“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Antonello Venditti. Vi starete chiedendo cosa c’entra questo con l’intervista ad Alessia Spera? Un attimo di pazienza e ci arriveremo.
Come già scritto nell’articolo Natsukashii, chi sta scrivendo ora è ossessionata dalle sigle dei cartoni animati. Le riconosce fin dalle prime note e quando le canta, ognuna di esse la catapulta sul viale dei ricordi.
Se da bambina sognava di diventare amica di Cristina D’Avena, Giorgio Vanni ma soprattutto – non me ne vogliano – di Alessandra Valeri Manera, crescendo ha dovuto un po’ nascondere la sua passione per evitare le prese in giro. Ebbene, già a sedici anni (nel lontano 2005) se ne è fregata e si è detta: “Ma se mi fanno stare bene, perché rinunciarci?”.
Così, riprendendo Venditti, questo amore non è finito, ha provato ad allontanarsi ma poi è tornato, sia perché continua a metterle in ogni sua playlist (evitiamo di parlare del gruppo Whatsapp dove le canta ogni venerdì pomeriggio, mentre è intenta a editare video) sia perché come regola dell’Universo, nulla accade per caso e ogni incontro è stato già deciso.
Ora mi permetto la prima persona: chissà se l’incontro con Alessia Spera io non l’abbia in un qualche modo inconscio previsto quando da bambina mi mettevo davanti ai miei peluche e facevo finta di insegnare loro la nuova canzone che avrebbero poi dovuto registrare per il nuovo Fivelandia…
Prima di iniziare con le domande, partiamo con una veloce biografia di Alessia Spera: si avvicina al mondo nerd con la curiosità di un’adolescente, scopre di essere portata per la scrittura, si ritrova immersa nel web 2.0, ma il suo grande Amore è da sempre la musica.
Ha conseguito la sua prima laurea in Musica elettronica presso il Conservatorio di Trieste nel 2014 e la seconda, in Scienze della Comunicazione presso l’Università Carlo Bo di Urbino, è all’orizzonte.
È l'autrice di diverse canzoni di Giorgio Vanni e dà il proprio apporto ad alcuni suoi social content. Ha recensito musica per la webzine Traks e sta facendo esperienza come ufficio stampa per promuovere cantanti/band emergenti.
Innanzitutto in cosa consiste il tuo lavoro?
Dal 2017 collaboro con Giorgio Vanni e la Lova Music come autrice musicale. Ho scritto, ad esempio, la sigla di Movieland, il parco divertimenti sul Lago di Garda, oppure “Onda dopo Onda”, insieme al DJ Matrix, la sigla di “Alpacarl the Alpacop”, un cartone totalmente made in Italy, realizzato dal disegnatore Gabro (e il cui protagonista ha la voce del grandissimo Pietro Ubaldi), ma anche “Pokémon Arceus un nuovo inizio” per gli youtuber Cydonia e Sabaku no Maiku (forse è la mia preferita) e altre...
È un lavoro molto stimolante. Mi permette di assorbire da Giorgio un po’ del suo infinito sapere musicale. Lui mi ha insegnato tantissimo senza troppe parole, cioè parla tanto [ride], ma trasmette tutto “sensorialmente”: suonando, cantando, indicandomi degli ascolti dei suoi cantanti di riferimento e poi, agli inizi, mi ha proprio addestrato alla scrittura, mettendomi anche alla prova e, modestamente, ho superato l’esame a pieni voti [ride]. Anche il suo collaboratore Daniel Tek mi è stato molto d’aiuto proprio nello scambio di idee e nell’orientare la direzione dei testi. Ad esempio, il bridge di Alpacarl the Alpacop io l’avevo dedicato interamente al personaggio di Zia Placida e lui, invece, mi ha detto: “Perché non parli dell’importanza di essere una squadra?” e così è nato il verso “Siamo una squadra cosmica”, un po’ come la Lova Music. E alla fine Max Longhi è magico: con i suoi arrangiamenti trasforma completamente l’atmosfera del pezzo. È successo con la nostra canzone su Death Note. Quando l’ho sentita ultimata è stato come poter toccare il quaderno e vedere Ryuk!
