Herbarie Le chiamavano streghe è stato in
scena a Teatrosophia, dal 16 al 18 febbraio.
Lo spettacolo è con Silvia Mazzotta, Brunella Petrini, Elena Stabile regia di Ivan Vincenzo Cozzi. Il testo di Silvia Pietrovanni, frutto di un lavoro di ricerca sulla figura ancestrale e sulle origini sacre della Domina Herbarum, definita saggia dalla gente del popolo, è stato adattato per le scene da Isabella Moroni, la musica è di Tito Rinesi e i costumi di Rosanna Grassia.
Lo spettacolo è con Silvia Mazzotta, Brunella Petrini, Elena Stabile regia di Ivan Vincenzo Cozzi. Il testo di Silvia Pietrovanni, frutto di un lavoro di ricerca sulla figura ancestrale e sulle origini sacre della Domina Herbarum, definita saggia dalla gente del popolo, è stato adattato per le scene da Isabella Moroni, la musica è di Tito Rinesi e i costumi di Rosanna Grassia.
Questa storia inizia
con allegria e leggerezza in una famiglia matriarcale, Mercuria la nonna
intenta a trasmettere con dolcezza alla nipote Lucia il suo sapere, Caterina la
madre anch’essa herbaria che cerca di proteggere sua madre e sua figlia dalle
nuove leggi che l’inquisizione sta mettendo in pratica perchè loro non sono
solo le farmaciste che coltivano le erbe
medicinali e ne fanno medicamenti, sono le levatrici che vanno di casa in casa,
sono quelle che ascoltano, aiutano, danno conforto e sono anche le accabadore
quelle che sanno dare la buona morte e che per questo l’inquisizione
perseguita, per questo vengono imprigionate, torturate, uccise.
Lucia riesce a
fuggire e ci racconta tutto ciò protetta dalle mura di un convento, trascrive
tutto quello che ha imparato, non solo la sapienza delle Herbarie ma anche la
loro pietas, la loro empatia, il loro essere al servizio della comunità senza
chiedere nulla in cambio.
L’emozione è forte, questa storia ci riporta ai nostri giorni, ai processi che vedono imputate persone che aiutano altre persone che lo chiedono, a morire con dignità. Ma l’essere umano può scegliere liberamente di mettere fine alle propria vita? Può scegliere di mettere la parola fine alle sue sofferenze fisiche o psicologiche?
L’emozione è forte, questa storia ci riporta ai nostri giorni, ai processi che vedono imputate persone che aiutano altre persone che lo chiedono, a morire con dignità. Ma l’essere umano può scegliere liberamente di mettere fine alle propria vita? Può scegliere di mettere la parola fine alle sue sofferenze fisiche o psicologiche?
In alcuni Paesi questo
è possibile in altri è tollerato in altri ancora è vietato e chi aiuta una
persona a mettere fine alla propria esistenza viene accusato di omicidio.
Ancora più terribile, chi decide di porre fine alla sua vita e non ci riesce
viene sottoposto a un regime di controllo per impedire il ripetersi del gesto.
Ma allora a chi appartiene la vita? Se la risposta di tanti è Dio allora chi
arma le guerre e fa strage di innocenti è solo uno strumento nelle sue mani e
se ne esce senza pagarne il prezzo? Aiutare una persona a morire serenamente e su
sua richiesta pone davvero chi l’aiuta sullo stesso piano di chi uccide una
persona per vendetta o per rapina o per ideologia e per i mille altri motivi
per cui si commette un delitto?
Le Herbarie ... di noi dicono che possiamo entrare nelle case attraverso le porte chiuse; dicono che avveleniamo i pozzi, che voliamo a cavallo di una scopa e ci accoppiamo coi demoni sotto il noce ...
le chiamavano Streghe.
Erano solo Donne
d’Amore.
Spettacolo molto intenso e che tratta argomenti ancora attuali e che ci porta a porci domande a cui dobbiamo dare risposte
RispondiEliminaGrazie per questa bella riflessione sullo spettacolo che pone anche l'accento su una tematica, quella del fine vita, che mi sta molto a cuore
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