In questo periodo le
notizie relative all’omicidio di George Floyd, Breonna Taylor e alle relative
sommosse da parte degli americani hanno sempre uno spazio significativo nei mezzi di comunicazione. Su social come Twitter non si parla d’altro e il pensiero che il
suprematismo bianco sia ancor in voga nel “continente dei sogni”, mi lasci
attonita. Nei numerosi post anti-razzismo, mi sono imbattuta in un titolo, “The Hate U Give”. Dato che non avevo
nulla da leggere, sono corsa in libreria e sono tornata a casa con il libro
scritto da Angie Thomas.
Tieni
le mani bene in vista. Non fare movimenti bruschi. Parla solo se interpellata.
“The Hate U Give – Il coraggio della verità” è stato davvero una
scoperta. Nel romanzo viviamo la storia attraverso
gli occhi di Starr Carter, una sedicenne di colore che è divisa tra le due
realtà che vive: abita in un quartiere afroamericano dove le gang la fanno da
padroni e va a scuola in un prestigioso istituto in un quartiere di lusso, a
maggioranza bianca. Starr si sente costantemente divisa tra le due realtà, che
finiscono per collidere quando, al ritorno da una festa nel suo quartiere, lei e il suo migliore amico Khalil vengono fermati
dalla polizia senza un apparente motivo. Fatto scendere il giovane, il poliziotto lo fredda con dei colpi. Khalil era disarmato. Sotto shock, Starr
assiste alla scena con gli occhi sbarrati e anche lei viene fatta scendere a
forza dall’auto, una ragazzina mingherlina e anch’essa disarmata. e viene
tenuta sotto tiro fino a quando non arrivano i rinforzi. Con una pistola alla
fronte, Starr vede il suo migliore amico esalare il suo ultimo respiro. Da quel
momento inizia la lunga e incerta battaglia della protagonista, che cercherà
con tutta se stessa di accendere i riflettori sull’omicidio a sfondo razziale,
di far iniziare una marcia per i diritti delle persone di colore. Solo lei è la
testimone chiave di quell’agghiacciante notte. Dovrà trovare tutto il coraggio
possibile per combattere per la sua comunità.
Tieni
le mani bene in vista. Non fare movimenti bruschi. Parla solo se interpellata.
Queste sono tre frasi che
ricorrono spesso nel libro e sono terribili se ci fermiamo a pensarci. Quando la
polizia ci ferma mentre siamo alla guida e ci chiede i documenti, nessuno fa
pensieri del genere. L’ansia potrebbe non mancare, ma un conto diverso è quello
di temere per la propria vita. Le domande più frequenti nel lasso di tempo in
cui gli agenti possono chiedere patente e libretto sono “Ho pagato l’assicurazione?
E il bollo? La patente è ancora valida? Sono anni che non controllo!”, ecc, ma
mai “Tieni le mani in vista. Non fare movimenti bruschi.”. Non temi per la tua
vita, cosa che, invece, succede a Starr e a tutti i personaggi di colore in
questo romanzo.
Il libro di Angie Thomas ci apre gli occhi su come vivono gli
afroamericani da anni, anche se era sempre passato in sordina. Non è solo l’episodio
di George Floyd ad aver aperto gli occhi su quanto poco rispetto per la vita
umana ci sia per persone di colore e le minoranze etniche, ma la goccia che ha
fatto traboccare il vaso. Un po’ come con Floyd, però, gli americani hanno
scelto di dire basta. Stessa cosa fa Starr, decide di dire basta perché non ci siano più Khalil, perché la vita umana non
debba più dipendere dal colore della pelle. Perché la polizia non debba più
prima sparare e poi fare le domande. Con una voce spiritosa ma ricca di grinta,
la Thomas ci apre davvero gli occhi sulla dura realtà del razzismo e sulla
brutalità della polizia, vista con gli occhi di un’adolescente, troppo piccola
per essere un’adulta, ma troppo grande per essere ancora considerata una
bambina, eppure ha subito dei grandi traumi per la sua giovane età.
Malgrado sia scritto in
prima persona, questo è davvero un romanzo rivelazione, scritto tre anni fa,
eppure è attuale come non mai con il movimento Black Lives Matter.
Tutto ciò che prova Starr appare assurdo agli occhi di chi sa di certi episodio tramite i media, ma per la prima volta ci si immedesima alla perfezione nei panni di una ragazza vittima di un sistema corrotto, sbagliato, che cerca in tutti i modi di far passare la vittima per carnefice e viceversa. Starr ci insegna a combattere per ciò che è giusto, a non rimanere in silenzio quando i diritti nostri o degli altri vengono calpestati. Perché le comunità nere non abbiano più il timore che un poliziotto possa sparare senza un motivo, ritenendoli “cattivi”. Questo romanzo è potente, scuote le coscienze e spinge alla riflessione, così che il pregiudizio non si trasformi più in omicidio.
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