Dopo averlo nominato insistentemente e dopo aver mostrato il mio palese apprezzamento per la sua arte, mi sembrava più che meritato un articolo riguardante la sua vita.
Pieno di passione e curiosità per qualsiasi cosa lo circondasse e sempre pronto a stupirsi anche di fronte alle piccole cose, questo è Pierre-Auguste Renoir.
Nato il 25 Febbraio 1841 a Limoges in Francia, Pierre-Auguste Renoir o semplicemente "Auguste", come amava chiamarlo la madre, nasce in una famiglia estremamente povera, da madre operaia e padre sarto.
Abile nel canto, Renoir aveva una voce dolce e soave e prese lezioni private gratuite da Charles Gounod.
Il suo talento era tale che il pittore arrivò anche a darsi molto da fare per entrare in uno dei teatri con uno dei cori lirici più famosi del mondo: l'Opéra.
Il padre, però, si rese conto da subito dell'abilità che il figlio aveva nel disegno; infatti, il giovane Pierre-Auguste era solito prendere in prestito i gessetti da sarto che il padre utilizzava per lavorare per disegnare tutto ciò che la sua immaginazione gli consentiva.
Dopo un lavoro in una ditta che andò in bancarotta e in cui lavorò per soli cinque anni, il pittore sfoggiò tutta la sua ambizione e la sua intelligenza, riuscendo ad entrare nell'École Impériale et Spéciale des Beaux-Arts e facendosi gradualmente conoscere.
"Si arriva davanti alla natura con delle teorie, e la natura le sbatte tutte per terra."
L'altalena, Pierre-Auguste Renoir, 1876. (en plain air) |
Grazie ad Alfred Sisley, Fréderic Bazille e Claude Monet, Renoir ebbe il primo impatto e iniziò a dipingere en plain air (letteralmente "all'aria aperta"), e nel 1863 decisero di trasferirsi a Chailly-en-Bière per essere completamente a contatto con la natura.
Eclettico, spontaneo e anticonformista, Renoir si distingue per il suo repertorio di opere d'arte immenso e per i suoi molteplici stili: infatti, dipinse più di cinquemila tele e altrettanti disegni e acquerelli.
Da un viaggio fatto nel 1881, iniziò a prendere ispirazione da Raffaello Sanzio e ne rimase così tanto affascinato che il suo stile cambiò drasticamente, dopo aver dichiarato nel 1883 che "ero arrivato al punto estremo dell'impressionismo e dovevo constatare che non sapevo più né dipingere né disegnare". Da quel momento, quindi, Renoir si staccò dal movimento impressionista e smise di dipingere en plain air avvicinandosi allo stile aigre (letteralmente "acido").
I dipinti dei paesaggi diminuiscono gradualmente fino a sparire e aumentano e le figure umane e i nudi femminili.
Solo in seguito, durante la sua vecchiaia, il pittore dichiarò quanto il suo viaggio in Italia fosse stato importante e lo fece con le seguenti parole: "Il 1882 fu una grande data nella mia evoluzione.
Il problema dell'Italia è che è troppo bella, gli Italiani non hanno alcun merito nell'aver creato grandi opere in pittura, gli bastava guardarsi intorno.
Le strade italiane sono gremite di dei pagani e personaggi biblici. Ogni donna che allatta un bambino è una Madonna di Raffaello!" e in seguito confidò a un suo caro amico: "Si torna sempre ai primi amori, ma con una nota in più".
Le bagnanti, Pierre-Auguste Renoir, 1918-1919. |
L'ultimo quadro del pittore risale al 1919, proprio l'anno della sua morte, ed è in tutto e per tutto la fine del suo percorso di vita.
Nel dipinto, infatti, sono presenti tutti gli elementi caratterizzanti della sua pittura: il plein air e la passione per la pittura rubensiana e tizianesca, l'amore per i nudi femminili e la sua joie de vivre (gioia di vivere) che ha sempre fatto parte della sua persona e della sua arte.
Nonostante la sua artrite reumatoide che circa nel 1891 lo rese gradualmente sempre più impossibilitato a muoversi fino a causargli la paralisi totale degli arti inferiori e quella parziale degli arti superiori, Renoir non smise mai di dipingere (arrivando persino a legarsi un pennello alla sulla mano 'buona') e la sua curiosità e il suo amore per tutto ciò che lo circondavano lo accompagnarono fino alla fine.
Grazie alla sua vastissima conoscenza dell'arte fu sempre circondato di giovani artisti pronti a imparare da lui e strinse un legame piuttosto importante con Henri Matisse.
Morì il 3 Dicembre 1919 e la sua ultima frase celebre fu pronunciata mentre gli venivano slegati dalle mani ormai completamente inutilizzabili i pennelli che utilizzava per dipingere fu:
"Credo di incominciare a capire qualcosa"
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