Poi, in realtà, ultimamente ho riscoperto la mia prima grande passione per i social media e quindi preferisco dedicarmi all’altra mia attività, quella di content creator e coprywriter. Consiste nel realizzare i testi che fanno da guida a Giorgio nei suoi video sui social. Quindi ho modo di confrontarmi con la sua social media manager, Federica Paradiso, con la quale abbiamo realizzato ad esempio le “Pillole Nerd” su TikTok, tutto l’hype per l’uscita del brano “Quando il tuo nome è su Death Note”, compresa l’ideazione e lo script del reel con Flavio Aquilone, doppiatore di Light Yagami, e altre cose in cantiere, che non posso ancora svelare.
Cosa sognava l’Alessia bambina?
Che domanda meravigliosa! L’Alessia bambina sognava di essere una cantante, magari proprio Cristina D’Avena e cantare insieme a Giorgio Vanni.
Come ti sei sentita quando hai cominciato a lavorare con Giorgio Vanni?
Io ho iniziato a collaborare con Giorgio molto prima del 2017. Una data indimenticabile: il 9 ottobre 2009 Giorgio mi chiama e neanche il tempo di dire ‘pronto’, mi dice: “Ti voglio bene. Ti va di venire con me al mio primo Lucca Comics e scrivere la mia biografia ufficiale?”. Credo che non serva spiegare come mi sono sentita.
Ognuno di noi ha i suoi momenti di crisi, tu come li hai affrontati e che consiglio vuoi dare a chi li sta vivendo ora?
Chiamate Giorgio Vanni e vi tira su di morale in un secondo, come quei filtri che giravano tempo fa dove potevi fare la telefonata con Ricky Martin o con un chihuahua, mi sembra. Dovremmo crearlo con Giorgio... no, scherzo. [Noi di 4Muses siamo d’accordo, però]
Nei momenti di crisi dicono sempre di parlare e confidarsi, ma in realtà per esperienza personale credo che nessuno capisca come stiamo veramente e anche le persone più vicine, involontariamente, ci danno consigli che assomigliano più a dei giudizi e ci fanno ancora più male. Ovviamente non è sempre così, per fortuna. L’importante è credere in voi e nella vostra passione, sostenendola, qualunque essa sia. Gō Nagai, il mangaka di Mazinga Z, ha detto: “Quello che voglio attraverso le mie opere è offrire a questi ragazzi una spinta per uscire dalla loro prigione personale, per avere più coraggio e fiducia in sé stessi. Perché il problema non è nelle loro passioni, ma nella società”. Non permettete a nessuno di sminuire il vostro valore, come persone prima di tutto.
Un modo per superare una crisi è cercare di circondarci di persone che ci fanno stare bene, respirare la musica e l’ambiente che ci piace e desiderare cose da bambini, quelle semplici e sorprendenti, perché la realtà sa essere più meravigliosa di qualsiasi sogno mai immaginabile.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuerò sempre a dare contributi testuali a Giorgio nei suoi progetti social. In questo momento mi sto dedicando, inoltre, a un’attività di ufficio stampa di cantanti/band emergenti e sto ultimando la tesi per la mia seconda laurea in Scienze della Comunicazione, dedicata proprio a TikTok e le microcelebrity nel settore sigle dei cartoni animati. Questo traguardo sarà molto importante per dedicarmi poi al mio progetto di personal branding @animevoce, che dovrò scoprire anch’io pian piano.
Ha conseguito la sua prima laurea in Musica elettronica presso il Conservatorio di Trieste nel 2014 e la seconda, in Scienze della Comunicazione presso l’Università Carlo Bo di Urbino, è all’orizzonte.
È l'autrice di diverse canzoni di Giorgio Vanni e dà il proprio apporto ad alcuni suoi social content. Ha recensito musica per la webzine Traks e sta facendo esperienza come ufficio stampa per promuovere cantanti/band emergenti.
Innanzitutto in cosa consiste il tuo lavoro?
Dal 2017 collaboro con Giorgio Vanni e la Lova Music come autrice musicale. Ho scritto, ad esempio, la sigla di Movieland, il parco divertimenti sul Lago di Garda, oppure “Onda dopo Onda”, insieme al DJ Matrix, la sigla di “Alpacarl the Alpacop”, un cartone totalmente made in Italy, realizzato dal disegnatore Gabro (e il cui protagonista ha la voce del grandissimo Pietro Ubaldi), ma anche “Pokémon Arceus un nuovo inizio” per gli youtuber Cydonia e Sabaku no Maiku (forse è la mia preferita) e altre...
