Il 30 gennaio è uscito in tutte le librerie “Nella stanza dell’Imperatore”, di Sonia Aggio ed edito Fazi Editore.
Abbiamo già conosciuto l’autrice quando abbiamo letto il romanzo precedente e suo esordio letterario, “Magnificat”, sempre edito Fazi Editore.
Anche questa volta ci ritroviamo a fare un salto nel passato, sebbene molto più lungo.
Anche questa volta ci ritroviamo a fare un salto nel passato, sebbene molto più lungo.
Ci troviamo, infatti, sul finire del primo millennio dopo Cristo, in quella che è l’area bizantina. Sonia Aggio ci porta all’interno della vera storia di Giovanni Zimisce, cresciuto con gli zii materni della famiglia Foca e passato da prode condottiero per l’Impero Bizantino a imperatore dello stesso.
Andiamo con calma con il racconto della trama, questa volta più rilassati perché di certo non faremo spoiler.
Zimisce combatte accanto ai suoi stessi zii: Niceforo e Leone Foca che tra l’altro lo hanno cresciuto come un figlio. Rimasto vedovo dopo una brevissima parentesi come uomo sposato, la guerra diventa la sua unica ragione di vita e in breve tempo viene considerato il generale più brillante dei suoi tempi.
Si convince che la sua vita sarà piena di sangue e morte, almeno fino a quando tre streghe gli profetizzano che diverrà imperatore. Lui non crede a tale previsione, anche perché sul trono siede suo zio e mentore Niceforo, ma ogni tanto il seme del dubbio torna a scuoterlo.
Siamo esseri umani, dopotutto, siamo attratti da intrighi e tradimenti e consapevoli di ciò, sappiamo che tutto può accadere.
Così, quando Niceforo stesso sembra non interessarsi più alla posizione del nipote, quando la Basilissa Teofano, innamoratasi di lui, lo sprona a diventare imperatore, ecco che in Zimisce si instaura un terribile dilemma: deve cedere alla superbia e diventare imperatore – nascondendosi dietro il fatto che è volere del destino – o lasciare perdere?
La Storia ci ha dato la sua risposta, ma allora perché leggere il libro se sappiamo già come va a finire?
Ovviamente “Nella stanza dell’imperatore” non vuole essere una biografia di Giovanni Zimisce, ma ciò non toglie che l’accuratezza delle descrizioni degli eventi e dei personaggi, ci fa entrare nella quotidianità di un tempo così lontano da noi da non avere, forse, idea di quanto in realtà noi esseri umani siamo ancora uguali ai nostri antenati.
Oggi come allora siamo profondamente affascinati da tutto quello che riguarda le congiure e i tradimenti; se a questo aggiungiamo le guerre e la brutalità dei tempi, ritroviamo in questo libro i toni e i ritmi di un thriller che ci lascia con il fiato sospeso e con quell’adrenalina di sapere come sono andati i fatti, spiando i personaggi stessi.
Nella scalata al potere di Zimisce ritroviamo anche una nostra voglia di rivalsa, ma al solito ogni storia ha un suo insegnamento e in questo caso dobbiamo fare molta attenzione a quello che desideriamo, perché potrebbe avverarsi e non sempre le nostre aspettative coincidono con la realtà.
In Zimisce abbiamo visto in realtà un uomo così tanto solo da convincersi che titolo e prestigio valgano qualsiasi azione spregevole, ma anche così solo da fidarsi facilmente di persone obiettivamente subdole e sleali.
Un libro per tutti gli amanti della Storia, del fascino orientale, dei giochi di potere e delle descrizioni cruente quanto accurate.
Andiamo con calma con il racconto della trama, questa volta più rilassati perché di certo non faremo spoiler.
Zimisce combatte accanto ai suoi stessi zii: Niceforo e Leone Foca che tra l’altro lo hanno cresciuto come un figlio. Rimasto vedovo dopo una brevissima parentesi come uomo sposato, la guerra diventa la sua unica ragione di vita e in breve tempo viene considerato il generale più brillante dei suoi tempi.
Si convince che la sua vita sarà piena di sangue e morte, almeno fino a quando tre streghe gli profetizzano che diverrà imperatore. Lui non crede a tale previsione, anche perché sul trono siede suo zio e mentore Niceforo, ma ogni tanto il seme del dubbio torna a scuoterlo.
Siamo esseri umani, dopotutto, siamo attratti da intrighi e tradimenti e consapevoli di ciò, sappiamo che tutto può accadere.
Così, quando Niceforo stesso sembra non interessarsi più alla posizione del nipote, quando la Basilissa Teofano, innamoratasi di lui, lo sprona a diventare imperatore, ecco che in Zimisce si instaura un terribile dilemma: deve cedere alla superbia e diventare imperatore – nascondendosi dietro il fatto che è volere del destino – o lasciare perdere?
La Storia ci ha dato la sua risposta, ma allora perché leggere il libro se sappiamo già come va a finire?
Ritratto di Giovanni Zimisce |
Oggi come allora siamo profondamente affascinati da tutto quello che riguarda le congiure e i tradimenti; se a questo aggiungiamo le guerre e la brutalità dei tempi, ritroviamo in questo libro i toni e i ritmi di un thriller che ci lascia con il fiato sospeso e con quell’adrenalina di sapere come sono andati i fatti, spiando i personaggi stessi.
Nella scalata al potere di Zimisce ritroviamo anche una nostra voglia di rivalsa, ma al solito ogni storia ha un suo insegnamento e in questo caso dobbiamo fare molta attenzione a quello che desideriamo, perché potrebbe avverarsi e non sempre le nostre aspettative coincidono con la realtà.
In Zimisce abbiamo visto in realtà un uomo così tanto solo da convincersi che titolo e prestigio valgano qualsiasi azione spregevole, ma anche così solo da fidarsi facilmente di persone obiettivamente subdole e sleali.
Un libro per tutti gli amanti della Storia, del fascino orientale, dei giochi di potere e delle descrizioni cruente quanto accurate.
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