giovedì 18 febbraio 2021

#Costume&Società: Il Carnevale di Putignano

Il Carnevale è, per antonomasia, una festa gioiosa, fatta di maschere, balli e risate. Nelle sue varie forme, viene festeggiato da Nord a Sud in maniera colorata e diversa. Oggi vogliamo parlarvi del Carnevale di Putignano, in Puglia, il più antico d’Europa.

Partiamo dalle origini: come è nato?

Siamo sulla costa pugliese, nel 1394, dove le razzie del popolo saraceno minano costantemente la tranquillità dei cittadini. Diventa così importante proteggere le reliquie custodite nell’Abbazia di Monopoli: quelle di Santo Stefano Protomartire e quale miglior posto lontano dalla costa se non Putignano? È il 26 dicembre del 1394 quando le reliquie vengono spostate nella Chiesa di Santa Maria la Greca. Secondo la leggenda, i contadini abbandonarono i campi mentre erano intenti ad intrecciare i rami delle viti, per accogliere il corteo con canti e balli, festeggiando l’arrivo delle reliquie. Secondo gli storici, nascevano in quel momento le Propaggini, ancora oggi cuore della tradizione carnevalesca locale.

mercoledì 17 febbraio 2021

#Costume&Società: Il Carnevale di Sciacca

Chi non è mai stato in Sicilia non ha mai avuto il piacere di conoscere un luogo nevralgico di incontro tra culture differenti. Chi l’ha vissuta, chi è nato tra quelle terre, chi ha respirato quell’aria almeno una volta nella vita, ha avuto la fortuna di poter avere sulla propria pelle un’impronta indelebile di storia, arte e tradizioni.

La Sicilia è una poesia.

La Sicilia è un modo di vivere.

Tra le varie tradizioni che, da sempre, hanno caratterizzato la sua storia vi è sicuramente il Carnevale. E tra i modi più antichi e tradizionali per poterlo festeggiare c’è quello di Sciacca. In questa cittadina di 45mila abitanti si nasconde una cultura molto profonda e spesso sconosciuta al resto degli abitanti del nostro stivale.

martedì 16 febbraio 2021

#StorieRomane: Rugantino

Non in tutte le città italiane si sente forte la presenza del Carnevale, ma se andiamo a scavare nelle leggende e nelle tradizioni popolari, ogni città italiana ha la sua maschera di rappresentanza.


Roma ha Rugantino il quale deve il suo nome dal termine ruganza, che in romanesco vuol dire: "arroganza". Rugantino, infatti, incarna il tipico comportamento arrogante e strafottente del romano doc. Una maschera prepotente che però nasconde un animo buono, gentile e attraente.

Non si sa di preciso quale siano le sue origini, ma dei testi del Ghetanaccio, il più noto burattinaio romano, Rugantino era già presente sulla finire del 1700.

“Cor cappello a du’ pizzi, cor grugno lungo du’ parmi, co’ ‘na scucchia rivortata ‘nsù a uso de cucchiaro, co’ ‘no spadone che nun ce la po’ quello der sor Radeschio, e co’ le cianche come l’Arco de Pantano, se presenta, Signori mia, Rugantino er duro, nato ‘nsto piccolo castelluccio e cresciuto a forza de sventole, perché ha avuto ‘gni sempre er vizio de rugà e d’arilevacce”

Così, nel 1848, Zuccani presentò il personaggio di Rugantino: un gendarme, identificato come capo dei briganti. Nel corso del tempo la figura è diventata quella del bullo di quartiere, sempre pronto a zuffe e litigi con gli altri.

lunedì 15 febbraio 2021

#StorieRomane: Il Carnevale di Roma

Non tutti sanno che il Carnevale è sempre stato molto sentito a Roma. La sua origine, infatti, riprende i riti dei Saturnali romani e la città attendeva la settimana precedente alla Quaresima con estrema euforia.