È un lavoro molto stimolante. Mi permette di assorbire da Giorgio un po’ del suo infinito sapere musicale. Lui mi ha insegnato tantissimo senza troppe parole, cioè parla tanto [ride], ma trasmette tutto “sensorialmente”: suonando, cantando, indicandomi degli ascolti dei suoi cantanti di riferimento e poi, agli inizi, mi ha proprio addestrato alla scrittura, mettendomi anche alla prova e, modestamente, ho superato l’esame a pieni voti [ride]. Anche il suo collaboratore Daniel Tek mi è stato molto d’aiuto proprio nello scambio di idee e nell’orientare la direzione dei testi. Ad esempio, il bridge di Alpacarl the Alpacop io l’avevo dedicato interamente al personaggio di Zia Placida e lui, invece, mi ha detto: “Perché non parli dell’importanza di essere una squadra?” e così è nato il verso “Siamo una squadra cosmica”, un po’ come la Lova Music. E alla fine Max Longhi è magico: con i suoi arrangiamenti trasforma completamente l’atmosfera del pezzo. È successo con la nostra canzone su Death Note. Quando l’ho sentita ultimata è stato come poter toccare il quaderno e vedere Ryuk!
Poi, in realtà, ultimamente ho riscoperto la mia prima grande passione per i social media e quindi preferisco dedicarmi all’altra mia attività, quella di content creator e coprywriter. Consiste nel realizzare i testi che fanno da guida a Giorgio nei suoi video sui social. Quindi ho modo di confrontarmi con la sua social media manager, Federica Paradiso, con la quale abbiamo realizzato ad esempio le “Pillole Nerd” su TikTok, tutto l’hype per l’uscita del brano “Quando il tuo nome è su Death Note”, compresa l’ideazione e lo script del reel con Flavio Aquilone, doppiatore di Light Yagami, e altre cose in cantiere, che non posso ancora svelare.
Cosa sognava l’Alessia bambina?
Che domanda meravigliosa! L’Alessia bambina sognava di essere una cantante, magari proprio Cristina D’Avena e cantare insieme a Giorgio Vanni.
Come ti sei sentita quando hai cominciato a lavorare con Giorgio Vanni?
Io ho iniziato a collaborare con Giorgio molto prima del 2017. Una data indimenticabile: il 9 ottobre 2009 Giorgio mi chiama e neanche il tempo di dire ‘pronto’, mi dice: “Ti voglio bene. Ti va di venire con me al mio primo Lucca Comics e scrivere la mia biografia ufficiale?”. Credo che non serva spiegare come mi sono sentita.
Ognuno di noi ha i suoi momenti di crisi, tu come li hai affrontati e che consiglio vuoi dare a chi li sta vivendo ora?
Chiamate Giorgio Vanni e vi tira su di morale in un secondo, come quei filtri che giravano tempo fa dove potevi fare la telefonata con Ricky Martin o con un chihuahua, mi sembra. Dovremmo crearlo con Giorgio... no, scherzo. [Noi di 4Muses siamo d’accordo, però]
Nei momenti di crisi dicono sempre di parlare e confidarsi, ma in realtà per esperienza personale credo che nessuno capisca come stiamo veramente e anche le persone più vicine, involontariamente, ci danno consigli che assomigliano più a dei giudizi e ci fanno ancora più male. Ovviamente non è sempre così, per fortuna. L’importante è credere in voi e nella vostra passione, sostenendola, qualunque essa sia. Gō Nagai, il mangaka di Mazinga Z, ha detto: “Quello che voglio attraverso le mie opere è offrire a questi ragazzi una spinta per uscire dalla loro prigione personale, per avere più coraggio e fiducia in sé stessi. Perché il problema non è nelle loro passioni, ma nella società”. Non permettete a nessuno di sminuire il vostro valore, come persone prima di tutto.
Un modo per superare una crisi è cercare di circondarci di persone che ci fanno stare bene, respirare la musica e l’ambiente che ci piace e desiderare cose da bambini, quelle semplici e sorprendenti, perché la realtà sa essere più meravigliosa di qualsiasi sogno mai immaginabile.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Continuerò sempre a dare contributi testuali a Giorgio nei suoi progetti social. In questo momento mi sto dedicando, inoltre, a un’attività di ufficio stampa di cantanti/band emergenti e sto ultimando la tesi per la mia seconda laurea in Scienze della Comunicazione, dedicata proprio a TikTok e le microcelebrity nel settore sigle dei cartoni animati. Questo traguardo sarà molto importante per dedicarmi poi al mio progetto di personal branding @animevoce, che dovrò scoprire anch’io pian piano.
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