Ripetiamo spesso che per noi il tempo altro non è che un susseguirsi di eventi, un cerchio infinito dove “inizio” e “fine” sono solo parole volte a definire l’illusione dello scorrere di qualcosa, quando in realtà, a un occhio più attento e forse più distante dall’Ego, tutto è vivo nello stesso istante. Tutto è collegato, senza alcuna distanza a mettersi di mezzo. E forse non è un caso se l’etimologia di “istante” ha a che fare con lo spazio (dal latino istans, -antis: “stare sopra”, “incalzare”).
Nell’ultimo articolo abbiamo parlato della Nuova Era come un luogo – a cui torneremo – dove il nutrimento avveniva spontaneo, così come nello stesso modo crescevano abbondanza e pace tra i popoli.
Possiamo paragonare questa immagine a una realtà che tutti noi abbiamo vissuto ma della quale non abbiamo molti ricordi: parliamo dei mesi passati dentro il ventre materno fino ai primi mesi dalla nascita, quando nutrimento e affetto arrivavano a noi in modo spontaneo e incondizionato.
Oggi vediamo come i popoli norreni hanno provato a spiegare alcuni fenomeni della natura e alla spiegazione che hanno dato degli elementi.
Sono entrambi figli del dio del mare Njord ed entrambi ricoprono nell’immaginario norreno l’ideale divino della fertilità. Neanche a dirlo i due sono amanti dando vita a quell’ierogamia che tanto piaceva agli antichi.
Freya è anche dea della bellezza, dell’amore, della guerra, è protettrice di chiunque pratichi le arti magiche come la divinazione e la guarigione e conosce tutti i segreti della natura.
I suoi animali associati sono il falco, per la capacità di volare dal mondo dei vivi a quello dei morti (è infatti lei a decidere quale soldato cadrà in guerra, accompagnandolo personalmente nel Fensalir, luogo dedito all’ozio e ai festeggiamenti con buon cibo, birra e donne), il gatto per la sua elegante bellezza e la voglia di vivere nel focolare domestico, e la scrofa: simbolo di incessante riproduttività.
L’oggetto al quale è più legata è la magica collana Brisingamen con la quale può comandare le menti degli altri, portandoli a fare tutto ciò che più desidera.
La vita di Freya può sembrare intensa e di certo mai noiosa, ma in realtà cela una grande tristezza, perché è condannata ad attendere in eterno suo marito Odhr e per il quale versa le sue lacrime dorate. Questo non le vieta di cercare consolazione nel fratello, comunque.
Piccola curiosità: i termini fru (in scandivano “signora”, “sposa”) e frau (in tedesco “signora”) derivano proprio dal nome di questa dea.
Freyr è il dio della fertilità ed è associato all’estate, alla luce del sole, ai raccolti e di conseguenza al grano, ai frutti, a tutto ciò che può dare abbondanza ed ecco perché lo vediamo come un dio strettamente collegato al mare.
Freyr, infatti, possiede la magica nave Skidbladnir che può affrontare qualsiasi viaggio in breve tempo, senza soccombere alle tormente e può essere facilmente riposta in una tasca quando si è su terra. La nave non è l’unico oggetto magico in suo possesso, perché ha anche una spada che combatte da sola, accrescendo il potere del guerriero che la utilizza.
Gli animali che lo rappresentano solo il cavallo e il cinghiale, simboli anche di forza riproduttiva. Non era raro trovare oggetti con queste forme nelle camere da letto delle novelle spose che davano loro protezione e la sicurezza di un rapporto sessuale soddisfacente quanto produttivo.
Freyr vive ad Alfhein, ed è per questo che è anche Signore degli Elfi della Luce, delle Fate e dei Goblins.
Deva della Natura
Se adesso vediamo la magia come un’antica superstizione, ai tempi i maghi e le maghe erano persone che possiamo associare oggi a medici, scienziati, fisici, chimici… il loro compito era quello di guarire le persone utilizzando ciò che la natura offriva: piante, fiori, ungenti…
Senza un buon libro da consultare e privati dalle nozioni che conosciamo, anche loro si affidavano a qualcosa di elementale, come gli invisibili spiriti che governavano i quattro elementi. Tali entità si chiamavano Deva.
I Deva della Terra sono: Gnomi, Nani e Fate; i tre hanno diversi compiti. I primi si occupano di dare il giusto nutrimento al terreno e alle piante, in modo da poter dare alla materia i componenti necessari per il lavoro dei secondi. I Nani, così, possono lavorare i minerali e le rocce nel profondo della terra trasformando il tutto in metalli e pietre preziose. Le Fate riescono a passare anche negli altri elementi, ma per lo più si occupano dei boschi, controllando la crescita del mondo vegetale.
I Deva dell’Acqua sono le Nereidi, chiamate talvolta Ninfe o Naiadi. Se procediamo verso i fondali marini, oltre a loro, possiamo incontrare anche le Sirene.
Tutti loro si occupano di purificare gli umani e gli animali, e vivono in ogni corso d’acqua dal quale le creature prendono ristoro e sostentamento. È grazie al loro instancabile lavoro se l’acqua continua a scorrere pura e fresca; hanno anche il potere di avvelenare, quando necessario, quindi possiamo dire che sono una sorta di filtro batteriologico.
I Deva del Fuoco si chiamano Salamandre e servono a purificare gli umani dal punto di vista spirituale. Ridanno il giusto entusiasmo per la vita e guidano uomini e donne nel cammino verso il divino. Grazie al loro guizzo, la fiamma che governano riesce a rimanere stabile e a dare quanta più luce possibile, così da poter trasformare e guarire l’interno dell’umano e avviare il processo di metamorfosi verso una consapevolezza maggiore.
I Deva dell’Aria sono le Silfidi che si occupano di creare nubi, venti, brezze, che altro non sono che canali per portare agli umani idee, intuizioni, immagini. Possiamo definirli come veri e propri messaggeri dal mondo divino a quello terreno.
Solo chi riesce a farsi guidare da tutti questi Deva, e ad avere quindi piena fiducia in loro, può affidarsi anche ai Deva dell’Etere i quali sono gli unici a dare il dono di comprendere appieno i simbolismi del Divino che opera attraverso l’Universo. Questi uomini fortunati hanno una saggezza illimitata e nutrono un amore innato verso ogni creatura terrestre.
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