Quante volte ci capita di scrollare le home dei nostri cellulari senza neanche prestare davvero attenzione a ciò che ci capita sotto gli occhi?
Quante volte siamo stati colpiti dalla logica dello “scrolling” per poter ingannare il nostro tempo, la nostra noia, o per ammazzare quegli istanti in cui l’attesa è divenuta pesante?
Si, non sappiamo più attendere.
Non sappiamo più guardarci intorno.
Non sappiamo più aspettare più di cinque minuti e vogliamo tutto e subito.
Questa è una logica intrinseca nella natura stessa dei social, ma che si riversa anche nella percezione di ciò che guardiamo. Spingendoci, adesso che il mondo sembra esser rallentato, a non sopportare la lenta attesa della libertà. Aspettiamo pur non volendolo fare, pur non sapendolo fare. Aspettiamo e preghiamo che tutto ci sia dato il più in fretta possibile, senza neanche apprezzare davvero ciò che molto spesso l’attesa riesce a dare.
Per poter spiegare meglio ciò che noi di 4Muses vogliamo evidenziare, vorremmo riportarvi alla mente la pubblicità della Campari. Presa in giro, divenuta meme, battuta e anche ridicolizzata dai molti; essa racchiudeva, in realtà, un messaggio che dovrebbe essere quanto mai importante.
“L’attesa è essa stessa il piacere”
Ciò è vero se si pensa a tutte le volte in cui si fa un countdown verso qualcosa, verso una tappa, verso una deadline. L’attesa per il giorno del nostro compleanno, quando si è più piccoli, oppure per Natale e per l’apertura dei regali. L’eccitazione che precede quel momento tanto agognato rende il piacere talvolta più intenso e più inaspettato. L’attesa da valore a qualcosa che in realtà sarebbe talvolta anche insignificante.
E questo aspettare, come stavamo dicendo, è stato annullato dalle logiche dello scrolling o dal palinsesto di Netflix o Amazon Prime Video.
Le piattaforme in streaming sono una manna dal cielo, ci hanno tenuto compagnia e hanno sfornato prodotti su prodotti anche in piena pandemia, perché sono stati in grado di immagazzinare tanti di quei contenuti da poter appagare i gusti di chiunque. Ci hanno dato serie e film anche quando la sala cinematografica non era più disponibile, ma hanno instillato anche un cattivo comportamento da parte del consumatore. Ci hanno abituato al tutto e subito.
Lo scrolling della pagine social non è, dunque, differente alla logica che vi è dietro il binge watching. La pratica di divorare puntata dopo puntata un intero palinsesto senza, talvolta, comprendere la natura di ciò che realmente si sta guardando, ma abituandoci all’avere la pappa servita. Anche perché, nel momento in cui dobbiamo aspettare per delle nuove puntate, la piattaforma ci inganna inserendo quei nuovi prodotti che ci permettono di ammazzare ancora una volta l’attesa. Si paga Netflix senza neanche comprendere il valore artistico che vi è dietro un prodotto culturale. Perché sia che si parli di serie tv, di film o di documentari, si sta sempre e comunque parlando di arte e di cultura, elementi specchio della realtà nella quale vengono creati e dalla quale vengono fruiti. I prodotti, così, divengono usa e getta. Si guarda una serie e poi si passa alla prossima, senza permettere che questa possa sedimentarsi in noi e che l’esperienza fruibile possa diventare nostra.
Del resto, forse abbiamo dimenticato che cosa sosteneva Umberto Eco: chi legge può vivere infinite vite; e ciò lo si può applicare anche a film e a serie tv. Quando vi era il piacere dell’attesa, quando si aspettava per poter vedere la puntata successiva, si aveva anche il tempo di poter comprendere le azioni dei protagonisti in scena. Si scambiavano pareri, si faceva propria quella vita anche se nostra non era.
Tutto questo si evolve in un comportamento quasi negativo nella percezione di prodotti che, invece, cercano di ristabilire quest’ordine: la puntata una volta a settimana.
Un’attesa che fa comprendere il valore della creazione e anche quello della fruizione. Un’attesa che spinge il pubblico a parlare e a far proprio quel prodotto. Un’attesa che, purtroppo, nonostante questi tentativi, si evolve comunque in un pensiero: “appena saranno disponibili tutte le puntate la guarderò”.
Con queste parole, noi di 4Muses, vogliamo puntare l’attenzione su una percezione di valore che dovrebbe tornare ad esistere perché non può far altro che accrescere la nostra stessa esperienza tramite quella fatta da personaggi talvolta fittizi.
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