, così da creare degli essere sensienti in grado di provare tutta una più completa gamma sentimentale.

#MustToRead: Anna dai capelli rossi - Seconda Parte

La volta precedente abbiamo parlato del primo volume di una delle saghe più belle della letteratura internazionale: quella di Anna dai capelli rossi. Oggi andiamo avanti con il suo secondo volume, dal titolo “Anna di Avonlea”, o anche “L’età meravigliosa”.

L’anno successivo alla pubblicazione del primo romanzo, quindi stiamo nel 1909, la Montgomery fa uscire il secondo e questa rapidità fa pensare che la seconda parte fosse già pronta.
La conferma di questa tesi arriva dai diari della stessa autrice che aveva già in mente la storia di Anna adolescente/giovane adulta prima di quella da bambina.

“Anna di Avonlea” viene scritto dall’ottobre 1907 all’agosto 1908, con il primo capitolo fresco di stampa in tutte le librerie.
Se la prima dedica è nei confronti dei genitori defunti dell’autrice, la seconda è rivolta ad Hattie Gordon Smith: la sua insegnante.
Possiamo già immaginare che Anna non verrà più considerata l’orfanella presa in affidamento, ma una futura insegnante a tutti gli effetti.

venerdì 29 settembre 2023

#Arte: Il Bacio di Roberto Ferri

“… quando alli miei occhi apparve prima la gloriosa donna della mia mente, la quale fu chiamata da molti Beatrice, li quali non sapeano che si chiamare”.                            
- Dante Alighieri, Vita Nova

Era il 7 luglio dell’anno 2021 quando entrammo a Palazzo Firenze, sede della Società Dante Alighieri di cui il nostro Joyce è socio vitalizio, per ammirare “Il Bacio”, capolavoro in tempera grassa su tela di lino (105 x 105 cm), commissionato da Magnum al pittore dagli echi neo-classici Roberto Ferri, nome di pregio già noto opere come “Lucifero”, “Resurrezione” “San Giovanni”, artista geniale che potrebbe benissimo essere considerato come il moderno “Erede di Caravaggio”.

#DivinaCommedia: Canto XXIX

Continua il nostro viaggio alla scoperta della Divina Commedia dal punto di vista esoterico.

Oggi analizziamo il ventinovesimo canto dell’Inferno. Troviamo ancora gli strascichi delle anime che hanno seminato discordie e scismi. Ci imbatteremo anche nel sentimentalismo e nella lotta interiore di Dante alle prese con l’anima di un suo lontano cugino: Geri del Bello. Ma guidati come sempre da Virgilio, accantoneremo l’emotività che crea divisioni in noi per soffermarci su un altro terribile peccato che condanna le anime dei falsificatori.
Nella decima bolgia incontreremo così diversi alchimisti dell’epoca, come Griffolino d’Arezzo e Capocchio, amico e compagno di studi di Dante.

Sono tante le domande che ci susciterà questo canto, due tra tutte: quando abbiamo la conoscenza di una materia, quanto la mettiamo a disposizione degli altri e quanto, invece, tendiamo a erigerci, credendoci gli unici e soli ad averla? Quanto, quindi, utilizziamo la nostra sapienza per il bene e quanto per il nostro personale tornaconto?

Al solito, vi ricordiamo che analizziamo il canto solo ed esclusivamente dal punto di vista esoterico, comparandolo con quello che è stato ed è il nostro cammino spirituale.
Questi articoli, insomma, servono solo come spunti di riflessione su noi stessi, dove ogni protagonista che incontriamo è una parte di noi.

giovedì 28 settembre 2023

#Costume&Società: Natura

Non è raro imbattersi in dialoghi che utilizzano come perno la dicotomia tra natura e cultura. In altre parole, consideriamo (spesso implicitamente) questi due termini come antitetici: “Ho bisogno di una settimana in mezzo alla natura” è una frase che già implica l’ambiente urbano come qualcosa di non naturale. Si potrebbero fare anche altri esempi, ma questo calza a dovere e vorremmo che lo teniate in mente mentre leggerete il resto dell’articolo.

Partiamo dalla scomposizione di quella che può essere la visione più diffusa della natura: quella di ambiente non intaccato dagli esseri umani. Possiamo assumerla come un insieme di elementi vegetali, animali e anche minerali che in qualche modo creano uno scenario coerente che si riflette nel nostro immaginario. L’insieme dei luoghi ormai residuali, situati al di fuori dell’ecumene.