venerdì 13 novembre 2020

#Musica: Gli altri siamo noi

Noi di 4Muses, lo sapete, amiamo ripetere “Gli altri siamo noi”. Siamo fortemente convinte che gli altri siano specchi della nostra anima. Quando parliamo con qualcuno sappiamo bene che ci stiamo confrontando con il nostro interno. Esso ci mostra le nostre paure, i nostri limiti, i nostri disagi più nascosti. Quando non riusciamo a capire cosa non va nella nostra quotidianità, quando ci sentiamo nervosi o stressati senza un perché, ecco che si palesa una persona a mostrarcelo.

Il valore de “gli altri siamo noi” sta proprio nel non provare nessun odio o  rancore per gli altri. Non c’è invidia, o gelosia, perché ciò che succede a un altro, succederà a noi, prima o poi.

La canzone di Umberto Tozzi, uscita nel 1991, è una delle più grandi canzoni che meglio descrive tutto ciò. Seconda solo allo storico verso: "I am he as you are he as you are me and we are all together" di "I'm the Walrus" dei Beatles.


Non sono stato mai più solo di così/È notte ma vorrei che fosse presto lunedì/Con gli altri insieme a me per fare la città/Con gli altri chiusi in sé che si aprono al sole/Come fiori quando si risvegliano, si rivestono/Quando escono, partono, arrivano/Ci somigliano angeli e avvoltoi/Come specchi gli occhi nei volti/Perché gli altri siamo noi.

Quest’estate abbiamo conosciuto Michel Angel, un ragazzo unico e meraviglioso, molto saggio, nonostante la giovane età. Ci fa da guida, grazie al suo percorso spirituale di vita. Un giorno gli abbiamo chiesto: “come mai le api, e ogni animale in generale, vive nella perfezione? Noi esseri umani, invece, viviamo nell’odio e nella rabbia, perché?” lui, con la semplicità che lo contraddistingue, ha risposto: “Tutto è perfetto quando si fa quello per cui si è nati”. Una frase che ci ha fatte riflettere a lungo, giungendo alla conclusione che come un grande formicaio, se ognuno di noi facesse ciò per cui è destinato, vivrebbe in pace e collegato con gli altri, “a fare la città”, come canta Tozzi.

“I muri vanno giù/Al soffio di un'idea/Allah come Gesù in Chiesa o dentro una Moschea/E gli altri siamo noi ma qui sulla stessa via/Vigliaccamente eroi lasciamo indietro pezzi di altri nodi/Che ci aspettano e si chiedono/Perché nascono e subito muoiono/Forse rondini, foglie d'Africa/Ci sorridono di malinconia/E tutti vittime e carnefici/Tanto prima o poi gli altri siamo noi”

Maometto, Gesù, Chiesa, Moschea, Sinagoga, nascita, morte, Africa, Europa… ci sono sul serio differenze? Non sarebbe meglio definire le differenze come sfumature dello stesso colore?

“Quando cantano/Quando piangono/Gli altri siamo noi/in questo mondo gli altri siamo noi/Quando nascono/Quando muoiono /Gli altri siamo noi”

Noi siamo fortemente convinte che non serve a nulla combattere le battaglie solo quando ci toccano, perché prima o poi ci toccheranno, e forse quando sarà troppo tardi. Si deve combattere sempre, se riconosciamo in qualcosa un ostacolo.
 

“Noi che stiamo in comodi deserti/Di appartamenti e di tranquillità/Lontani dagli altri/Ma tanto prima o poi gli altri siamo noi”

"Tanto prima o poi gli altri siamo noi", nient’altro da aggiungere.

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