Disponibile su Prime Video dal 24 settembre 2025, Hotel Costiera è quella serie italo americana che fa tirare un sospiro di sollievo a noi italiani, finalmente non descritti dentro i soliti stereotipi dal resto del mondo.
Disponibile in tutti i Paesi di lingua inglese, e in Francia, Spagna, Portogallo oltre alla nostra forse ovvia Italia, Hotel Costiera è un action drama tutto giallo, ma con molte sfumature colorate perché sa alternare momenti di intensità tipica dei thriller a quelli comici e leggeri, tutti all’italiana.
Nata da un’idea Luca Bernabei, scritta da Elena Bucaccio, Matthew Parkhill e Francesco Arlanch, co-prodotta da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux Vide, diretta dal premio Emmy Adam Bernstein e Giacomo Martelli, già dal suo concepimento, Hotel Costiera si è rivelata essere un ottimo mix di cultura italoamericana, anche se fuori dagli schemi visti e rivisti.
Daniel De Luca (Jesse Williams) lavora come problem solver nell’hotel più esclusivo della Costiera, a Positano. Con vent’anni di esperienza passate nei marine, Daniel sa come fare il suo lavoro e riesce in tutto, anche nei casi più difficili senza farsi mancare quella dose di empatia ed emotività a cui forse non siamo abituati quando vediamo in scena personaggi del genere.
Con trame autoconclusive a ogni puntata, la serie non manca di tenere lo spettatore incollato fino alla fine, per vedere la risoluzione del grande caso: quello della scomparsa di Alice (Amanda Campana), figlia del capo dell’albergo Augusto (Tommaso Ragno) scomparsa da poco meno di un mese. Quella che inizialmente sembra una fuga volontaria, almeno a detta della sorella Adele, (Maria Chiara Giannetta) però, si trasformerà nel caso più problematico che Daniel abbia mai affrontato…
Per fortuna non lavora da solo, a lui si affiancano Bigné (Antonio Gerardi), Genny (Jordan Alexandra) e il carismatico Tancredi (Sam Haygarth).
Fin dalle prime due puntate, viste in anteprima stampa a Roma, la serie mi ha piacevolmente incuriosita. Solitamente sono molto scettica, soprattutto quando si tratta di prodotti italiani, ma questa in particolare nulla ha a che vedere con quanto siamo abituati, da Distretto di Polizia a Don Matteo, senza offesa per nessuno, s’intende.
Il ritmo è incalzante, la trama particolare che segue i due schemi tra casi autoconclusivi e il grande caso principale, riesce a non appesantire l’attenzione dello spettatore che a fine puntata si ritrova a pensare: “Ma è già finita?” mandando avanti i titoli di coda e iniziando subito il prossimo episodio.
Mi è piaciuta anche molto la scelta di non nascondere l’accento italiano nell’inglese parlato dai nostri connazionali, attestando così che sì, anche noi italiani sappiamo parlarlo pur non rinunciando ai nostri suon.
Se si pensa alla Costiera non si possono non citare i colori, i profumi e i sapori che la accompagnano. Avendo avuto la fortuna di andarci spesso durante le vacanze, guardare le puntate mi ha riportato all’estate finita da poco, dove ho toccato con mano tutto ciò. Ottima, quindi, la scelta scenografica e la decisione di giocare molto con la fotografia, che la natura aiuta a essere sempre perfetta.
Una serie leggera ma che mantiene la buona qualità di un giallo, anche senza i soliti toni da thriller, perché in fondo non è necessario essere sempre così seriosi in questi temi. E questo forse, dopotutto, ce lo ha insegnato proprio Carabinieri.
Disponibile in tutti i Paesi di lingua inglese, e in Francia, Spagna, Portogallo oltre alla nostra forse ovvia Italia, Hotel Costiera è un action drama tutto giallo, ma con molte sfumature colorate perché sa alternare momenti di intensità tipica dei thriller a quelli comici e leggeri, tutti all’italiana.
Nata da un’idea Luca Bernabei, scritta da Elena Bucaccio, Matthew Parkhill e Francesco Arlanch, co-prodotta da Amazon MGM Studios e Luca Bernabei per Lux Vide, diretta dal premio Emmy Adam Bernstein e Giacomo Martelli, già dal suo concepimento, Hotel Costiera si è rivelata essere un ottimo mix di cultura italoamericana, anche se fuori dagli schemi visti e rivisti.
Daniel De Luca (Jesse Williams) lavora come problem solver nell’hotel più esclusivo della Costiera, a Positano. Con vent’anni di esperienza passate nei marine, Daniel sa come fare il suo lavoro e riesce in tutto, anche nei casi più difficili senza farsi mancare quella dose di empatia ed emotività a cui forse non siamo abituati quando vediamo in scena personaggi del genere.
Con trame autoconclusive a ogni puntata, la serie non manca di tenere lo spettatore incollato fino alla fine, per vedere la risoluzione del grande caso: quello della scomparsa di Alice (Amanda Campana), figlia del capo dell’albergo Augusto (Tommaso Ragno) scomparsa da poco meno di un mese. Quella che inizialmente sembra una fuga volontaria, almeno a detta della sorella Adele, (Maria Chiara Giannetta) però, si trasformerà nel caso più problematico che Daniel abbia mai affrontato…
Per fortuna non lavora da solo, a lui si affiancano Bigné (Antonio Gerardi), Genny (Jordan Alexandra) e il carismatico Tancredi (Sam Haygarth).
Fin dalle prime due puntate, viste in anteprima stampa a Roma, la serie mi ha piacevolmente incuriosita. Solitamente sono molto scettica, soprattutto quando si tratta di prodotti italiani, ma questa in particolare nulla ha a che vedere con quanto siamo abituati, da Distretto di Polizia a Don Matteo, senza offesa per nessuno, s’intende.
Il ritmo è incalzante, la trama particolare che segue i due schemi tra casi autoconclusivi e il grande caso principale, riesce a non appesantire l’attenzione dello spettatore che a fine puntata si ritrova a pensare: “Ma è già finita?” mandando avanti i titoli di coda e iniziando subito il prossimo episodio.
Mi è piaciuta anche molto la scelta di non nascondere l’accento italiano nell’inglese parlato dai nostri connazionali, attestando così che sì, anche noi italiani sappiamo parlarlo pur non rinunciando ai nostri suon.
Se si pensa alla Costiera non si possono non citare i colori, i profumi e i sapori che la accompagnano. Avendo avuto la fortuna di andarci spesso durante le vacanze, guardare le puntate mi ha riportato all’estate finita da poco, dove ho toccato con mano tutto ciò. Ottima, quindi, la scelta scenografica e la decisione di giocare molto con la fotografia, che la natura aiuta a essere sempre perfetta.
Una serie leggera ma che mantiene la buona qualità di un giallo, anche senza i soliti toni da thriller, perché in fondo non è necessario essere sempre così seriosi in questi temi. E questo forse, dopotutto, ce lo ha insegnato proprio Carabinieri.
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