Che ansia. Lo posso dire, Fazi Editore? Che ansia.
Non crediamo di aver mai letto niente di più ansiolitico, ed è proprio questo a rendere “La mia Ingeborg” un libro da leggere assolutamente se si ama il genere dark.
Non crediamo di aver mai letto niente di più ansiolitico, ed è proprio questo a rendere “La mia Ingeborg” un libro da leggere assolutamente se si ama il genere dark.
La penna di Tore Renberg è nera, nerissima, esattamente come l’anima del protagonista e non è un caso se Bok365 ha definito Tollak – il protagonista, appunto – come il personaggio più complesso e decadente di quest’anno.
VG, invece, consiglia di leggere il romanzo tutto d’un fiato e noi siamo assolutamente d’accordo, a meno che non soffriate di pressione alta, perché il cuore vi impazzerà letteralmente in petto.
I norvegesi non hanno dubbi: divenuto un best seller in poco tempo, è per loro il migliore libro dell’anno.
I norvegesi non hanno dubbi: divenuto un best seller in poco tempo, è per loro il migliore libro dell’anno.
Tollak è un tipo di uomo che ci pensiamo bene è presente in ogni paese o quartiere: burbero, solitario, rude, aggressivo… che rimane sempre da solo e quando si lega a qualcuno, ai vicini fa scattare in testa domande del tipo: “Ma come è possibile che una se lo pigli?”
È successo esattamente così quando si è fidanzato e sposato con Ingeborg, una donna dal carattere del tutto differente: amorevole, generosa, solare… così ben voluta in paese che il marito comincia a essere chiamato “il Tollak di Ingeborg”. I due hanno una vita semplice e normale, con due figli e dei lavori che li tengono distanti, seppur siano innamorati.
L’animo sensibile di Tollak si mostra quando decide di prendere con sé un ragazzo difficile abbandonato dalla madre vedova: Oddo, lo zimbello del paese, soprannominato da tutti “Oddoloscemo”.
La misera realtà che lo circonda per Tollak è sacra, perché nonostante il poco, ha tutto ciò che ama: i suoi tre figli e sua moglie, anche se non riesce a esprimere quello che sente a nessuno dei quattro.
Quando Ingeborg scompare, però, in Tollak aumenta la rabbia mai espressa e giorno dopo giorno sente il bisogno di parlare e tirare fuori tutto della sua vita.
Decide così di riunire i figli, intenzionato a tirare fuori tutti i suoi sconvolgenti segreti…
Non proseguiamo oltre per non fare troppi spoiler.
Quello che ci sentiamo di dire è che una sana comunicazione è il modo migliore per sopravvivere ai dispiaceri della vita.
Tollak non è mai riuscito a esprimere se stesso come avrebbe voluto, per questo è rimasto un uomo solo anche da sposato e padre di famiglia. Non è mai riuscito a vedere gli altri, a sentire le loro emozioni e a trovare un punto di incontro.
Con il passare del tempo è diventato un uomo perennemente attaccato al passato, come una sorta di dipendenza verso i “bei vecchi tempi quando tutto andava bene” che lo porta, di conseguenza, non solo a vedere il buono di quelli moderni, ma a distruggerlo sia emotivamente che fisicamente.
È un uomo mai amato, che di conseguenza vede l’amore solo se si fa quello che dice lui, come lo dice lui e se qualcosa, qualcuno va fuori pista, lui semplicemente non lo accetta. Si scatena, come una bestia, e proprio come farebbe una bestia non avverte il minimo rimpianto.
Avremmo tantissimo da dire su questo personaggio, sulla sua storia, ma forse è bene attendere un po’ di tempo, giusto per dare a tutti il tempo di leggere questo capolavoro della letteratura norvegese.
“La mia Ingeborg” è un dark thriller che si sfoglia tutto di un fiato, ci fa guardare alla vita dal punto di vista di un uomo isolato. Esce fuori da noi l’orrore celato in posti che non pensavamo di avere.
È successo esattamente così quando si è fidanzato e sposato con Ingeborg, una donna dal carattere del tutto differente: amorevole, generosa, solare… così ben voluta in paese che il marito comincia a essere chiamato “il Tollak di Ingeborg”. I due hanno una vita semplice e normale, con due figli e dei lavori che li tengono distanti, seppur siano innamorati.
L’animo sensibile di Tollak si mostra quando decide di prendere con sé un ragazzo difficile abbandonato dalla madre vedova: Oddo, lo zimbello del paese, soprannominato da tutti “Oddoloscemo”.
La misera realtà che lo circonda per Tollak è sacra, perché nonostante il poco, ha tutto ciò che ama: i suoi tre figli e sua moglie, anche se non riesce a esprimere quello che sente a nessuno dei quattro.
Quando Ingeborg scompare, però, in Tollak aumenta la rabbia mai espressa e giorno dopo giorno sente il bisogno di parlare e tirare fuori tutto della sua vita.
Decide così di riunire i figli, intenzionato a tirare fuori tutti i suoi sconvolgenti segreti…
Non proseguiamo oltre per non fare troppi spoiler.
Quello che ci sentiamo di dire è che una sana comunicazione è il modo migliore per sopravvivere ai dispiaceri della vita.
Tollak non è mai riuscito a esprimere se stesso come avrebbe voluto, per questo è rimasto un uomo solo anche da sposato e padre di famiglia. Non è mai riuscito a vedere gli altri, a sentire le loro emozioni e a trovare un punto di incontro.
Con il passare del tempo è diventato un uomo perennemente attaccato al passato, come una sorta di dipendenza verso i “bei vecchi tempi quando tutto andava bene” che lo porta, di conseguenza, non solo a vedere il buono di quelli moderni, ma a distruggerlo sia emotivamente che fisicamente.
È un uomo mai amato, che di conseguenza vede l’amore solo se si fa quello che dice lui, come lo dice lui e se qualcosa, qualcuno va fuori pista, lui semplicemente non lo accetta. Si scatena, come una bestia, e proprio come farebbe una bestia non avverte il minimo rimpianto.
Avremmo tantissimo da dire su questo personaggio, sulla sua storia, ma forse è bene attendere un po’ di tempo, giusto per dare a tutti il tempo di leggere questo capolavoro della letteratura norvegese.
“La mia Ingeborg” è un dark thriller che si sfoglia tutto di un fiato, ci fa guardare alla vita dal punto di vista di un uomo isolato. Esce fuori da noi l’orrore celato in posti che non pensavamo di avere.
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