Le serie distopiche, si sa, da qualche anno compongono sia il panorama del cinema che quello della letteratura. Oggi noi di 4Muses vogliamo parlarvi di "Falce", il primo libro de "La Trilogia della Falce" di Neal Shusterman che ha catturato la nostra attenzione e aperto una riflessione morale sul concetto di umanità.
In un mondo distopico, tutto il sapere del mondo è stato affidato a un cervello informatico, ovvero il Thunderhead. Non esistono più conflitti, dispute che non possano essere gestite e risolte dal Thunderhead; non esistono più ridicoli giochi di potere e, soprattutto, non esiste più la morte. In tutti i soggetti vengono impiantati dei nanociti che si occupano di rigenerare le cellule del corpo e fermare anche l’invecchiamento, così un ragazzo che all’apparenza ha una ventina di anni, potrebbe benissimo avere più di un secolo dalla sua. Se qualcuno prova a uccidersi, la medicina è arrivata al punto fermare il processo naturale, tranne che in un caso: si tratta della spigolatura. Spartiacque tra l’era mortale e l’era immortale, per fermare l’aumento esponenziale della popolazione, esiste una congrega, quella delle Falci, che ha il compito di uccidere (o spigolare appunto), soggetti totalmente a caso, scegliendo come motivazione i casi di morte che avvenivano prima dell’avvento del Thunderhead: un guasto al motore di un aereo, incidente stradale o infarto. Le modalità di morte sono varie e variano in base alla Falce che li compie.
In un mondo distopico, tutto il sapere del mondo è stato affidato a un cervello informatico, ovvero il Thunderhead. Non esistono più conflitti, dispute che non possano essere gestite e risolte dal Thunderhead; non esistono più ridicoli giochi di potere e, soprattutto, non esiste più la morte. In tutti i soggetti vengono impiantati dei nanociti che si occupano di rigenerare le cellule del corpo e fermare anche l’invecchiamento, così un ragazzo che all’apparenza ha una ventina di anni, potrebbe benissimo avere più di un secolo dalla sua. Se qualcuno prova a uccidersi, la medicina è arrivata al punto fermare il processo naturale, tranne che in un caso: si tratta della spigolatura. Spartiacque tra l’era mortale e l’era immortale, per fermare l’aumento esponenziale della popolazione, esiste una congrega, quella delle Falci, che ha il compito di uccidere (o spigolare appunto), soggetti totalmente a caso, scegliendo come motivazione i casi di morte che avvenivano prima dell’avvento del Thunderhead: un guasto al motore di un aereo, incidente stradale o infarto. Le modalità di morte sono varie e variano in base alla Falce che li compie.
"Come deve essere stato credere in qualcosa sopra di noi? Accettare l’imperfezione e tendere verso un ideale che non avremmo mai potuto incarnare? Doveva essere consolante e terrificante. Doveva sollevare gli animi dalle cose terrene, ma anche giustificare ogni tipo di male."
Ovviamente se una famiglia ha già subito un lutto, questa si guadagna l’immunità per un anno baciando il magico anello che tutte le falci portano al dito. Due ragazzi, Citra e Rowan, vengono scelti dalla Falce Maestro Fraday per diventare suoi allievi e un giorno guadagnarsi un anello a testa. Il loro addestramento è fatto d’apprendimento di umiltà, di cordoglio, ma anche sapere quando è giusto fermarsi e quando no.
“Se non ti addormentassi piangendo ogni sera, significherebbe che non sei abbastanza compassionevole”
I due ragazzi si allenano costantemente in vista degli esami (tre in totale) che li porterà a diventare falci, ognuno dei quali si svolgerà durante il conclave delle Falci. Ma alla soglia del primo, l’assemblea obbliga sia Citra che Rowan a combattere per un solo anello a disposizione e il vincitore a spigolare il perdente. La questione si complica quando Faraday muore improvvisamente in circostanze sospette e i due giovani vengono divisi: Citra viene affidata all’enigmatica Madame Curie, mentre Rowan al sanguinario Maestro Goddard. Chi ha ucciso Faraday? Chi vivrà e avrà l’anello?
Il libro scritto da Shusterman ci apre uno scenario futuristico: se la morte non dovesse più esistere, se le malattie non fossero più letali e se neanche lanciarsi dal ventesimo piano di un palazzo bastasse per morire, servirebbe davvero uno “squadrone della morte”. Nel libro viene spesso sottolineata una caratteristica “umana” che le falci devono avere: non devono godere del loro lavoro. È un obbligo morale, ma non deve essere un divertimento, perché dietro ogni spigolatura c’è una famiglia che soffre, una famiglia che si trova dal giorno alla notte senza un membro. Però ci vengono mostrati nel libro le varie modalità di svolgimento di questo compito, fatto anche di pasti offerti ai parenti degli spigolati, ma anche feste e banchetti post-strage. Quando un soggetto accetta questa “chiamata” a diventare una Falce, perde ogni legame con la vita che aveva, al punto da doversi scegliere un nuovo nome.
Falce, sulla falsa riga di Hunger Games, ci mostra due ragazzi costretti a fare i conti con la morte, col diventare assassini per il diletto di altri, una sorta di Colosseo moderno con un giro di vite che sembrava scongiurato con il tramonto dell”Era mortale”. Stile e tipo di narrazione si sposano bene per delineare i personaggi e la loro crescita, i cambiamenti che li portano a evolvere, pur rimanendo sempre fedeli a loro stessi. Citra e Rowan, oltre che a scontrarsi tra loro, dovranno combattere anche il vecchio, con il pensiero e la legge delle Falci, all’apparenza rigida, eppure soggetta a giochi di potere che sono all’ordine del giorno come nel mondo odierno.
Non vi diremo chi, tra Rowan e Citra otterrà l’anello per diventare Falce, vi lasciamo il piacere della lettura. Fateci sapere che ve ne pare dopo averlo letto!
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