“Così, giorno dopo giorno, l’attesa si alimenta e si rinfocola finché, poco dopo mezzodì, una campana del Campidoglio dà il segnale che sotto la volta del cielo tutti possono abbandonarsi alla follia. Questo è il momento in cui il severo cittadino romano, che per tutto l’anno s’è ben guardato dal compiere passi falsi, depone istantaneamente la sua gravità e la sua moderazione”

Con queste parole di Goethe, tratte da "Viaggio in Italia" del 1788, riusciamo a capire il motivo per cui ogni romano attendeva il periodo del Carnevale, e anche perché esso fu abolito nel 1874. Roma si dipingeva di colori, maschere e luci. Per tutta la città c’erano grida, festeggiamenti, tumulti… Ognuno era libero di fare quello che voleva, quasi senza subire alcuna conseguenza.

sabato 13 febbraio 2021

#Musica: Il vento della vita

Il vento della vita” è una canzone di Ermal Meta, contenuta nell’album “Non abbiamo armi” (2018). Noi di 4Muses amiamo molto il cantante di origine albanese, naturalizzato italiano e questa canzone secondo noi è estremamente importante.

Non è forse la più conosciuta, ed è un peccato perché ci ha sostenute in momenti di vera crisi interiore ed esteriore. Siamo qui, quindi, per renderla anche vostra, per darvi quel significato più profondo che va oltre alle parole. Speriamo possa assicurarsi un posto nella vostra playlist personale, perché merita davvero tanto.

Andare avanti e poi tornare/al punto di partenza/per poi ricominciare la mia corsa senza meta/è così che amo fare/per la voglia di non perdermi più niente del percorso/nella gara della vita/dove correre non basta/devi andare più veloce/e spesso c’è da perdere amicizie e falsi amori

venerdì 12 febbraio 2021

#Intervista: Terra

Il cambiamento climatico è molto probabilmente il problema più grande che in questo momento ha l’umanità. Eppure, non viene minimamente menzionato. Telegiornali, giornali, gente comune, minimizzano i vari fenomeni naturali con un’alzata di spalle e la classica espressione: “Eh, certo, non ci sono più le stagioni di una volta”.

In epoca di Pandemia siamo abituati ad ascoltare i pareri degli esperti, prendendoli come Verità assoluta. Siamo terribilmente preoccupati da un virus, eppure non ci interessa del pianeta su cui viviamo e che quotidianamente ci lancia campanelli d’allarme.
Certo, non tutti ignorano i nubifragi, le frane, le inondazioni, una mimosa che sboccia a metà gennaio… Molti sono veramente preoccupati, e grazie a tutti loro sono nate organizzazioni per la tutela dell’ambiente. Ma comunque sia, tutto ciò non basta e noi ci stiamo avvicinando velocemente al giro di boa. Ogni giorno ci avvicina sempre più al punto di non ritorno, quel momento della nostra storia in cui non sarà più possibile fare qualcosa, e che segnerà la fine dell’umanità.

Perché i più, i governi stessi, non si interessano di tutto ciò? E cosa possiamo fare noi, i pesci piccoli, che siamo veramente preoccupati per il futuro della nostra casa (perché l’intero pianeta è la nostra casa)? Che tipo di mondo lasceremo ai bambini di oggi?

Abbiamo affrontato queste tematiche chiacchierando con i ragazzi che hanno aperto su Facebook la pagina Terra, che potete seguire su Facebook cliccando qui.

giovedì 11 febbraio 2021

#SullaStrada: Procida - Capitale della Cultura 2022

Ogni anno viene scelta una città a cui assegnare il titolo di “Capitale italiana della cultura”: per il 2021 sarà Parma, per il 2022 Procida.

È la prima volta che un’isola entra nella competizione ed è anche, quindi, la prima volta che un’isola vince. Dal titolo “La cultura non isola”, la giuria ha espresso questo parere:
Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria.
La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è importante per tutte le isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un'autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell'isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono
." [link]

Dopo questa premessa, parliamo dell’isola in sé e perché secondo noi merita di essere visitata quando si potrà tornare a viaggiare.