giovedì 8 febbraio 2024

#Personaggi: Louisa May Alcott

Louisa May Alcott, 1852
È quel periodo dell’anno, quello in cui torniamo alla carica con la rilettura di “Piccole donne” e “Piccole donne crescono”.
Abbiamo parlato sia del libro, che del film del 2019, quindi ora non ci resta altro che parlare della vita della sua autrice, la grandissima Louisa May Alcott.

Durante l’articolo parleremo al presente, sia perché è nel nostro stile farlo, sia perché è stata proprio la vita della Alcott a dare vita al fenomeno letterario che è “Piccole donne”.
Louisa May Alcott nasce a Germantown (ora integrata nella città di Philadelphia) il 29 novembre 1832; è la secondogenita di Amos Bronson Alcott (pedagogo, scrittore e filosofo trascendentalista) e Abigail May, attivista per i diritti degli schiavi e delle donne.     
La loro prima figlia si chiama Anna, ed è nata il 16 marzo 1831. Alle due si aggiunge, il 24 giugno 1835, la piccola Elizabeth.


Nel 1838 la famiglia Alcott si trasferisce a Boston, dove Amos apre e gestisce per qualche anno la Temple School.
Nel 1840 la famiglia si trasferisce nuovamente, questa volta a Concord, nel Massachusetts e, il 16 giugno dello stesso anno, alle tre sorelle si aggiunge Abigail May, chiamata da tutti May.

Le tre bambine, soprattutto Louisa, ricevono un’istruzione privata dal padre ma anche dagli amici di famiglia come lo scrittore e filosofo Ralph Waldo Emerson (1803-1882) che mette a disposizione la sua intera biblioteca, che dal poeta e saggista Henry David Thoreau (1817-1862) che dà alle bambine lezioni di botanica.


Tra il 1843 e il 1845 gli Alcott, assieme agli amici di famiglia e filosofi Charles Lane ed Henry Wrigh, decidono di andare a vivere a Prospect Hill, in una fattoria comunitaria nota come Fruitlands. L’esperienza dura poco meno di un anno, poi armati di bagagli – speriamo a questo punto mai disfatti – si spostano prima a Still Rivers, poi di nuovo a Concord dove si stabiliscono, comprando la loro prima casa ribattezzata Hillside.

Dati i numerosi problemi economici della famiglia – che non riusciva proprio a tenere radici – le tre sorelle più grandi: Anna, Louisa ed Elizabeth, sono costrette a lavorare per aiutare i genitori con i conti. Erano sarte, governanti, insegnanti; mentre la madre era a servizio da immigrati irlandesi.

Nel 1849 Louisa scrive i primi racconti: “Flower Fables” – una raccolta di fiabe dedicate a Ellen Emerson, figlia di Ralph Waldo – e “The Rival Painters. A Tale of Rome”.
La pace sedentaria dura poco, perché gli Alcott si ritrasferiscono a Boston dove la madre lavora come missionaria; Anna, Louisa ed Elizabeth insegnano ad adulti analfabeti e il padre continua con i suoi studi filosofici, mentre tutti quanti lavorano alla rete clandestina Underground Railroad con il fine di dare la libertà attraverso l’espatrio verso l’Europa agli schiavi di colore.
Come se tutto ciò non bastasse, Louisa fonda “The Olive Leaf”, un giornale per famiglie.

Nel 1850 la sorella Anna apre una scuola a Canton Street, dove Louisa lavora come insegnante.
È nel 1851 l’anno in cui la rivista “Peterson’s Magazine” pubblica la prima poesia della Alcott: “Sunlight”, che però è firmata sotto lo pseudonimo di Flora Fairfield.
Nel 1854, sempre sotto lo stesso pseudonimo, pubblica il racconto “The Rival Prima Donnas” sulla “Saturday Evening Gazzette” mentre “Flower Fables” vede la luce e diviene il suo primo romanzo.
Nel giugno 1855 è la prima a trasferirsi, ancora, a Walpole, nel New Hampshire ma quando la famiglia la raggiunge il mese successivo, lei è già in partenza a Boston dove fonda una scuola.

Prima di proseguire, facciamo un accenno anche su Anna, Elizabeth e Abigail.

Anna, fin dall’infanzia, sogna di diventare un’attrice e in effetti dimostra un grande talento per la recitazione, proprio come accade alla primogenita di casa March, Meg.

Nel 1858 contrae la scarlattina, ma riesce a sopravvivere e quindi può creare, assieme alla sorella Louisa, una compagnia teatrale nella quale incontra, conosce e si innamora di John Bridge Pratt che sposerà il 23 maggio 1860 e dal quale avrà due figli: Frederic e John. Ricorda qualcosa, vero?

