Come si può uscire da un loop emotivo? Semplicemente non si può e di certo i video su Tik Tok non aiutano. Lo scorso 5 agosto, al Circo Massimo, si è tenuto il concerto degli Imagine Dragons. La tappa romana è stata congiunta alla bellezza del luogo e alla storia che esso trasuda, un elemento che è stato glorificato anche dallo stesso frontman della band.
L’attesa, questa volta, è stata supportata dalla pioggia. Ci si è chiesti a lungo, in quell’ora, se fosse meglio il sole cocente o la pioggia estiva, ma sicuramente la carica è stata tale da rendere i presenti pronti a tutto.
Apertura cancelli intorno alle 14, proprio mentre mamma Roma benediva tutti col suo clima. Arrivo sotto il palco dopo aver costeggiato l’intera antica area. L’aria del Tevere ha asciugato la pioggia dai nostri corpi giusto in tempo per poterci godere della nuova musica. I minuti sono trascorsi in convivialità, stringendo conoscenza col proprio vicino. Si sentiva proprio che l’aria era diversa, quasi elettrica, perché eravamo pronti a saltare al ritmo dei propri ricordi.
Apertura cancelli intorno alle 14, proprio mentre mamma Roma benediva tutti col suo clima. Arrivo sotto il palco dopo aver costeggiato l’intera antica area. L’aria del Tevere ha asciugato la pioggia dai nostri corpi giusto in tempo per poterci godere della nuova musica. I minuti sono trascorsi in convivialità, stringendo conoscenza col proprio vicino. Si sentiva proprio che l’aria era diversa, quasi elettrica, perché eravamo pronti a saltare al ritmo dei propri ricordi.
Prima del pezzo forte, un unico pensiero si è mosso tra la folla quasi come se fossimo tutti collegati: “Ah, ma sono quelli dei trend di Tik Tok”. Di cosa stiamo parlando? Beh gli AJR hanno aperto con un ritmo calzante e un’energia febbricitante e hanno dato un volto alla maggior parte delle canzoni che abbiamo modo di ascoltare scrollando sull’app del momento. Tre fratelli: Adam, Jack e Ryan Met, che hanno iniziato a esibirsi come artisti di strada nel 2005 a Central Park e Washington Square Park. Da prima cover, un po’ come tutti, successivamente la creazione della propria etichetta discografica indipendente: la LARJ Production, tramite la quale nel 2010 pubblicarono i loro primi due album (“Born and Bred”e “Venture”).
Ma… “Can we skip to the good part?” (trad. “Possiamo passare alla parte migliore?”)
Dopo averci mostrato come producono la loro musica, come il suono e l’ispirazione possano arrivare anche nei momenti più strani o inaspettati, è arrivato il momento.
Un po’ d’ulteriore attesa, nonostante fossero passate le 21 e si iniziava a chiederci se questa fosse davvero “la nostra vita”. La band entra, Dan Reynolds conquista il palco e tutto il Circo Massimo canta “My life”. Successivamente il ritmo incalza e siamo tutti pronti sotto la pioggia di coriandoli a cantare “Believer”.
“It’s Time” e “I’m So Sorry” arrivano rapidamente. Diviene quasi impressionante sentir cantare tutti i presenti insieme a Dan in quei piccoli istanti quasi a cappella. “Thunder” fa scattare le lacrime in chi sta scrivendo questo articolo, perché i ricordi si affollano e le emozioni si rincorrono riempiendo gli occhi e la mente.
Tra un brano e l’altro questa tappa del Mercury Tour si connota di alcuni brani non previsti. La band occupa la restante parte del parco e tutto inizia con “Next To Me”, ma la commozione vera arriva quando Dan è incapace di cantare “Waves” e il pubblico lo fa al posto suo. L’introduzione che ha dedicato alla platea di certo non ha aiutato: Dan ha detto di sapere che è un cliché, ma ci ha ricordato di vivere i nostri giorni come se fossero gli ultimi perché non sappiamo se possa effettivamente essere la realtà. Il tutto viene risollevato da “I Bet My Life” che con i suoi accordi di chitarra è stato in grado di accarezzare tutta l’emozione del brano precedente.
Si è tornati in scaletta successivamente e “Whatever It Takes” è stata perfettamente in linea con quanto successo. A un certo punto, non ricordiamo bene tra quale canzone, ma tra gli squali di peluche che arrivano sul palco, si contraddistinguono dei calzini con all'interno una lettera. Una volta intascata la missiva, Dan ha mostrato di star indossando dei calzini diversi quella sera, palesando in modo simpatico la sua gratitudine per quel gesto. Questo breve siparietto ha mostrato davvero il contatto che gli Imagine Dragons riescono a dare e, soprattutto, hanno fatto sì che non ci fossero davvero distanze fisiche.
Tutti siamo stati toccati dall’emozione di questo concerto: saltare, ballare, cantare, godere della loro musica dal vivo. Coriandoli, palloncini e fuochi d’artificio sono stati la perfetta conclusione di un viaggio che ci ha presi per mano “camminando sul filo” (Da “Walking the Wire”). Il Circo Massimo ha davvero avuto la funzione di “conca” dei ricordi riuscendo a far passare l’antico col nuovo: ricordandoci chi eravamo mentre capiamo chi saremo.
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