Ci troviamo all’interno di un’aula di tribunale colma di gente. Le leggi sono recentemente cambiate e le punizioni per i reati si sono inasprite. Le pene sono diventate talmente severe che la corte dei diritti umani si è pronunciata contro la recente legislazione del nostro Paese.
Giudice: “Con il potere conferitomi dalla legge, condanno l’imputato a guardare quarantotto ore consecutive di pubblicità, stile arancia meccanica con gli adesivi che tengono le palpebre dischiuse”.
Imputato: “No, vi prego, non potete farmi questo datemi la
pena di morte piuttosto, ABBIATE CLEMENZA DI ME VI PREGO”.
La moglie dell’imputato scoppia in lacrime, mentre due ufficiali
giudiziari afferrano l’uomo per le braccia trascinandolo nella stanza delle
torture.
Una stanza buia senza finestre, le uniche cose all’interno sono una sedia di legno al centro e una vecchia TV a tubo catodico appoggiata alla parete. Le guardie giudiziarie legano il malcapitato e applicano il nastro adesivo alle sue palpebre per tenerle aperte. Inizia l’agonia.