Anche Elizabeth contrae la scarlattina, ma purtroppo lei muore il 14 marzo 1858, a soli ventitré anni. Anche questo ricorda qualcosa, vero?
Questi due eventi: il matrimonio di Anna e la morte di Elizabeth, segnano per Louisa la fine del rapporto di sorellanza, proprio come accaduto per Jo con il matrimonio di Meg e la morte di Beth.


Anche Abigail, ovviamente, è di ispirazione per il personaggio di Amy. Ricordiamo che in famiglia viene chiamata May e Amy altro non è che il suo anagramma.
In più anche lei è dedita all’arte: la insegna come arteterapia in un manicomio a Syracuse (New York), per poi tornare a farlo alla scuola di Concord.
A Boston studia arte assieme a William Morris Hunt (1824-1879) mentre lo sculture Daniel Chester French (1850-1931) la ricorda come la sua prima insegnante.
È Abigail a illustrare la prima edizione di “Piccole donne” e proprio grazie al successo del romanzo, se lei è andata in Europa con la sorella. May/Amy, però, vi rimarrà più a lungo, continuando a studiare arte tra Parigi, Londra e Roma. Ancora, ricorda qualcosa?
Comunque sia, il talento di Abigail si può ancora adesso ammirare al Salon di Parigi, dove nel 1877 è l’unica artista donna a essere esposta.

Torniamo ora a Louisa.

Il successo comincia a sorriderle, quando a trent’anni – 1862 – va a Washington per lavorare come infermiera all’ospedale Union Hotel per prendersi cura dei soldati feriti durante la prima guerra civile americana. In questo periodo scrive “Pauline’s Passion and Punishment” e vince il premio bandito dal quotidiano “Frank Leslie’s Illustrared Newspaper”.
Nel 1863 si ammala di febbre tifoidea ma questo le dà l’ispirazione per scrivere “Hospital Sketches”, libro che prende spunto dalla sua esperienza con i soldati e primo romanzo che viene molto apprezzato, sia dalla critica che dal pubblico.
Louisa, però, ancora non è famosa.

Pubblica molti altri suoi lavori, anche uno dal titolo “Moods”, definito immorale dai critici.
Nel 1866 Thomas Nile, della casa editrice Roberts di Boston la spinge a scrivere un libro per ragazze, nel mentre è curatrice della rivista per ragazziMerry’s Museum”.
Il 1° ottobre 1868 esce il primo volume di Piccole donne, ma sarà solo la seconda parte del libro – che conosciamo come Piccole donne cresconoa renderla davvero famosa in tutto il mondo.

La sua ascesa coincide anche con una serie di tremendi avvenimenti famigliari.

Negli anni ’70 dell’Ottocento pubblica numerosi romanzi, tra cui: “An Old-Fashioned Girl”, “Piccoli uomini”, continuo della saga dei March, e “Gli otto cugini”.
Lo stile di vita non cambia e continua a viaggiare per l’Europa, poi negli Stati Uniti tra Boston, New York e Philadelphia.
Nel 1876 acquista una casa assieme alla sorella Anna e poco dopo lì muore la loro madre, è il 25 novembre 1877.

Mentre nel 1878 Louisa continua a stampare i suoi libri, la sorella Abigail muore per le conseguenze del parto; le sue ultime volontà sono quelle di affidare la neonata Louisa Maychiamata Lulu – alla sorella, che infatti la prende con sé nel 1879.

Louisa May Alcott, circa 1870
Nonostante una bambina al suo seguito, Louisa non interrompe né il lavoro, né i suoi spostamenti, anche se adesso riguardano solo Boston e Concord.

Nel 1882 il padre viene colpito da una paralisi, per questo Louisa cerca di rimanere il più possibile accanto a lui.
Nel dicembre del 1885 le viene severamente vietato di proseguire con la scrittura, per motivi di salute. Lei, però, ignora il volere dei medici e continua a scrivere, tanto che nell’autunno del 1886 esce “I ragazzi di Jo”, che mette fine alle vicende dei March.
Due mesi dopo Louisa entra in una clinica a Roxbury per curarsi.

A inizio di marzo 1888 le viene diagnosticata una forma di meningite cerebospinale, ma quando il padre muore il 4 marzo dello stesso anno, lei è colpita da un ictus e muore due giorni dopo Amos, il 6 marzo 1888.

Louisa è sepolta al cimitero di Concord assieme alla sua famiglia – tranne Abigail che riposa a Parigi – e agli amici Ralph Waldo Emerson, Nathaniel Hawthorne e Henry David Thoreau.

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