Attenzione, questo articolo contiene spoiler sulla serie.
D'altronde un personaggio come il suo, inserito nei contesti in cui Hajime Isayama lo inserisce e che si troverà ad affrontare le situazioni che vediamo affrontare nell'anime, è effettivamente all'apparenza fuori posto.
Armin Arlert è uno dei protagonisti della serie, migliore amico di Eren Jaeger (Yeager nei manga) e Mikasa Ackerman, nonché membro del corpo di ricerca.
Tutto del modo in cui questo personaggio si pone sembra gridare "debolezza" e "delicatezza": è basso, magro, con tratti femminili e occhi grandi che gli donano un aspetto innocente e giovanile.
Cresciuto tra uno spintone di un bullo e un calcio di un altro ed abituato ad essere sempre salvato da Mikasa e Eren, anche nell'atteggiamento Armin è sempre stato un personaggio estremamente insicuro e non è mai stato la rappresentazione di una persona forte.
Non è un caso se, quando nell'anime il ragazzo ha espresso la volontà di arruolarsi nella divisione dell'esercito in cui si esplora il mondo fuori dalle mura e in cui si entra più a contatto con i giganti - il corpo di ricerca, appunto -, lo stupore e l'incredulità siano state reazioni comuni degli spettatori così come dei personaggi della serie.
In quattro stagioni lo vedremo uccidere solo due giganti, e non farà niente che possa venir considerato canonicamente coraggioso per un membro del corpo di ricerca ma anzi, si ritroverà spesso ad essere salvato da altri membri risultando così incapace nel combattimento fisico, anche sul campo di battaglia.
Eppure, permetteteci di dire che Armin Arlert è il personaggio più coraggioso (e decisamente uno dei più utili) dell'Attacco dei Giganti.
Coraggioso al punto di entrare a far parte della "Squadra Operazioni Speciali", squadra d'élite guidata da Levi Ackerman, al punto da essere proclamato Comandante del corpo di ricerca stesso.
Ha tutti, ma proprio tutti i requisiti per essere un leader impeccabile: oltre alla sua indole analitica e pragmatica che lo rendono un ottimo stratega, oltre alla lealtà e ai suoi forti ideali che lo porteranno a non esitare nemmeno un secondo quando si troverà a compiere azioni che lo porteranno a guardare la morte in faccia per la buona riuscita di una missione fuori le mura, Armin possiede la caratteristica principale e fondamentale per essere un leader e Comandante degno del titolo: l'umiltà.
In quattro stagioni lo vedremo uccidere solo due giganti, e non farà niente che possa venir considerato canonicamente coraggioso per un membro del corpo di ricerca ma anzi, si ritroverà spesso ad essere salvato da altri membri risultando così incapace nel combattimento fisico, anche sul campo di battaglia.
Eppure, permetteteci di dire che Armin Arlert è il personaggio più coraggioso (e decisamente uno dei più utili) dell'Attacco dei Giganti.
Coraggioso al punto di entrare a far parte della "Squadra Operazioni Speciali", squadra d'élite guidata da Levi Ackerman, al punto da essere proclamato Comandante del corpo di ricerca stesso.
Ha tutti, ma proprio tutti i requisiti per essere un leader impeccabile: oltre alla sua indole analitica e pragmatica che lo rendono un ottimo stratega, oltre alla lealtà e ai suoi forti ideali che lo porteranno a non esitare nemmeno un secondo quando si troverà a compiere azioni che lo porteranno a guardare la morte in faccia per la buona riuscita di una missione fuori le mura, Armin possiede la caratteristica principale e fondamentale per essere un leader e Comandante degno del titolo: l'umiltà.
Umiltà che mette radici in alcune delle più tristi e logoranti sensazioni che si possano provare: la convinzione di non essere mai abbastanza, il senso di inadeguatezza, l'autostima inesistente, il pensiero fisso di essere inutile e un peso.
Intellettualmente superiore ai suoi compagni di squadra (come viene dimostrato dai test svolti una volta conclusi i tre anni di addestramento nella leva militare), Armin era un personaggio che, almeno inizialmente, riusciva a vedere solo quello che non era: fisicamente forte.
Solo successivamente, quando riuscirà a superare quanto basta le sue insicurezze, ad accettare sé stesso e diventare abbastanza sicuro delle sue abilità, riuscirà veramente a dare ordini, far ragionare i compagni nei momenti di crisi totale, manipolare il nemico.
Intellettualmente superiore ai suoi compagni di squadra (come viene dimostrato dai test svolti una volta conclusi i tre anni di addestramento nella leva militare), Armin era un personaggio che, almeno inizialmente, riusciva a vedere solo quello che non era: fisicamente forte.
Solo successivamente, quando riuscirà a superare quanto basta le sue insicurezze, ad accettare sé stesso e diventare abbastanza sicuro delle sue abilità, riuscirà veramente a dare ordini, far ragionare i compagni nei momenti di crisi totale, manipolare il nemico.
Ha dalla sua parte un grande punto di forza: quello di sembrare l'anello debole e passare inosservato.
Capirà che il suo non essere fisicamente forte darà un'immagine sempre innocua della sua persona, abbraccerà questa sua caratteristica e userà ciò a suo favore per essere la chiave di volta di situazioni decisive per la vittoria di spedizioni cruciali per l'umanità.
Non dimentichiamoci dopotutto che è soprattutto grazie a questa immagine che da di sé che si riuscirà definitivamente ad uccidere il Gigante Colossale, nemico principale dall'episodio numero uno.
Capirà che il suo non essere fisicamente forte darà un'immagine sempre innocua della sua persona, abbraccerà questa sua caratteristica e userà ciò a suo favore per essere la chiave di volta di situazioni decisive per la vittoria di spedizioni cruciali per l'umanità.
Non dimentichiamoci dopotutto che è soprattutto grazie a questa immagine che da di sé che si riuscirà definitivamente ad uccidere il Gigante Colossale, nemico principale dall'episodio numero uno.
Per concludere questa analisi, Armin potrà anche non essere un guerriero canonico, ma al contrario di alcuni dei suoi compagni, lui non scappa mai. E questa è sempre stata per lui la vera vittoria.
Non scappare, qualsiasi cosa accada.
"Guarda che io non ho affatto perso, non sono mica scappato"
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