All’alba di un’importante ricorrenza, Enrico si sveglia da un sonno molto leggero e si accorge di non sentirsi bene. Ormai ha preso l’abitudine di scrivere ogni qualvolta percepisce un certo malessere, e difatti in questo periodo la sua scrivania è piena di fogli. Enrico ha ancora sonno, ma non riesce a rimandare l’appuntamento con i suoi pensieri. Enrico si sciacqua la faccia con acqua fredda e subito dopo si siede alla sua scrivania iniziando a scrivere.
“Ho una forte nausea, una di quelle che ti scavano nel profondo. Può essere “La Nausea” di cui parlava Sartre, ma forse c’è anche dell’altro. Forse ho anche alzato troppo il gomito oggi…
Io capisco che nella vita si vince e si perde, e capisco anche che sbagliare non fa di me sbagliato.
Ma diamine, ogni volta che si avvicina “La Ricorrenza” sento un forte disagio, una cupa nube di pensieri orrendi.
La verità è che da quando “La Ricorrenza” esiste, io l’ho sempre persa.