Per più di sessant’anni, delle registrazioni sono rimaste chiuse all’interno di alcuni scatoloni. Riprese di un viaggio fatto per “la ricerca di un clima più caldo”. Un film mai realizzato che ha portato a un’incredibile crescita personale. James Ivory, nella sua nuova opera, racconta un piccolo pezzo di sé e lo fa attraverso le riprese che aveva fatto durante il suo viaggio a Kabul.
Il regista e sceneggiatore, superati i 94 anni d’età, ha ancora molto da dire e lo fa con una straordinaria lucidità attraverso la visita compiuta in gioventù in una terra che, a oggi, è come se non esistesse. L’Afghanistan, visto dai suoi occhi, è un piccolo paradiso terrestre fatto di tradizioni, persone e cultura; elementi che oggi passano del tutto in secondo piano nell’immaginario collettivo. Oggi quella è la terra dei terroristi, una terra contesa tra diverse fazioni, mentre Ivory ci concede uno sguardo prima ancora che arrivassero gli americani e i russi.