mercoledì 17 maggio 2023

#TheBeatles: Here, There And Everywhere


Paul McCartney definisce “Here There And Everywhere” come la sua canzone preferita in assoluto tra tutte quelle che ha scritto, e sinceramente non potremmo essere più in daccordo di così.
O meglio, ci sono altri testi di Paul che meritano tanto, ma questa crediamo sia di un altro livello.

Anche noi, cinici e razionali quando si tratta di sentimenti, sappiamo che la semplicità racchiude in sé tutte le qualità del vero amore. Come già spiegato in “Something”, quando si ama non si può sapere il perché, visto che se analizzassimo con la ragione un qualsiasi tipo di rapporto, questo non sarebbe più amore.

Allo stesso modo nel testo di questo brano del 1966, contenuto nell’album “Revolver” dei Beatles, ecco che l’amore pervade l’intero spazio-tempo; Paul lo descrive come l’energia totalizzante che avvolge il tutto, bisogna solo saperla scorgere. 

To lead a better life
(Per condurre una vita migliore)
I need my love to be here.
(ho bisogno che il mio amore sia qui.)



È ovvio che essendo una canzone deve mantenere pur sempre il registro di una storia d’amore, e non neghiamo che Paul l’abbia intesa così mentre la stava scrivendo. Quello che amiamo dell’arte, però, è che tutti possono trovarci qualcosa di diverso, anche l’autore stesso che può cambiare idea nel corso degli anni.
È il caso di “Yesterday”, per esempio, che solo dopo diverso tempo Paul ha potuto ammettere che probabilmente il testo parlava della madre scomparsa quando lui aveva appena quattordici anni.

Per “Here, There And Everywhere” Paul ha immaginato una passeggiata su un sentiero di brughiera, dove improvvisamente si giunge al punto di partenza. Non è un atto dovuto al girare in cerchio attorno a qualcosa, è più vicino a un concetto di magia, un’illusione che ti porta a vedere come pur muovendosi si è sempre nello stesso punto. Un po’ come ogni tanto accade a chi sta scrivendo questo articolo, Frè, che si rende conto che tutto rimane immutato, anche se passano gli anni. Questo concetto lo spiega meglio nell’articolo “Watching the Wheels”.


Nella melodia Paul ha voluto giocare molto su questo, forse aiutato anche dall’influenza di “God Only Knows” dall’album “Pet Sounds” (1966) dei Beach Boys. Piccola curiosità: a loro volta i Beach Boys hanno preso parecchio spunto da “Rubber Soul” per quell’album. Ecco perché spesso chi è fan dei Beatles lo è anche dei Beach Boys, proprio come la sottoscritta.
L’introduzione totalmente incoerente con il resto del testo è tipica delle canzoni degli anni precedenti dell’epoca, dalle quali Paul ha voluto prendere spunto come per esempio “Anything Goes” (1934) di Cole Porter.

Se ci pensiamo bene, tutto rispecchia proprio l’amore: parte quasi a caso nella nostra vita, spesso quando ci aspettiamo tutt’altro di quanto ci accade e nel corso di una qualsiasi relazione, ci rendiamo conto che pur andando avanti, si ripetono le stesse cose.
Questo non deve risultare per forza monotono, finché l’altra persona rende i nostri giorni migliori anche solo con un semplice gesto della mano, ben sapendo che l’amore è sempre condivisione e mai possesso e/o gelosia.

In questa canzone dai toni del tutto semplici, quasi fanciulleschi, Paul ha saputo descrivere in maniera impeccabile la sensazione dell’amore che ci avvolge in ogni luogo e per sempre.

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