Vi rispondiamo subito: sì. Abbiamo conosciuto i Måneskin nella puntata delle audizioni di X-Factor e ci siamo subito innamorate della loro grinta, del loro sapersi mangiare il palco. Abbiamo apprezzato l’energia di Damiano, rimanendo incantate, e ammettiamolo: abbiamo dovuto frenare certi nostri pensieri perché non sapevamo ancora bene se fosse maggiorenne o no. Se il cantante risalta subito all’occhio, col tempo e grazie al cammino nel talent show, abbiamo imparato a conoscere la “stilosa” Victoria, l’aureo Thomas e lo schivo Ethan.
Quattro caratteri totalmente diversi –almeno in apparenza, non possiamo giudicarli sul serio, non conoscendoli personalmente- ma che in comune hanno la caparbietà di voler fare, ma soprattuto di fare molto bene. "O si fa in maniera perfetta, o non si fa". Il loro percorso è stato pieno di sfide, giustamente pressati da Manuel Agnelli che, come ogni ottimo mentore, ha alitato sui loro colli per tirare fuori il meglio.
E sono riusciti, sempre, in ogni cosa che hanno fatto. Da bravi romani incarnano il carattere del mitico Rugantino: arrogante in apparenza, dall’animo buono. Non è da tutti zittire i fischi di disapprovazione di un auditorium alla notizia del loro secondo posto. Loro avrebbero potuto alimentarli, ma si sono messi dalla parte del vincitore, fieri come se avessero raggiunto la vetta. Probabilmente perché sanno di non dover raggiungere nulla: loro hanno già. Se Licitra ha vinto quell’edizione di X-Factor, loro hanno vinto il consenso popolare non più solo per il talento musicale, ma anche per l’animo.
Nel corso degli anni li abbiamo sempre seguiti, non mancando le loro storie e post su Instagram, i loro interventi alle radio o i loro concerti. La pandemia ha fatto il suo, ma abbiamo esultato all’ufficialità della loro presenza sul palco dell’Ariston.
Perché per noi di 4Muses quella è già stata una vittoria. Siamo sempre state convinte che la loro performance avrebbe convinto anche i più scettici. La vittoria è stata la loro, e ora si aprono le porte dell’Eurovision Song Contest.
Ma l’Italia, si sa, è un paese di polemiche. I Måneskin hanno vinto e partono le solite tiritere: “Non è musica”, “Non sono gli unici che hanno portato il rock in italia”; “Anche Ruggeri ha vinto un festival di Sanremo facendo rock".
Per prima cosa vorremmo rispondere a tutte queste persone con una domanda: “Che facevate a vent’anni?” No, perché noi pensiamo che anche solo per il fatto di essere saliti come se nulla fosse sul palco che ha terrorizzato perfino un Fedez, e di aver vinto con i big, è già un risultato che merita come unico rumore novanta minuti di applausi.
Ed è vero, il rock in Italia non è solo il loro. Ma fermarsi a ciò vuol dire non riconoscere il talento. Insomma, chi dice questa frase non potrebbe mai fare il produttore musicale, ammettiamolo.
I Måneskin hanno quel qualcosa che nessun altro in Italia ha. Hanno una presenza scenica così naturale che viene da pensare abbiano già fatto questo mestiere in almeno un’altra vita.
I testi che scrivono hanno una profondità che altri artisti maturano in anni di carriera. Sanno parlare ai giovani ma anche alle persone più mature, tanto che persino Gianni Morandi e Vasco Rossi li hanno esaltati sui loro social durante i giorni di Festival.
I Måneskin uniscono le generazioni solo come Cristina D’Avena riesce a fare. Trasudano così tanta voglia di spaccare il mondo, cambiandolo a suon di musica e parole che Mara Venier non ha esitato un momento nel paragonarli ai Rolling Stones.
E se addirittura per i patiti del rock loro non possono rappresentare il genere per la poca gavetta, vorrei ricordare che i tempi sono cambiati. Gli anni passati nei locali scadenti, sono gli attuali mesi passati a cantare per le strade di Roma.
In un mondo dove tutto cambia, dove una notizia di due giorni fa è roba vecchia, i Måneskin di gavetta ne hanno fatta molta, tanto da creare una corrente che li trova sempre originali e impeccabili da cinque anni.
I più acidelli potrebbero sorridere al lasso di tempo che rappresenta un lustro, ma siamo sinceri: quanti cantanti usciti dai talent, portano una ventata d’aria fresca a ogni nuovo singolo?
Forse i Måneskin non hanno iniziato una rivoluzione, su questo siamo d’accordo, ma lasciano aperte finestre e porte a una nuova era musicale e sociale.
Lunga vita ai Måneskin! Che la Storia sia vostra.
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