Il 1° giugno 2023 sbarca al cinema “The Boogeyman” tratto da un racconto pubblicato nella raccolta “A volte ritornano” da Stephen King nel 1978.
Per Rob Savage, classe 1992, non è la prima volta alla regia di un film horror, ma The Boogeyman rappresenta l'ingresso nella produzione di alto livello.
La sinossi ufficiale ufficiale recita: la liceale Sadie Harper (Sophie Tatcher) e sua sorella minore Sawyer (Vivien Lyra Blair) sono sconvolte dalla recente morte della madre e non ricevono molto supporto dal padre, Will (Chris Messina), un terapista che sta, a sua volta, affrontando il proprio dolore. Quando un paziente disperato si presenta inaspettatamente a casa loro in cerca di aiuto, lascia dietro di sé una terrificante entità soprannaturale che va a caccia di famiglie e si nutre della sofferenza delle sue vittime.
Nonostante le premesse del film non sembrino altamente positive, dato il tema classico dell'“uomo nero” che si nasconde sotto i letti dei bambini e nei luoghi bui, il mix degli elementi statuari dell'horror e il viaggio all'interno del tentativo di elaborare il lutto della madre da parte delle due protagoniste, sembrano creare un melting pot che, a livello cinematografico, funziona.
Rispetto a ciò che è stato scritto da King, Savage sposta la sua prospettiva: le vittime di questa storia sono un padre e le sue due figlie. Successivamente alla perdita della madre, nello studio casalingo del padre arriva Lester Billings (il protagonista del racconto del padre dell’horror americano). Non siamo dentro un istituto psichiatrico in cui il protagonista racconta la propria storia per poter cercare di scagionarsi, ma siamo davanti a una famiglia che cerca di superare il lutto. Lester si toglie, apparentemente, la vita in casa dello psicologo; di conseguenza, le due ragazze sono costrette a dover convivere con un altro evento traumatico. A ciò verrà attribuita la colpa di ciò che sta iniziando a vivere Sawyer, la più piccola di casa. Il terrore notturno diventa elemento di incredulità da parte di chi è più grande e il tema centrale diventa proprio “il non essere creduti”.
Il “Boogeyman” si nasconde nell’oscurità e si mostra solo alle vittime designate, attaccandosi a chi sta cercando di superare un forte trauma. L’uomo nero si maschera come “frutto” dell’immaginazione e di conseguenza, diventa quasi lampante associarlo alla forte e traumatica richiesta di aiuto.
L'utilizzo della fotografia, semplice ma ben fatta, i jumpscare tipici del panorama classico dell'horror, lo sguardo attento ai meccanismi psicologici di una famiglia distrutta dal dolore di una perdita, lo rendono un prodotto che, nonostante non si avvicini a entrare nell'Olimpo degli horror, si fa guardare piacevolmente. Nota di merito agli attori protagonisti Chris Messina, l'emergente Sophie Tatcher e la giovanissima Vivien Lyra Blair, già nota per aver interpretato il ruolo di Principessa Leila in Obi-Wan Kenobi.
Insomma, un film perfetto per passare una serata al cinema con gli amici e ritornare ad aver paura dell'uomo nero, come da bambini.
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