Nel secolo in cui viviamo,
è importante avere una propria idea su tutto. Internet ci ha permesso di
amplificare, in bene o in male, le nostre conoscenze e questo ci porta
all’argomento di oggi: il bodyshaming.
Se siete stati almeno dieci minuti su un qualsiasi social network, non vi sarà
passato inosservato il flame (insulto)
nei confronti della giovane modella armena Armine Harutyunyan
che sfila per Gucci.
Gli haters, le
persone che si nascondono dietro una tastiera per lanciare cattiverie, l’hanno
pesantemente attaccata perché è comparsa nella classifica delle “100 donne più
sexy del mondo”, cambiando i canoni standard della bellezza.
Il
bodyshaming è questo: deridere qualcuno per il suo aspetto fisico: può essere
per la corporatura o per tutto ciò che dia disturbo ad “un mondo di bello”.
Non
prendiamoci in giro, sebbene sembri che il bodyshamig sia un problema odierno,
in realtà ha radici ben più profonde: nelle credenze popolari, per anni le
persone che avevano i capelli rossi venivano additate come portatori di
sventura. Il risultato di questi attacchi sulla persona provocano vergogna,
senso di inadeguatezza e, nelle persone più fragili, può spingere a gesti
estremi. Il bodyshaming è diffuso soprattutto tra gli adolescenti, ma anche gli
adulti non sono da meno. Tanto c’è uno schermo, no? Eppure molti ignorano il
detto che afferma “ne uccide più la penna che la spada”, ovvero che le parole
fanno più male di un vero e proprio colpo. La ferita si rimargina, ma le parole
sono sempre lì, depositate in un angolo buio della nostra coscienza, pronte a
colpire quando meno ce lo aspettiamo.
Molti
ignorano che i canoni di bellezza non sono sempre stati gli stessi, che variano
oggi addirittura da paese a paese. Nell’antichità essere magri e avere i fianchi
stretti era visto come una malattia, era meglio avere un corpo prosperoso. Il
corpo formoso era indice di salute, benessere e lo è tutt’ora in diverse parti
del mondo. La bellezza classica, dei corpi in forma e muscolosi, seno
abbondante per le donne con la vita stretta sono, in un’epoca di modernismo
come la nostra, una scelta personale. Nell’avere i fianchi larghi o la
fantomatica “pancia” può essere una decisione presa dal soggetto, una qualità o un disturbo,
ma dato che gli specchi non mancano a casa di nessuno, dubitiamo serva
l’apporto denigratorio degli altri. Il bodyshaming non colpisce solo le donne,
ma anche gli uomini. È il caso del telecronista degli e-sports Lapo Raspanti
(Terenas), attaccato per aver messo una foto in piscina dove c’erano commenti
del tipo “Ma stai male?” o “Vai in palestra, ciccione”.
Non
vale solo per le persone in sovrappeso, anzi: il bodyshaming è presente anche
per chi è molto magro. La modella di Gucci è solo l’ultima di una lunga lista
di celebrità attaccate per dei presunti inestetismi fisici. La settimana
scorsa al centro di una diatriba c’era Valentina Ferragni, sorella della nota
influencer. Molti l’hanno definita “grassa” e questa è stata la sua risposta su
instagram: “Non
mi sento sbagliata solo perché ho preso qualche chilo in più. Magari dimagrirò,
vado in palestra, ma di fatto mi godo la vita. Se voglio mangiare un piatto di
pasta, lo faccio. So che non posso piacere a tutti. A volte capita che qualcuno
mi fermi per strada quando sono struccata e mi chieda una foto. Poi la
pubblicano sui social e scrivono: 'Guardate quanto è brutta'. Allora mi chiedo:
perché hanno voluto fotografarsi con me? Solo per insultarmi? Eppure davanti a
me nessuno ha mai detto: 'Vale, non mi piaci'. Magari non rappresento l’idea
della perfezione. Ma preferisco essere imperfetta e accettarlo. Noi donne non
riusciamo mai a volerci bene abbastanza. Ognuna di noi prova a diventare più
bella, brava, intelligente, Ma quando ci si deve fermare? Quando si è davvero
abbastanza?”
Ma
torniamo un momento alla modella di Gucci. Denigrata per i lineamenti
spigolosi, il viso allungato e le folte sopracciglia, molti hanno parlato di
lei come di una “bellezza non convenzionale”. Il problema è questo: quali sono
i canoni di bellezza convenzionale? Le ragazze angelo di Vittoria’s Secret? Non
ovunque. Basterebbe solo piacersi e accettare anche i propri inestetismi,
renderli punti di forza. Alla modella Harutyunyan hanno fatto una domanda
alquanto particolare, se non fastidiosa: “Ma lei, quando si guarda allo
specchio, cosa vede?” La risposta è stata “Vedo
una persona che è più di una faccia, che ha interessi, cose da dire e da fare.
E che non ha tempo per chi la vuole abbattere.” E ancora “Credo che le persone siano spaventate da
tutto quello che è diverso.”
La moda da anni propone
modelle che non rispettano i canoni sopracitati, ma il motivo è semplice: il
linguaggio è un altro, lo scopo è un altro. Concludiamo con una citazione della
giovane modella armena: “Meglio essere
diversi che omologati al resto.”
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