È arrivata su Prime Video la prima ufficiale serie comedy dei “The Jackal”: Pesci piccoli. Un’agenzia. Molte idee. Poco Budget. Un’idea che, come loro stessi hanno dichiarato, viene fuori da eventi quotidiani un po’ esasperati per poter essere ricalibrati in chiave comica. Sei episodi nei quali vedremo tante famose guest star, vicine al mondo dei nostri sciacalli, che però verranno rivestiti di una chiave del tutto inedita.
I The Jackal sono nati su YouTube nel lontano 2005, loro fanno parte della vecchia YouTube Italia e hanno contribuito a creare quel panorama di creator che oggi giorno conosciamo. Con questa serie raccontano, in modo del tutto nuovo, non solo il loro lavoro, ma anche la loro città. Napoli, per una volta, viene allontanata dai classici dettami che la vedono scenario di malavita e di delinquenza. Qui, una piccola agenzia di comunicazione, si muove tra idee creative e la novità dissacrante portata da Martina. L’elemento di disturbo che proviene dalla sede centrale, retrocessa dopo aver schiaffeggiato Achille Lauro, diviene emblematico per poter riuscire a raccontare le difficoltà lavorative.
Personalità che fanno ridere, battute paradossali che mettono a confronto tradizione e innovazione. Martina Tinnirello (esordiente), volto che si aggiunge alla factory che tutti noi conosciamo, riesce a creare la giusta congiunzione tra le diverse tematiche portate in scena. Lavorare nella comunicazione, essere creativi a ogni costo, cercare di rientrare nel budget e soddisfare il cliente, tutte difficoltà con le quali si devono scontrare. Unite dall’espressioni di Martina e dalle azioni del suo personaggio.
Vengono, in questo modo, portati i temi di un mondo sempre più in espansione. Un lavoro che molto spesso viene stigmatizzato non comprendendone le reali difficoltà. Il tutto, ovviamente, è raccontato tra amori e diatribe in un ufficio che diviene una casa. I riferimenti, in tal senso, sono palesi: possiamo vedere The Office, così come moltissime altre serie comedy.
Girata tutto in interni, abbiamo l’occasione solo di vedere il Monte Somma sullo sfondo; giusto per avere dei riferimenti geografici che ci fanno capire il loro forte legame con la città. Un punto di vista, come dicevamo, insolito e reale.
L’importante è sentirsi ancora “pesci piccoli”, come hanno dichiarato i protagonisti di questa serie. In questo modo si può sempre migliore e si possono sempre accettare nuove sfide e nuovi stimoli.
“Come possono questi esseri umani, nell’epoca in cui tutti sono famosi, convivere con questi esempi molto alti e nonostante questo alzarsi tutti i giorni alle sette per fare il TikTok alla paninoteca all’angolo? Quello che un po’ volevamo raccontare sono degli eroi che, nonostante sappiano che non cambieranno il mondo, riescono a ritagliarsi dei rituali all’interno del loro ufficio… come la bowl di merendine, il karaoke e via dicendo. Riescono a sopravvivere all’interno di questo contesto, a vivere all’interno dello stesso ufficio, ad innamorarsi tra di loro a provare rabbia quando qualcosa va male. Quindi, volevamo sottolineare la capacità di vivere il quotidiano e di farlo all’interno di un gruppo che è la cosa più importante…” ha dichiarato il regista Francesco Ebbasta.
Importante, dunque, è il lavoro di squadra. I The Jackal, nonostante i progetti eseguiti in singolo, si ritrovano per poter lavorare in un unico contesto, a un unico progetto lungo. La squadra è importante e viene posta al centro dei riflettori attraverso le loro ritualità e i loro giochi. L’elemento di disturbo, precedentemente citato, dovrà cercare di inserirsi all’interno di questa compagine tanto eterogena.
Altro punto che va sottolineato, inoltre, è la scelta musicale. Ogni singola canzone, infatti, racconta e parla al pubblico di tematiche ben precise. È intrigante riuscire a cogliere ogni singolo aspetto e dettaglio proprio da questi elementi diegetici e non.
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