martedì 9 marzo 2021

#MustToWatch: Onward - Oltre la magia

Da qualche tempo a questa parte i nuovi cartoni animati prodotti dalla Disney non hanno più un nemico da sconfiggere. I tempi cambiano, i bambini crescono e gli adulti si evolvono, con la consapevolezza che il nemico da abbattere non è più all’esterno di noi, ma al nostro interno. I cattivi non offrono più mele avvelenate, non rubano più le principesse, e non fanno cadere più nessuno in un lungo sonno. No, i veri cattivi sono all’interno dei personaggi stessi, il male si trasforma in una sfumatura dell’animo umano. Bene e male sono due facce della stessa medaglia.

Tutta questa introduzione sulla nuova direzione dei film d’animazione ci serve per parlarvi di un prodotto di casa Disney entrato a pieno titolo nei nostri Must To Watch: Onward – Oltre la magia.
Uscito lo scorso anno negli States e distribuito nelle sale cinematoigrafiche italiane a metà dall’anno scorso, il film è entrato nel catalogo di Disney+ a gennaio 2021.

La storia è ambientata in un mondo popolato da creature magiche (unicorni, fate, centauri, manticore, ecc...), dove la magia è caduta in disuso a “causa” del progresso scientifico. Ci troviamo nei tempi moderni e facciamo la conoscenza di Ian Lightfoot (doppiato nella versione da Tom Holland), un elfo liceale timido e impacciato, con poca fiducia in se stesso. Vive insieme alla madre e al fratello maggiore Barley (doppiato da Chris Pratt), appassionato di videogiochi e dei giochi di ruolo – il classico nerd. Ian non ha mai conosciuto il padre, Wilden, morto poco prima della sua nascita e, soffrendone molto, assorbe informazioni da chiunque lo abbia mai incontrato. Il giorno del suo sedicesimo compleanno, la madre dei due elfi dà loro un pacchetto, un regalo del padre che i ragazzi avrebbero dovuto aprire al compimento dei sedici anni di entrambi. Quello che c’è dentro è un bastone magico, una pietra e una formula magica, in grado di far tornare in vita per un giorno il padre dei ragazzi. Barley prova più volte a lanciare l’incantesimo, ma senza successo. Quasi con fare annoiato, ci prova Ian e il bastone si anima. La magia evocativa è forte e il ragazzo non sa ancora bene come padroneggiarla. Una forza potente viene sprigionata e, insieme all’aiuto del fratello maggiore, i due riescono a portare in vita Wilden ma… dalla vita in giù. La pietra si disintegra e quindi inizia il viaggio dei due fratelli che hanno solo ventiquattro ore di tempo per trovare una seconda pietra, così da formare anche il resto del corpo del padre e passare una giornata con lui, dato che al calar del sole Wilden sparirà nuovamente.


Inizia così il viaggio dell’eroe, dove i due ragazzi compiono gesta emozionanti, basandosi sui tanto amati giochi di ruolo di Barley per poter conoscere il padre. Emozionante è come si evolvono i rapporti tra i due fratelli, legati nel profondo. Ian ha sempre cercato una figura di riferimento, senza rendersi conto di averla sempre avuta al proprio fianco e Barley ha un disperato bisogno di perdono, perché, attanagliato dai sensi di colpa, non è riuscito a dire veramente addio a suo padre, impressionato da averlo visto intubato e in fin di vita.

L’elaborazione del lutto è un concetto che la Disney ha scelto di percorrere, con la strada precedentemente spianata dal film commovente di Coco. In Onward Ian ha passato la vita a capire cosa sia effettivamente il lutto, il non aver mai conosciuto una persona importante della sua vita come il padre. La magia, alla base della narrazione, permette di sperare che un mondo diverso esista, dove l’estro artistico, dove la magia stessa diventa espressione di sé e di aiuto, non solo per se stesso, ma anche per gli altri.

Soffre di più chi ha amato e perso o chi non ha mai conosciuto, amato e perso lo stesso? Non si può quantificare il dolore della perdita di un genitore e Ian ha bisogno di capirlo attraverso un percorso che lo porterà a sacrificarsi per il bene del fratello, la vera figura paterna che non si è mai spostata dal suo fianco, ma che ha sempre fatto di tutto per supportarlo e farlo star bene.

Altro elemento importante risiede proprio in Wilden e nella sua parziale risurrezione: l’unico modo che ha di comunicare con i figli è attraverso i piedi, il picchiettare sulle loro scarpe equivale ad una carezza incorporea che, pur non essendoci, i ragazzi percepiscono chiaramente. Da un particolare punto di vista, il fatto stesso che il padre interagisca con i figli attraverso il tatto richiama anche ai rapporti genitore-figli quando uno dei due soggetti è affetto da una malattia grave che ha come unico canale comunicativo quello del tatto. A volte tendiamo a dimenticare quanto una carezza sia importante.

Onward, che letteralmente significa “andare avanti”, indica come con il dolore si impari a convivere e attraverso esso scoprire nuovi orizzonti che fanno capo alle nostre radici. Senza comprendere il passato, infatti, non vi è alcun futuro. Il vero eroe della storia non è Ian, ma Barley che comprendere l’importanza del passato e con esso sprona il fratello ad andare avanti.

Come qualsiasi classico della Disney, i momenti comici non mancano, ma sul finale non mancano mai neanche le lacrime.

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